F1: Wolff, Mercedes e il potenziale nel cassetto

F1: Wolff, Mercedes e il potenziale nel cassetto© sutton-images.com

Lo sviluppo della W10 consentirà ancora progressi dal concetto aerodinamico, più che dal fronte della power unit. Sulle diverse filosofie progettuali di Mercedes e Ferrari, Wolff dopo il GP di Spagna dice: "Entrambe possono avere un fondo di verita, tutto sta nello sviluppo"

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14.05.2019 15:53

Non sono mancati gli affinamenti tecnici in casa Mercedes, in un week end di gara dominato su ogni fronte. Interventi sui flap dell’ala anteriore, perfezionamento degli specchietti, dettagli innestati su un concetto aerodinamico opposto alle scelte operate dalla Ferrari in materia di gestione dei flussi che investono l’ala anteriore.

In inverno, i riscontri dei test raccontavano di una Rossa velocissima e di un’Alfa Romeo molto competitiva. Torni a Barcellona due mesi dopo e il quadro però è totalmente diverso. Un dettaglio richiamato da Toto Wolff, dopo il Gran Premio di Spagna, per dire come dalle scelte tecniche operate a Brackley potrà arrivare ancora tanto, in termini di potenziale tecnico da esprimere.

Valtteri Bottas ha iniziato la prima giornata di test in modalità raccolta dati, con ampie rastrelliere dietro le ruote anteriori e rilevatori posti sul fondo, nella zona davanti alle ruote posteriori. Mappature dei flussi per approfondire, con i riscontri della pista, i dati delle simulazioni e verificarne la corrispondenza.

IL TELAIO PUÒ OFFRIRE ANCORA MOLTO

Wolff, sulle aree di maggior crescita della W10, relega al secondo piano la power unit, non si attende enormi miglioramenti su un fronte “consolidato”. La power unit Spec 2 dovrebbe debuttare in Canada, seguendo il programma di sviluppi 2018, saltato per i problemi emersi al banco, tanto da far slittare al GP di Francia, allora, la seconda PU.

“Credo abbiamo ancora delle buone idee su come sviluppare maggior prestazione dal telaio. Siamo ancora solo alla quinta gara con questi nuovi regolamenti e c’è del potenziale in più da sbloccare.

Anche per questo motivo abbiamo scelto di seguire questa strada, sentivamo che con il concetto di ala anteriore imboccato, c’era maggior potenziale nel lungo termine, forse con il rischio di maggiori difficoltà nell’immediato”, commenta Wolff, dichiarazioni riportate da Racefans.net.

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Difficoltà finora circoscritte al week end in Bahrain e una debolezza relativa sui rettilinei ampiamente controbilanciata dalle prestazioni ottenute in curva, come il GP di Cina ha certificato.

CORRENTI FILOSOFICHE GIUSTE O SBAGLIATE

Durante i test invernali, Wolff si prestava al “gioco”, tanto diversa era la Ferrari, come Alfa Romeo, Toro Rosso, dalle idee di gestione dei flussi dall’ala anteriore. “Non cambi un’ala anteriore dall’oggi al domani, servono mesi di lavoro”, raccontava. Quasi a lasciar credere che Mercedes avrebbe seguito quella via. Un affinamento delle paratie esterne ha cercato un moderato aggiramento esterno delle ruote da parte dei flussi, non sui flap, fedeli al concetto della deviazione dei flussi al di sopra delle ruote anteriori.

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Dopo la gara di Barcellona, Wolff è tornato sulle differenze aerodinamiche di base tra W10 e SF90, per dire: “Quando guardiamo ai test invernali, chi era davanti è diverso da chi è davanti oggi, anche guardando alle lotte a metà schieramento.

Si tratta di due filosofie aerodinamiche diverse e forse c’è un fondo di verità in entrambe. In Formula 1 non c’è mai una domanda e una risposta o una pallottola argentata che giustifica prestazioni buone o cattive. Si tratta di sviluppare la macchina e mantenere il tasso di crescita elevato”.


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