Hamilton campione F1 2018: analisi di una stagione

Hamilton campione F1 2018: analisi di una stagione© sutton-images.com 

Vediamo come si è sviluppata la lotta tra Lewis e Sebastian (e tra Mercedes e Ferrari) nel corso dei GP di quest'anno, tra errori e trionfi

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Maurizio Voltini

21.10.2018 18:11

Anche quest'anno ci ritroviamo a festeggiare il campione mondiale di F1, che per la quinta volta è Lewis Carl Davidson Hamilton da Stevenage, in anticipo rispetto alla conclusione della stagione. Eppure per gran parte del campionato il confronto contro il rivale Sebastian Vettel (come pure quello tra Mercedes e Ferrari come vetture) è stato decisamente equilibrato, almeno fino alla pausa estiva e comprendendo pure a Spa Francorchamps. 

Una stagione sportivamente spettacolare da tanti punti di vista, sia grazie a una lotta diretta come non si vedeva da anni, sia per le belle gare che in generale ci ha proposto. Il fatto al quale non tutti erano più abituati, però, è che quando due team lottano con un tale equilibrio di forze, cambia la tipologia di gioco. Cioè da un lato non puoi più pensare di programmare tutto a tavolino, come quando domini nettamente; dall'altro, quello dell'inseguitore, non puoi più permetterti scommesse "alla va o la spacca" che riescono una volta su cinque (anche se la volta che va bene fai la figura del genio) e devi essere più consapevole e misurato in ciò che fai. 

Inoltre diventano preponderanti altri fattori tecnici, rispetto al pur decisivo progetto iniziale della monoposto: come riesci a svilupparla nel corso della stagione, per cominciare; ma anche come la metti a punto in ogni singolo weekend di gara; poi ovviamente anche le differenze tra un circuito e l'altro (più o meno favorevole) cominciano a farsi sentire ben di più. Non va sottostimato nemmeno il fattore umano: sia i piloti che gli uomini del muretto e i meccanici sono più al limite, e lo sono sempre, per cui diventa anche più facile sbagliare. 

Può sembrare un controsenso che proprio quando l'equilibrio nella lotta non permette passi falsi, questi diventino in realtà più facili da commettere: ma è la realtà delle corse e di qualsiasi sport portato ai limiti estremi della competizione e della capacità umana. È successo svariate volte in passato che interi campionati siano stati decisi anche da errori, quando la lotta era ben più aperta e al limite, e il fatto che abituati a lustri di predominio di un team sugli altri (Mercedes negli ultimi anni, ma Red Bull prima e Ferrari prima ancora) ci siamo dimenticati di questo fattore, non lo rende meno reale. 

In generale, analizzando la stagione nel complesso, vogliamo altresì rimarcare come sia quantomeno ingeneroso rinfacciare a un pilota i punti persi per un errore e non quelli guadagnati in un gran sorpasso; come pure far pesare gli errori decisionali e di strategia quando tutto nella gara sembra rivolgersi contro di te, dalle situazioni meteo alle safety car e alle decisioni degli ufficiali di gara. Per farla breve, più che accusare Vettel o la Scuderia per le varie sviste nel corso della stagione, che purtroppo ci sono state, preferiremmo puntualizzare come l'intero team (compresi quindi anche Kimi Raikkonen, Antonio Giovinazzi, Daniil Kvyat e tutti i tecnici che lavorano nell'ombra a Maranello) sia riuscito nella tutt'altro che banale impresa di aver messo il fiato sul collo alla Mercedes AMG, dopo i distacchi delle scorse stagioni. Avvantaggiati da un progetto di base della SF71H decisamente riuscito e da positivi upgrade alla power unit, parte elettrica compresa. Anche se indubbiamente con un po' più di serenità (ma pare un lusso, a Maranello) sarebbe potuta andare meglio. 

È dunque con questo atteggiamento e con questa chiave di lettura che vogliamo rivedere come si è sviluppata fino alla situazione attuale questa stagione, GP per GP

Australia - Nonostante Hamilton e la Mercedes W09 fossero più veloci, la Ferrari e Vettel riescono nell'impresa di vincere: il team differenzia bene le strategie con Raikkonen, poi Sebastian sfrutta in modo geniale la virtual safety car rientrando così davanti a uno stupefatto Lewis dopo la sosta. In questa occasione l'inglese non è riuscito a replicare, arrivando anzi a pasticciare con i pulsanti sul volante, finendo comunque 2°. 

