Formula 1, analisi gara: Monza si deve inchinare a Hamilton

Formula 1, analisi gara: Monza si deve inchinare a Hamilton© sutton-images.com
Il pilota inglese piega a suo favore una gara in cui invece il team Ferrari ha parecchio da recriminare dopo le ottime qualifiche

Maurizio Voltini

02.09.2018 19:14

L’epilogo del GP a Monza non è certo quello che i tifosi della Ferrari si aspettavano dopo le sfavillanti qualifiche. La pur meritata prima fila di un Kimi Raikkonen brillante come nei momenti migliori e di un Sebastian Vettel comunque “presente”, è stata vanificata da una serie di sviste che era meglio evitare di fronte al pubblico di casa e soprattutto su una pista teoricamente favorevole alle attuali caratteristiche della SF71H. D’altra parte non è nemmeno la prima volta, quest’anno, che la squadra apparentemente “messa meglio” se ne torna a casa “con le pive nel sacco”. 

L’episodio cruciale è proprio al primo giro, alla variante della Roggia, ma in realtà parte ben prima. Perché già dal via Sebastian con Kimi davanti non ha “aria” per poter scatenare la sue propensione a giri iniziali velocissimi, anzi deve trattenersi per non incespicare nel compagno di squadra che non ha avuto uno scatto eccezionale e sceglie traiettorie “strane”, difensive. In questo modo però diventa vulnerabile a Lewis, che alla seconda variante affonda perfettamente la staccata pur relegato all’esterno. Qui Seb pecca di freddezza, cercando di resistere da una posizione impossibile, finendo così in testacoda dopo un contatto in cui danneggia l’ala anteriore (mentre, quasi incredibilmente, Hamilton non riporta alcun danno). Costretto a sostituire il musetto ai box, nonostante la macchina danneggiata inizia una bella rimonta che però ovviamente non potrà mai portare a un risultato positivo senza sfortune altrui. Che avvengono solo parzialmente (vedremo quali). 

A quel punto Raikkonen è rimasto da solo contro due Mercedes. Finché ha potuto, ha resistito bravamente alla pressione di quel mastino che è Hamilton, ma è anche andato in crisi con le gomme. La Ferrari ha effettuato il primo pit-stop troppo presto, probabilmente anche nel tentativo di evitare un undercut da parte di Hamilton, che invece è restato in pista ancora un po’. Ma anche le temperature ambientali aumentate rispetto alle previsioni (il tempo è stato incerto, con pioggia intermittente, fino a poco prima del via) hanno portato a un inconveniente che in questa stagione era stato difficile vedere sulle Ferrari: il blistering sul battistrada. Così anche sulle gomme soft Raikkonen ad un certo punto non ne aveva proprio più per resistere agli attacchi di Hamilton, che dopo un primo sorpasso alla prima variante “restituito” da Kimi alla Roggia (e qui Lewis si è comportato ben diversamente da Seb) ha agguantato definitivamente la prima posizione fino alla vittoria. 

Insomma, una gara veloce ma anche irreprensibile da parte dell’inglese, che porta a 30 il suo vantaggio in classifica generale e che di certo non si merita i fischi avuti in occasione del podio. Va detto che, rispetto a similari occasioni passate, questi fischi erano però meno accentuati: crediamo che anche tra il pubblico più facinoroso ci sia chi abbia riconosciuto che Lewis ha semplicemente approfittato in pieno, anzi mettendoci pure “del suo”, di una situazione che è girata a suo favore senza poter parlare di fortuna, ma semplicemente di “situazioni possibili di gara”. L’unico momento forse “meno bello” della tattica Mercedes, è stato quando hanno lasciato in pista Valtteri Bottas anche lui con gomme “fruste”, a fare da tappo a Kimi. Non è la prima volta, ma in questa occasione pensiamo che abbia solo anticipato l’inevitabile, anche se ha avuto la sua parte nel far peggiorare il degrado delle gomme sulla Ferrari. 

Max Verstappen ha condotto una bella gara, salendo 3° al primo giro, finché non gli si è “chiusa la vena”: nel difendersi dagli attacchi di Bottas l’ha spinto nell’erba, costringendolo ad andare lungo alla prima variante. Max ha un bel dire che “così si uccidono le corse” commentando la decisione dei commissari che gli danno 5 secondi di penalità, ma non ci risulta che nemmeno in passato sia mai stato tollerato che un pilota buttasse fuori pista un altro… Il suo nervosismo conseguente lo porta tra l’altro a non voler lasciar passare a tutti i costi Valtteri, nonostante sia virtualmente davanti, e in questo modo favorisce l’avvicinarsi di Sebastian risalito 5°. Così con l’applicazione della penalità a fine gara ritroviamo Bottas 3° ma anche Vettel 4°, con Verstappen solo 5°. Insomma, siamo tornati al Max “testa calda” di una volta, dopo alcune belle prestazioni “intelligenti”. 

Con Daniel Ricciardo costretto al ritiro abbandonato pare dalla frizione - e per fortuna che era stato appena sostituito l'intero motore facendolo partire in ultima fila - il 6° posto va a Romain Grosjean autore di una gara consistente e riuscito a difendersi sul finale dall’attacco delle Force India in scia: peccato sia stato squalificato alla fine (ne parliamo a parte) ma crediamo che la posizione gli verrà restituita. Esteban Ocon ha raccolto un bel 7°, ma Sergio Perez può essere ancor più soddisfatto del suo 8° dato che partiva 14°. A seguire 9° è  Carlos Sainz, ultimo dei non doppiati, mentre Nico Hulkenberg paga il pit-stop in più effettuato cercando di sfruttare (ma non era il caso) la safety car iniziale conseguente al contatto tra Vettel e Hamilton (che aveva lasciato detriti in pista). 

Ultimo a punti e primo dei doppiati finisce Lance Stroll, appena davanti a Sergey Sirotkin: quindi gara quasi equivalente, solo che in questo modo il russo continua ad essere l’unico a zero punti, una situazione più negativa delle sue reali qualità (vedremo se la questione Grosjean gli permetterà di raccogliere il suo primo punto). Nemmeno Charles Leclerc (12°) è riuscito a fare miracoli, stavolta, ma sempre meglio di Marcus Ericsson che al via si è toccato con Brendon Hartley (ritirato subito). Gara da dimenticare anche per Stoffel Vandoorne 13° e Pierre Gasly 15° (eppure il francese ha fatto dei bei duelli) come anche per Kevin Magnussen, solo 17° dopo un contatto con Perez appena rientrato in pista dopo un lungo alla Roggia. No comment per il ritiro di Fernando Alonso per quello che via radio ha definito “il solito problema”: calo di potenza. 


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