GP Australia, Vettel: 'Giusto interrogarsi sul perché siamo qui'

GP Australia, Vettel: 'Giusto interrogarsi sul perché siamo qui'© sutton-images

E' naturalmente la pandemia di coronavirus a tenere banco nel paddock a Melbourne, Vettel si interroga sull'opportunità di gareggiare e sposa le parole dure di Lewis Hamilton. La SF1000 battezzata Lucilla

Fabiano Polimeni

12.03.2020 07:33

Il tema sportivo è ben in secondo piano, al momento, a Melbourne. Il clima globale non consente diversamente, con emergenze da fronteggiare e contro le quali la Formula 1 prova a procedere, in una direzione ostinatamente contraria rispetto a quanto operato da altri business del motorsport. 

Di sport si prova a parlare nella prima conferenza del giovedì dell'anno. Così, Sebastian Vettel e la Ferrari. C’è un’impressione, supportata dalle valutazioni dei diretti interessati, con la quale la Ferrari si presenta alla vigilia del GP d'Australia: l’idea di una SF1000 migliorata nella prestazione in curva ma non ancora con il livello di prestazione complessiva necessario per sfidare Mercedes. Lucilla è una monoposto migliore rispetto a un anno fa. Lucilla è il nome che Sebastian Vettel ha scelto per la sua sesta Ferrari.

Macchina migliore, quanto rispetto agli altri?

Dalla conferenza stampa del giovedì, bruscamente interrotta nel segnale internazionale, Seb è tornato sulle prestazioni espresse nei test, per spiegare: “Credo che i test siano sempre difficili da decifrare, non si può mai sapere quale sia la posizione.

Il test ha degli aspetti positivi ma non molti, è la gara quello per cui siamo qui, siamo contenti di venire qui per vedere dove siamo.

La macchina rappresenta un passo avanti, come sempre impari dall’esperienza precedente, per tutti la macchina di quest’anno è migliore, dipende però dal livello raggiunto dagli altri.

Dà sensazioni migliori rispetto a un anno fa ma dipende cosa fanno gli altri”.

Coronavirus e Formula 1, perché?

Il dato tecnico-sportivo diventa marginale in una settimana di avvicinamento al Gran Premio d’Australia caratterizzata dall’escalation della diffusione globale del coronavirus. La Formula 1 è rimasta ferma sulla propria linea di un GP a Melbourne che verrà disputato, sebbene siano da seguire le prossime ore, che potrebbero portare a un annuncio dell’ultima ora degli organizzatori, la decisione di correre a porte chiuse, secondo rumours emersi stamani.

Hamilton ha commentato con parole nette, di critica, la presenza della Formula 1 in Australia. Sul punto, l’opportunità di gareggiare in uno scenario mondiale come quello in atto, Sebastian ha aggiunto: “E’ molto difficile dare un giudizio equo, molte competizioni sportive e grandi eventi sono stati rinviati e cancellati.

Come ha detto Lewis è giusto interrogarsi sul perché siamo qui. Dobbiamo avere fiducia nella FIA e nella FOM, che assumano più precauzioni possibili. La risposta che nessuno può darti è quanto tu possa controllare ciò che sta accadendo. Siamo qui, penso che sia un punto in cui provi a prenderti cura il più possibile”.

Aspettando gli esiti dei tamponi

Nel paddock i casi di sospetto contagio sono saliti, in totale sono quattro i membri in casa Haas, uno in McLaren, sui quali si resta in attesa della comunicazione dei risultati dei tamponi, per capire se effettivamente di coronavirus si tratta: con le conseguenze del caso, di messa in quarantena per chi è entrato in contatto con tali soggetti. Misure che renderebbero al limite per i team interessati poter gestire le operazioni in pista.

Vettel, su quella che potrà essere l’evoluzione delle prossime ore, ha aggiunto: “In un modo o nell’altro speri che venga assunta la decisione giusta. Se dovesse arrivarsi a scenari gravi, se dovessimo spingerci a tal punto, allora di certo andrebbe tirato il freno (sull’evento; ndr)”.


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