Formula 1: Gasly, stagione di apprendistato al vertice

Formula 1: Gasly, stagione di apprendistato al vertice© sutton-images.com
Non è accompagnato dalle aspettative, altissime, che seguono Leclerc. Ma Pierre Gasly guarda verso il campionato alle porte, soprattutto come un'opportunità di formazione in un team di vertice 

Fabiano Polimeni

06.03.2019 ( Aggiornata il 06.03.2019 10:04 )

Parola d’ordine: imparare. Le aspettative sul rendimento che potrà offrire Pierre Gasly alla “prima” in una squadra di vertice, alla seconda stagione di Formula 1, che non potrebbero essere più diverse da quelle che, ad esempio, seguono Charles Leclerc in Ferrari. 

Nei test ha commesso un paio d’errori di troppo, di guida, il secondo nel penultimo giorno di test, andando a sbattere sulla veloce curva 9. Per un Verstappen che aspira a trovarsi in lotta per il mondiale, c'è un Gasly concentrato sul progredire passo dopo passo. L’errore di voler strafare e inciampare, come nei test, non è la giusta prospettiva con la quale attaccare il mondiale.

“L’obiettivo è continuare a crescere come pilota, sono solo al secondo anno in Formula 1. Quindi devo imparare ancora molto e sono nel miglior posto possibile: una squadra campione del mondo, con Max accanto, che è uno dei grandi della Formula 1, uno dei piloti di maggior talento. Proverò a dare il massimo per la squadra”, racconta agli spagnoli di Marca.

L’ambiente Red Bull Racing non lo scopre certo in questi due anni, lui che è cresciuto nel vivaio del team. Da titolare, Milton Keynes, è vista con altri occhi e, rispetto all’esperienza in Toro Rosso, segnala: “In Red Bull c’è più gente, si vede in fabbrica, ci sono anche più trofei all’ingresso. La Toro Rosso è un ambiente un po’ più italiano, più emozionale. In Red Bull sono più freddi, con meno spazio per le emozioni”.

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Un 2019 di maturazione, convincente, lo sarà con prestazioni vicine al riferimento che scriverà Verstappen, compito difficilissimo da assolvere. “Sono obiettivo, sono alla seconda stagione e in questo sport si cresce anno dopo anno, con l’esperienza, è quello che ti rende più forte.

È chiaro come sia importante anche la velocità pura: deriva dal talento, ma anche dal lavorare e capire la macchina, adattare il tuo stile di guida quando serve, lavorare con i tecnici. Proverò a imparare il più in fretta possibile.

Se la macchina sarà sufficientemente veloce, potremo lottare per vincere. Sono fiducioso di esser pronto, è quello per cui stiamo lavorando”.

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