Formula 1 Singapore, analisi qualifiche: la pole dance di Lewis

Formula 1 Singapore, analisi qualifiche: la pole dance di Lewis© sutton-images.com

Il giro veloce di Hamilton è stato qualcosa di artistico che ha estasiato anche chi non tifa per lui. Ma c'è ancora una gara da correre

Maurizio Voltini

15.09.2018 18:03

Il giro di Lewis Hamilton nel primo tentativo in Q3 è stato talmente ispirato e "artistico" che non è riuscito a batterlo nemmeno… Hamilton! Si è insomma trattato di un giro talmente preciso, "pennellato" e al limite per tutto il circuito, che cercare di fare meglio ha solo portato a un errore nel secondo tentativo. Peraltro quasi nessuno è riuscito a migliorarsi e il vantaggio era tale che la pole position di Lewis non è stata realmente in pericolo, consentendogli di portare a 79 il record che giustamente (oggi si è visto bene il perché) gli appartiene.

I record negli intertempi ottenuti da Max Verstappen e Sebastian Vettel nel secondo run, rispettivamente in S3 e S2, non sono stati sufficienti a compensare le sbavature nel resto del giro. Del resto quando ti lanci sapendo già che dovrai fare qualcosa oltre il limite per battere Lewis, che vada così è più che normale. In ogni caso Max ottiene una buona posizione in prima fila, come del resto la terza piazza di Seb non permette di parlare di gara compromessa, pur con l'incognita di Valtteri Bottas che parte a fianco in seconda fila.

Più difficili in ottica gara le posizioni di Kimi Raikkonen e Daniel Ricciardo, appaiati in terza fila, ma bisogna ricordare che quella di Singapore non è mai stata una corsa scontata. Intanto è un Gran Premio difficilissimo per i piloti, con l'errore sempre in agguato (questo vale per tutti, non la stiamo "tirando" a nessuno), con una gestione gomme sempre particolare, per non parlare dei consumi, e soprattutto che statisticamente ha una probabilità del 100% di ingresso della safety car. Insomma, sarà una gara da giocarsi accuratamente a livello di strategie immediate, in cui i muretti dovranno essere aperti a qualsiasi eventualità, rispondendo opportunamente e senza panico.

Tra gli inseguitori, ovviamente meno evidente rispetto a quella di Hamilton, ma non per questo meno meritevole, è stata la prestazione in qualifica di Sergio Perez: il pilota messicano è riuscito a ottenere il 6° posto staccando anche lui tutti gli altri di oltre 3 decimi. Il più vicino è Romain Grosjean, molto efficace quando invece il compagno Kevin Magnussen ha mancato per pochissimo l'accesso alle Q2: il traffico è stato un problema per molti, quando c'erano ancora tutte e 20 le macchine in pista.

Seguono Esteban Ocon a completare il buon risultato delle Force India e Nico Hulkenberg che invece non è riuscito a ripetere le performance delle Q2. In queste qualifiche le Renault sono risultate piuttosto difficili da guidare, anche per Carlos Sainz 12°. Tra i due si interpone Fernando Alonso che in questi tracciati difficili si esalta, e lo fa vedere. Ingeneroso anche stavolta il confronto con Stoffel Vandoorne 18°, ma pensare sia tutta colpa del pilota belga non è corretto.

La Sauber conferma di poter stare nel mezzo con una certa regolarità anche quando non va benissimo, con Charles Leclerc 13° e Marcus Ericsson 14°, mentre le Toro Rosso sono appena dietro come posizioni ma un poco troppo staccate come prestazioni: si spera nella gara. Sempre meglio comunque delle Williams, condannate all'ultima fila con distacchi a dir poco esagerati quando conta la deportanza.


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