Bahrain - In questa gara si evidenzia di più come la velocità massima sia una delle armi migliori della SF71H. Vettel scatta primo dalla pole, mentre Bottas supera Raikkonen. In Ferrari pasticciano al cambio gomme di Kimi e un meccanico ne fa le spese (Francesco Cigarini, che fortunatamente si sta ristabilendo). Vettel si ritrova così da solo a difendersi dalle Mercedes, ma riesce a gestire bene le gomme sfruttatissime restando fino all'ultimo davanti a Bottas. Hamilton si accontenta del 3° posto. 

Cina - Dalla pole, al via Vettel chiude Raikkonen e favorisce Bottas. Proprio Valtteri effettuerà poi un ottimo undercut, favorito anche da un cambio gomme della Ferrari con Seb meno veloce del solito, guadagnando la prima posizione. Vettel invece viene centrato da Verstappen al tornante e, con il fondo danneggiato dopo il conseguente testacoda, conclude solo 8°. Mentre Hamilton, un po' opaco ma autore di un bel duello con Verstappen, si accontenta del 4° posto dietro a Ricciardo, Bottas e Raikkonen. 

Azerbaijan - Bottas sfrutta benissimo le situazioni di safety car ottenendo il comando della gara, ma il cedimento di una gomma lo priverà di una meritatissima vittoria. Da parte sua Vettel era finito lungo nell'attaccarlo all'ultimo restart, a ruote bloccate alla prima staccata, e avendole spiattellate non riuscirà a difendersi da Perez chiudendo 4°. Così senza fare alcun errore Hamilton eredita la vittoria, mentre altri si sono autoeliminati (come Verstappen e Ricciardo) o hanno avuto incidenti più lievi (Raikkonen, alla fine 2°, con Ocon). 

Spagna - Stavolta Hamilton confeziona una vittoria limpida involandosi dalla pole fino al traguardo. La Ferrari si dibatte tra i problemi meccanici a Raikkonen, la mancata comprensione delle nuove Pirelli "ribassate" e le infelici tempistiche nei pit-stop: Vettel (che aveva passato Bottas al via) riesce a salvarsi alla prima sosta sfruttando magistralmente la scia di Magnussen, ma nella seconda (alla quale è costretto per la tattica sbagliata dei box e anche stavolta non veloce) non può far nulla e perde la posizione sia da Bottas che da Verstappen, finendo solo 4°. 

Monaco - Nel giorno della seconda superlativa vittoria stagionale di Ricciardo (dalla pole) gli altri protagonisti del Mondiale si devono accodare con Vettel, Hamilton, Raikkonen e Bottas arrivati al traguardo nell'ordine. Poco altro da aggiungere, perché anche le diverse strategie non hanno avuto effetto nel toboga monegasco, dove si dimostra sempre quasi impossibile superare. Una gara decisa dalle prestazioni in qualifica e quindi anche dall'ottimo giro che aveva permesso a Vettel di sopravanzare Hamilton in seconda piazza per 198 ms. 

Canada - Dopo aver conquistato la pole position, Vettel domina anche in gara a Montreal, con l'unico inconveniente (ininfluente) della bandiera a scacchi data in anticipo. Secondo chiude Bottas mentre Raikkonen, penalizzato dal motore vecchio tipo, da una sosta poco tempestiva e infine da problemi ai freni, non riesce a impensierire Hamilton. Poco incisivo anche in qualifica, l'inglese finisce tranquillo 5° (in realtà pure stavolta indaffarato con le impostazioni al volante) alle spalle anche delle Red Bull. 

Francia - Tutto si decide al via: Vettel scatta meglio di Bottas dalla terza piazzola, ma quando il finlandese contrattacca alla prima staccata, il tedesco è disturbato dalla scia di Hamilton davanti in pole (che già l'aveva fatto rallentare chiudendo la strada) e arriva al bloccaggio. Di conseguenza Vettel in sottosterzo non riuscirà ad evitare Bottas, mandandolo in testacoda e forandogli una gomma. Comprensibile la penalizzazione di 5 secondi a Seb, che sarà costretto a rimontare dal fondo fino al 5° posto finale. Questo mentre Hamilton vince indisturbato (e torna davanti in classifica) e Raikkonen finisce 3° dopo essere stato attardato anche lui nell'incidente al via. 

