Formula 1 USA, saggezza Hamilton: non si vince con errori banali

Formula 1 USA, saggezza Hamilton: non si vince con errori banali© sutton-images.com
La breve lotta ingaggiata con Verstappen e la cautela usata segnala ancor di più la visione ampia, sul risultato complessivo, sul mondiale, avuta da Hamilton per l'intero campionato

Fabiano Polimeni

22.10.2018 14:57

“I campionati non si vincono ingaggiando lotte e compiendo errori banali”. Verità sportiva firmata Lewis Hamilton che farà fischiare le orecchie a qualcuno. Rinviare di pochi giorni l’appuntamento con il quinto titolo mondiale, spostare la festa da Austin a Città del Messico, insomma, pazientare ancora un po’, dopo una battaglia di logoramento che visto, ancora, Lewis prossimo a incassare il premio più importante.

Ha provato a vincerla, la corsa di Austin, ma sulla bilancia dei rischi-benefici il fattore Verstappen ha inciso in modo cruciale. La battaglia tra curva 12 e curva 18 ha regalato spettacolo ma non il sorpasso decisivo per il secondo posto.

“Seguire così da vicino Kimi non era ideale per le gomme, così ho iniziato ad avere un po’ di problemi. Quando Lewis si è avvicinato sì, ci sono state alcune curve nelle quali ho dovuto chiudere un po’ la porta, poi lui ha provato all’esterno ma io ero già al limite sulle curve veloci, scivolavo sulle gomme. Ho visto poi che Lewis non aveva più spazio e se finisci un po’ largo raccogli molti marbles e ti serve un giro prima di tornare ad avere grip”, analizza Verstappen, e Lewis replica: “É stata una lotta ravvicinata? Penso d’averti dato troppo spazio!”

“Sì, credo avresti potuto stringere un po’ di più!”

Non so mai con te, non mi andava di entrare in contatto…”.

Confronto da conferenza post-gara, che descrive tutta la cautela con la quale si è mosso Hamilton nel finale di gara. “Sinceramente ho provato a vincere la gara, ma guarda questi due qui accanto, non stanno lottando per il campionato, perciò dovevo fare molta, molta attenzione a come mi muovevo lì in mezzo. Ci ho provato, come ho detto; su quella curva ho lasciato forse troppo spazio solo per essere certo di non essere agganciato, non finire fuori perché non sapevo se avresti avuto del sottosterzo, avresti potuto essere aggressivo”, approfondisce Lewis. La completezza e la lucidità nell’analisi della propria posizione come la previsione delle mosse dell’avversario.

Ha dimostrato, con vasta letteratura in merito, di non tirarsi fuori dalla lotta quando serve, Hamilton. Una lotta che avrebbe potuto rilanciare se avesse avuto ancora qualche giro per provarci ancora su Verstappen: “Mi sarebbe servito forse qualche altro giro, con quel largo c’è voluto un po’ prima di ripulire le gomme.

Se fosse stata tra me e Seb, ad esempio, la battaglia, sarei stato molto più stretto e aggressivo se la lotta fosse stata per il campionato, ma non ce n’era bisogno. Il punto cruciale era finire almeno davanti a Seb e non mi importa quando vinco il campionato fintanto che ci riesco”


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