GP Spagna, Pirelli: pista senza segreti, asfalto diverso dal 2018

GP Spagna, Pirelli: pista senza segreti, asfalto diverso dal 2018© LAT Images

Il fondo del circuito del Montmelò offre tanto grip e le gomme sono particolarmente stressate dalla tipologia di tracciatura e dal carico aerodinamico utilizzato

F.P.

06.05.2019 ( Aggiornata il 06.05.2019 15:18 )

Torna in azione la gamma di mescole più dure tra le Pirelli 2019, dopo l’apparizione della C1 in Bahrain. Il Gran Premio di Spagna è diversissimo per stress scaricato sulle coperture e per le forze laterali presenti. Così, tre opzioni sul campo, da esaminare al venerdì per capire quale strada seguire con la strategia in gara, in funzione del rendimento sul passo.

MONTMELÒ SENZA SEGRETI

Le mescole C1, C2 e C3 hanno già saggiato l’asfalto del Circuit de Catalunya nei test, in particolare sono state le mescole C2 e C3 ad aver restituito indicazioni utili sui long run, dati che potrebbero essere più rappresentativi in virtù delle temperature ambientali previste (19° C di massima) il prossimo week end, vicine ai valori registrati nei test.

“Ci sono pochissimi segreti su Barcellona, per i team. Specialmente quest’anno, visti i test invernali disputati in condizioni meteo piuttosto buone, che dovrebbero essere più rappresentative della stagione”, commenta Mario Isola.

CARICO E CURVONI STRESSANO LE GOMME

La sfida tecnica sarà nel gestire le temperature degli pneumatici all’interno della finestra di funzionamento per trovare prestazione. L’elevata energia scaricata sulle curve veloci in appoggio e l’alto carico aerodinamico delle monoposto sono sfide diametralmente opposte a Baku, il surriscaldamento è tenuto sotto controllo dalle gomme dal battistrada assottigliato mentre in qualifica sarà fondamentale "tenere in vita" la gomma fino all'ultimo settore, quello più da trazione.

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Nella classificazione Pirelli, la pista di Barcellona registra un valore di 4 su 5 alla voce stress, forze laterali, carico e aderenza, mentre l’abrasività dell’asfalto è media. Fondo in evoluzione rispetto allo scorso anno, quando la nuova posa appiattì le sconnessioni e obbligò Pirelli a introdurre la specifica del battistrada assottigliato, per ridurre il surriscaldamento della gomma. Specifica, quella, diventata poi lo standard nello sviluppo della gamma 2019.

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La severità del tracciato sulle gomme si legge anche nelle pressioni minime di gonfiaggio imposte da Pirelli: 22,5 psi anteriori e 20,5 psi al posteriore, dove il camber massimo è limitato a -1,75 gradi rispetto ai “consueti” 2 gradi.

MACCHINE EVOLUTE, ALTRO SALTO PRESTAZIONALE

Dai riscontri delle prove invernali, il fondo del Montmelò ha subito un’evoluzione, che non altererà certo l’impostazione strategica di base, con un GP di Spagna da programmare su un unico pit-stop. Più variabili quanto a mescole da impiegare in gara, variabili da esaminare nelle libere 2.

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Rispetto alle monoposto scese in pista lo scorso inverno, da venerdì andranno in pista progetti già più evoluti e, per molti, con un importante pacchetto di sviluppi in arrivo, sul quale Mario Isola ha commentato: “Un certo numero di squadre sta pianificando l’introduzione di alcuni aggiornamenti alla monoposto, sarà perciò interessante vederne gli effetti sul comportamento della gomma, insieme all’evoluzione continua del nuovo asfalto, che abbiamo già rilevato in precedenza, quest’anno”.

FERRARI E RACING POINT NEI TEST GOMME

Nella due giorni di test successiva al Gran Premio di Spagna, ai test infracampionato si legherà la seconda uscita del programma Pirelli di sviluppo delle gomme 2020. Martedì e mercoledì saranno Ferrari e Racing Point a lavorare con il gommista e secondo il piano di lavoro definito da Pirelli.


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