Austria - In questo caso il fatto decisivo è in qualifica, quando nelle Q2 il muretto Ferrari si "dimentica" di avvertire Vettel dell'arrivo di Sainz: un'accortezza essenziale su un tracciato dove gli specchietti sono quasi inservibili per via dell'altimetria. Ostacolare lo spagnolo (pur senza alcuna reale conseguenza) fa perdere 3 posizioni in griglia al tedesco. Sanzione pesante anche perché, nella giornata in cui le Mercedes hanno problemi di gomme e di affidabilità (Hamilton e il poleman Bottas entrambi ritirati), toglie a Vettel la possibilità di vincere, sopravanzato al traguardo da Verstappen e Raikkonen (pur se ritorna davanti in campionato). La Ferrari avrebbe dovuto però protestare per la ruotata da dietro con cui Max aveva tolto la posizione a Kimi. Comunque la SF71H si dimostra eccezionale nel trattare le gomme. 

Gran Bretagna - Nelle qualifiche tiratissime svetta Hamilton, ma poi in gara parte male e per di più viene colpito da Raikkonen (10" al finlandese). Passato in testa già sullo scatto al via, Vettel cede il comando a Bottas quando lo fanno sostare una seconda volta (sotto safety car) per poi riprenderselo con un ottimo sorpasso a Brooklands. Da parte sua, facilitato dalle due safety car in gara, Hamilton recupera fino al 2° posto, davanti a Raikkonen e Bottas. 

Germania - Le novità propulsive Ferrari fanno volare le SF71H in qualifica, con Vettel in pole dopo che Hamilton distrugge quasi la sua W09 su un cordolo affrontato male (14°) complice un problema idraulico. Ma nell'ultima ventina di giri di gara, proprio mentre Vettel sta dominando, arriva la pioggia che cambia tutto. Un bagnato a sprazzi davvero infido che tradisce Vettel alla curva Sachs, dove si pianta nelle barriere. Hamilton ringrazia, anche perché quasi contemporaneamente la Mercedes pasticcia con Bottas al pit mentre il box Ferrari ammutolito "dimentica" di chiamare Raikkonen, facendogli così perdere la gara. Che passa dunque a Hamilton, in quella situazione difficile più a suo agio con le gomme ultramorbide (era partito con libertà di scelta optando per quelle più dure, le soft) e "graziato" dopo aver fatto di testa sua in ingresso pitlane, tagliandolo. Insomma, una situazione che è "girata" tutta a favore dell'inglese, che grazie allo "zero" di Vettel torna al comando in classifica. 

Ungheria - Hamilton ottiene un'ottima pole position nelle qualifiche bagnate, andando da lì a ottenere una vittoria mai messa in discussione. Anche perché dietro Bottas gli ha coperto le spalle il più possibile prima da Raikkonen e poi da Vettel. Solo con un sorpasso molto forzato con tanto di contatto con Valtteri (che poteva avere conseguenze peggiori) Seb è riuscito a prendere almeno la seconda posizione finale davanti a Kimi che rinuncia ad insidiarlo. 

Belgio - Hamilton scatta dalla pole position, ottenuta anche stavolta sul bagnato (mentre in Ferrari pasticciano un po' specie con Raikkonen), ma in gara Vettel gli porta un attacco irresistibile dall'Eau Rouge fino a Les Combes che gli fa guadagnare la prima posizione e una vittoria finale senza discussioni. Tuttavia Hamilton riesce a contenere i danni piazzandosi 2°, nonostante qualche problema di gomme, mentre Raikkonen e Bottas sono coinvolti da contatti nelle prime fasi di gara (Kimi costretto al ritiro). 

Italia - Nonostante le ottime premesse, su tutte la prima fila di partenza con Raikkonen in pole, quella monzese è la gara del crollo Ferrari. Senza alcun genere di direttiva, Kimi e Seb si ostacolano a vicenda alle prime due staccate, facilitando l'inserimento di Hamilton che alla Roggia si porta 2°. Purtroppo Vettel tenta una inutile resistenza con l'unico risultato di finire in testacoda, compromettendo la gara. Mentre su Raikkonen, restato al comando e riuscito a contenere gli attacchi di Hamilton, la Ferrari adotta ancora una volta una strategia infelice, facendolo sostare troppo presto per paura di un undercut. Così Kimi si troverà sul finale con gomme ormai andate e non potrà resistere a Lewis, che va a vincere. La Ferrari fa anche un errore di valutazione: si dà la colpa del degrado ai giri effettuati in scia a Bottas (prima del suo pit) per gli effetti delle turbolenze, ma in realtà è per via di aggiornamenti al retrotreno poco efficienti in ottica gara. Purtroppo ci metteranno fino al Giappone per accorgersene. 

