GP Belgio F1, analisi gara: Ferrari rompe il tabù

GP Belgio F1, analisi gara: Ferrari rompe il tabù© sutton-images.com

Finalmente alla 13esima gara stagionale la Scuderia riesce a tornare alla vittoria, con Leclerc. Ma non è stata facile (per nessuno)

Maurizio Voltini

01.09.2019 18:40

Quella di Spa-Francorchamps è sempre una pista impegnativa e dove non ci si può mai distrarre, e anche questa edizione 2019 del GP belga l'ha dimostrato. I tifosi Ferrari sono stati con il batticuore fino all'ultimo metro, quando Charles Leclerc ha tagliato il traguardo da vincitore con Lewis Hamilton appena dietro già a DRS aperto, dopo un recupero continuo negli ultimi giri. Un successo meritato e atteso – ci risulta sia il più giovane ad aver vinto con una Ferrari in F1 – purtroppo offuscato dalla prematura scomparsa nell'incidente del sabato in F2 dell'amico Anthoine Hubert, al quale è stata dedicata la prima vittoria in carriera del monegasco.

Che sulla distanza la Mercedes avesse più di una possibilità lo si sapeva e lo si è visto: per questo ha avuto senso, dopo aver passato indenni le prime curve, la preoccupazione del team Ferrari di non subire a tutti i costi un undercut dagli avversari: impostazione tattica che ha pagato con una vittoria che non aiuterà più di tanto in campionato, ma almeno fa "respirare". In questo comprensibile atteggiamento strategico ci ha (purtroppo per lui) rimesso Sebastian Vettel. Dopo una partenza in cui Hamilton era riuscito a passarlo alla prima curva, ha però restituito subito il "favore" prima di arrivare a Les Combes. Poi proprio per evitare ad ogni costo un overcut Mercedes, Sebastian è stato mandato al pit-stop al 15° giro: decisamente molto (troppo) presto rispetto all'ideale (per Pirelli circa al 20° giro).

Alla fine Seb è stato costretto a un secondo cambio gomme, non prima però di aver "tappato" un po' Hamilton nella sua rimonta: un fattore che ha il suo peso nella vittoria finale, senza per questo arrivare a togliere meriti a Leclerc; ma allo stesso modo si dovrebbe capire che il 4° posto finale di Vettel dietro a Valtteri Bottas (gara tranquilla/veloce per il finlandese, aspettando occasioni che non ci sono state) è frutto di una gara tutt'altro che ideale e non per demeriti del pilota. Alla fine resta giusto la soddisfazione (e il punto) del giro più veloce in gara.

Max Verstappen al via cerca di difendersi da Sergio Perez, ma così facendo arriva lungo su Kimi Raikkonen che viene mandato quasi a ribaltarsi. L'errore non rovina la gara solo all'alfista, ma anche a Max che si ferma dritto contro le barriere a Eau Rouge per via della ruota anteriore sinistra apertasi in seguito al contatto. Fra l'altro pericolosamente sfiorato a sinistra da Antonio Giovinazzi. Gara prima dolce e poi amara per il pilota italiano: gestisce bene la tattica di partire con gomme medie passando poi alle soft, con cui supera gli altri in sequenza. Gran sorpasso a Ricciardo, sale 9° e quindi a punti, ma malauguratamente sbaglia a Pouhon proprio al penultimo giro finendo violentemente contro le barriere. Per fortuna nessuna conseguenza fisica, ma è un vero peccato.

Ancor peggio è andata a Lando Norris, autore di una gara veloce e consistente, stava concludendo 5° a pieno merito quando il motore l'ha abbandonato proprio all'inizio dell'ultimo giro (per questo figura 11°, primo dei doppiati) dopo che per lo stesso motivo, ma parecchi giri prima (con avvisaglie già nel giro di schieramento), anche Carlos Sainz aveva dovuto abbandonare la gara. Tutti i motori hanno sofferto parecchio, in questo weekend. Ne approfitta in pieno Alex Albon, che così alla sua prima gara in Red Bull festeggia un ottimo 5° posto, ottenuto peraltro con bei sorpassi compreso quello all'ultimo giro con cui ha tolto la posizione a Sergio Perez passando con due ruote sull'erba in piena velocità (Checo è finito sotto investigazione, ma assolto).

Ottimo risultato di squadra per la Toro Rosso con Daniil Kvyat 7° e Pierre Gasly 8°: sembra che al francese l'aria di Faenza faccia decisamente meglio di quella a Milton Keynes… Tra i due si posiziona Nico Hulkenberg in una gara non facile in cui riesce in qualche modo a vincere vari duelli diretti; peggio è andata a Daniel Ricciardo, solo 14° con la macchina rovinata fin dal via per un contatto con Lance Stroll. Da parte sua il canadese completa il buon risultato complessivo della Racing Point concludendo 10°.

Kevin Magnussen e Romain Grosjean non vanno oltre il 12° e 13° posto con una Haas che veniva superata con incredibile facilità in rettilineo, mentre George Russell fa quel che può con la FW42 arrivando comunque 15° a nemmeno 9 secondi da Ricciardo e precedendo Kimi Raikkonen e Robert Kubica, ultimi al traguardo. Non crediamo si possa pretendere di più.


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