GP F1 Canada, analisi prove: un venerdì da… cavallini

GP F1 Canada, analisi prove: un venerdì da… cavallini© sutton-images.com

Inaspettato salto in avanti da parte Ferrari nelle seconde libere, ma è ancora troppo presto per arrivare a conclusioni favorevoli per la Scuderia modenese

Maurizio Voltini

07.06.2019 22:51

La prima sessione di prove libere a Montreal ha riproposto la solita prima fila virtuale tutta Mercedes, ma anche se la pista sporchissima era evidentemente poco indicativa, non ci si aspettava certo di vedere che al termine della seconda sessione sarebbero invece state le Ferrari davanti a tutti, in particolare Charles Leclerc, più veloce di Sebastian Vettel giusto di 74 millesimi. Anche in questo caso, però, non vanno tratte conclusioni affrettate, per via di alcuni elementi e accadimenti. Per cominciare le temperature di ambiente e asfalto sono aumentate sensibilmente tra FP1 e FP2, e questo potrebbe aver favorito le Rosse; ma va anche detto che pure per domenica ci si aspettano condizioni su quest'ordine.

Risultati e classifica

Soprattutto non va dimenticato ciò che è successo a Mercedes, partendo dalla toccata in curva 9 che ha estromesso Lewis Hamilton dopo 8 giri. Apparentemente non vi erano troppi danni oltre al cerchio e al fondo "grattato", ma dopo un controllo più approfondito i tecnici hanno preferito non rimandare la macchina in pista. Dunque il 6° tempo di Lewis a soli 0"761 dal vertice è stato ottenuto con gomme medie e pista piuttosto "verde". Inoltre Valtteri Bottas è sì "dietro" col 3° tempo, ma a soli 0"134, e soprattutto è stato molto veloce nei long run. Quindi c'è ampio margine anche perché non si sa quanto siano state sfruttate davvero le nuove power unit montate da tutti i team motorizzati Mercedes.

Sono mancate anche le Red Bull, con Pierre Gasly solo 12° e comunque davanti a Max Verstappen, che però ha alzato il piede dopo aver toccato il "muretto dei campioni" in uscita dall'ultima esse, quando stava completando il giro in simulazione di qualifica. Tra gli altri "elementi perturbatori", inoltre, segnaliamo anche una certa difficoltà di sfruttamento delle Pirelli emersa soprattutto nei long run, quando le gomme soft hanno dimostrato di non riuscire a reggere bene più di 13-14 giri (quando la gara sarà su 70 giri). Così si sono rivelate molto efficaci le hard, e questo potrà condizionare le strategie di gara, anche se molto è dipeso dal grande scivolamento per mancanza di grip con la pista così sporca: vedremo se la situazione cambierà nel corso del weekend, ma c'è chi si sta già preparando a qualifiche Q2 su gomme medie.

In questa situazione è emerso in modo incredibilmente brillante Carlos Sainz, con il 4° tempo a soli 0"376 dal vertice. Una prestazione cronometrica che da un lato fa sospettare che per i primi ci sia in realtà altro margine, ma non si possono nemmeno sottostimare i quasi 4 decimi dati a Kevin Magnussen, che pure da 5° ha preceduto Sergio Perez di 65 ms. Seguono Daniel Ricciardo e Nico Hulkenberg staccati tra loro di 152 ms, con Lance Stroll 10° a ulteriori 3 ms. Del resto tra Magnussen 5° e Romain Grosjean 17° (ostacolato da Stroll) non stanno neanche 7 decimi (0"663) che "inglobano" praticamente tutto il gruppo.

In coda, Antonio Giovinazzi ha pagato l'incidente in FP1 (nello stesso punto di quello di Hamilton) che ha portato a lavorare a lungo sulla sua macchina, alla quale è stato sostituito precauzionalmente il cambio (ma non avrà penalità), e nei pochi giri effettuati in FP2 ha ottenuto il 18° tempo. Seguono sempre le Williams, con George Russell davanti a Robert Kubica di 0"251; ma l'importante è il divario dal vertice sui 3 secondi, non tantissimo rispetto ad altre volte ma pur sempre il doppio rispetto al gap di Grosjean (1"421). C'è da lavorare.


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