Singapore - Ancora una gara perfetta e ineccepibile da parte di Hamilton, che dalla pole al traguardo ha avuto l'unico momento difficile nel doppiare Grosjean e Sirotkin in lotta tra loro (dovendo controllare Verstappen alle sue spalle). Vettel aveva passato Verstappen al primo giro, ma la strategia Ferrari anche stavolta troppo anticipata gli fa perdere la posizione guadagnata in pista, costringendolo anzi a salvaguardare le gomme fino al traguardo. Mentre Bottas e Raikkonen arrivano alle loro spalle seguiti da Ricciardo. 

Russia - Sarebbe una gara memorabile per Bottas, dopo una grande pole position, se poi la Mercedes non gli comandasse di far passare Hamilton, che così si avvia alla vittoria. In Ferrari invece sono sempre più ingestibili i problemi di stabilità, anche se in gara va un po' meglio: solo la scia data da Valtteri a Lewis impedisce a Seb di sfruttare l'ottimo scatto in partenza dalla seconda fila. Poi squadra e pilota stavolta operano un ottimo undercut al cambio gomme, scavalcando Hamilton per il 2° posto. Però c'è poco da fare: Vettel si difende come può, anche tagliando tutto il rettilineo, ma quando l'inglese contrattacca sul serio passa di prepotenza (per inciso, l'unico sorpasso in pista della stagione di Lewis a Seb). Poi il favore di Valtteri che lo mette al riparo da ogni eventualità. Mentre Raikkonen chiude come è partito, cioè 4°. 

Giappone - Anche stavolta le condizioni meteo non aiutano in prova la Ferrari, che però aggiunge "del suo" per complicarsi la vita, tentando le gomme intermedie in qualifica quando è asciutto e passando alle slick quando ormai è bagnato. Scelta che porta anche a due errori nell'unico giro disponibile per Vettel, così solo 9°. Da questa posizione, Seb recupera 5 posti in un giro, finché all'attacco di Verstappen (che aveva già buttato fuori pista Raikkonen alla chicane) viene chiuso rudemente e finisce in testacoda e in coda al gruppo. Nonostante la macchina danneggiata, riuscirà poi a recuperare fino al 6° posto (dietro a Raikkonen) mentre davanti Hamilton fa quello che vuole dominando dalla pole (anche stavolta ineccepibile) al traguardo e precedendo Bottas. Unico (importante) fattore positivo per Ferrari di questa trasferta: tra il venerdì e il sabato si è tornati alle soluzioni "vecchie" di retrotreno (tra profili e sospensioni) e l'effetto è stato molto positivo, per quanto offuscato dalle altre situazioni. 

Stati Uniti - Tornata "indietro" sulle scelte tecniche, la Ferrari recupera competitività. Purtroppo Vettel e Adami (l'ingegnere di pista) si accorgono in ritardo delle bandiere rosse in FP1, e il risultato sono 3 posti persi in griglia. In gara la Mercedes sbaglia tattica su Hamilton (sosta intempestiva sotto VSC) che finisce 3°, mentre la Red Bull si ritrova con Ricciardo ritirato e Verstappen che parte 18°, vanificando una competitività che porta l'olandese 2° al traguardo. Vince Raikkonen in giornata di grazia: nonostante parta con una strategia di gomme che non è la migliore le gestisce perfettamente, quindi controlla alla grande prima Hamilton e poi Verstappen, aggiudicandosi così con pieno merito la gara. Da parte sua, dopo essere finito in testacoda nel duello al primo giro con Ricciardo, Vettel recupera fino al 4° posto tenendo così ancora aperto il campionato dal punto di vista matematico.

Messico - Mentre la Red Bull spadroneggia con Verstappen e solo un'avaria blocca Ricciardo, la Ferrari ottiene comunque il podio in modo convincente con Vettel 2° e Raikkonen 3°. Il tedesco vince anche bene un paio di duelli in pista. La Mercedes si dibatte invece tra i problemi di usura gomme, ma pur rischiando quasi il doppiaggio Hamilton riesce a ottenere un 4° posto che gli assicura matematicamente il quinto titolo mondiale, con Bottas solo 5°.


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