GP Stati Uniti F1, analisi qualifiche: Bottas colpisce

GP Stati Uniti F1, analisi qualifiche: Bottas colpisce© LAT Images

Valtteri emerge nel momento che conta, ma le prestazioni sono sempre molto ravvicinate e le previsioni per la gara restano aperte

Maurizio Voltini

03.11.2019 ( Aggiornata il 03.11.2019 00:36 )

La sorpresa delle qualifiche texane ad Austin è Valtteri Bottas: fino a quel momento in semiombra, in Q3 il finlandese ha invece portato subito una stoccata decisiva che non l'ha nemmeno costretto a ribattere il crono al secondo tentativo. Un margine sottile, 12 millesimi, ma sufficiente a fargli ottenere la sua 11ª pole position precedendo un altrettanto efficace Sebastian Vettel, che così lo affiancherà in prima fila anche se la posizione non è probabilmente la migliore, sul lato sporco della pista. È peraltro la 100ª volta che il tedesco parte sulla linea frontale dello schieramento.

Tra i pochi a migliorarsi nel secondo run in Q3, Max Verstappen e Charles Leclerc seguono davvero da vicino, con distacchi portati rispettivamente a 67 e 108 millesimi dal vertice. Il monegasco non sembra aver "pagato" più di tanto l'aver perso la FP3 e la sostituzione del motore, anche se l'attuale unità potrebbe manifestare maggiori differenze in gara. Comunque essere così ravvicinati lascia ovviamente aperte tante possibilità in corsa, anche se pure per Leclerc potrebbe esserci il problema di partire sul lato meno gommato. Leggermente più staccato Lewis Hamilton, ma parliamo sempre di soli 0"292 in conseguenza di un giro tutt'altro che perfetto e di un secondo run addirittura abbandonato prima di tagliare il traguardo.

Ovviamente si tratta di malaugurati errori episodici (pur se nel momento meno opportuno) che non tolgono proprio Lewis dalla lotta in gara, anzi. Anche perché non crediamo proprio che si accontenterà di quell'ottavo posto che gli basterebbe per assicurargli il sesto titolo mondiale. Da arte sua, anche Alex Albon ha sbagliato quando era meglio non farlo, ma in partenza potrebbe sfruttare il fatto di partire con gomme soft (anziché le medie di tutti i primi cinque) e quindi avere un buon inizio.

Alle spalle dei top team troviamo la McLaren, che ha monopolizzato la quarta fila con Carlos Sainz particolarmente efficace anche stavolta, con Lando Norris comunque riuscito in ultimo a riprendere la posizione da Daniel Ricciardo, mentre Pierre Gasly si è un po' "seduto" sul fatto di essere almeno in top ten, tanto che è risultato più veloce in Q1 che non successivamente. Soddisfatto (almeno nelle dichiarazioni) Nico Hulkenberg per l'11° posto in qualifica, escluso dalle Q3 per un solo decimo, dato che gli permetterà di scegliere la strategia in tema di gomme. Lo stesso per Kevin Magnussen, che ha fatto un mezzo miracolo nel riuscire a precedere Daniil Kvyat (di 1 centesimo) piazzandosi in sesta fila. Il russo si è visto annullato un crono ed è stato inoltre coinvolto in un episodio con Hamilton e Verstappen: in Q2 i tre si sono "ingolfati" in curva 19 rischiando il contatto, ma la direzione di gara ha preferito non intervenire.

Leggermente più indietro Lance Stroll e Romain Grosjean, che tuttavia restano tra quelli che potrebbero ben figurare in gara se avranno il giusto passo sulla distanza. Discorso che del resto può valere anche per Antonio Giovinazzi e Kimi Raikkonen, di poco fuori dalle Q2, il finlandese per un bloccaggio di troppo. Da vedere in gara, come invece viene difficile da pensare per George Russell staccato di 1 secondo, per quanto riuscito a stare a 2" dal vertice oggi. Con Robert Kubica ultimo sullo schieramento dato che Sergio Perez partirà dalla pitlane per una sanzione (piuttosto esagerata) in conseguenza di un mancato stop alla pesa in prove libere. In Racing Point ne hanno approfittato per sostituire praticamente l'intera power unit, eccetto batterie e centralina.


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