Racing Point ferma l'attività: ''Al ritorno in pista saremo pronti'

Racing Point ferma l'attività: ''Al ritorno in pista saremo pronti'© LAT Images

Otmar Szafnauer, team principal della scuderia di Stroll, spiega l'organizzazione del lavoro in Racing Point e assicura: "Quanto si tornerà a correre dovremo farci trovare pronti"

Fabiano Polimeni

26.03.2020 ( Aggiornata il 26.03.2020 14:45 )

A Silverstone sono scese le saracinesche in fabbrica per Racing Point. Tre settimane di stop, in quella che è la pausa estiva anticipata concordata da squadre, FIA e Formula 1, con libertà di selezione del periodo di interruzione delle attività, da completare entro fine aprile.

L'editoriale del Direttore: Bernie hai toppato, intanto si va avanti!

“Alla luce delle ultime direttive del governo nel Regno Unito abbiamo chiuso mercoledì sera, le porte resteranno chiuse per almeno tre settimane. Per come stanno le cose attualmente – ed è importante evidenziare che si tratta di una situazione in costante evoluzione – torneremo al lavoro giovedì 16 aprile.

Abbiamo lavorato tantissimo nelle ultime settimane per garantire a tutto lo staff che può lavorare da casa che avessero gli strumenti necessari per organizzare gli uffici a casa”, spiega Otmar Szafnaruer.

Congelare il vantaggio dei test

Lavoro dei tecnici che si trasferisce a casa, in smart working, per provare ad alimentare in qualche modo lo sviluppo dei progetti 2020, in attesa di riaprire le strutture.

Racing Point RP20, la “Mercedes in rosa”, dai test è uscita con una forza e competitività inattese. Con il rinvio dell’inizio del campionato dovrà dimostrare di aver congelato quel vantaggio e saperlo tradurre in punti una volta in pista: forse giugno, forse Montreal, forse in una fase successiva.

C’è poi l’orizzonte 2021, rinviato di un anno e con lo stop allo sviluppo dei progetti 2022 in galleria del vento destinato a essere in vigore fino al febbraio del prossimo anno. Impedirebbe comunque una fuga in avanti dei team più ricchi, i top tre, può trasformarsi in un piccolo vantaggio per livellare un po' di più il campo, oltre al tetto di spesa a 175 milioni di dollari.

Pronti alla ripartenza

Il limbo in cui vive la Formula 1 (e non solo) a causa della pandemia di coronavirus è inedito, arrivato in una fase nella quale le prospettive erano tutt’altre: spese e ricerca, sviluppo parallelo di due progetti, una corsa a presentarsi nelle migliori condizioni possibili all’occasione del cambio di regolamento tecnico.

“Viviamo una situazione senza precedenti, in cambiamento giornaliero. Al momento non possiamo dire in alcun modo, con certezza, quando torneremo alla normalità. Ci sono così tanti fattori che sfuggono al nostro controllo.

Considerato tutto ciò, un’altra decisione assunta da squadre e FIA è stato il rinvio dell’introduzione dei nuovi regolamenti al 2022. Sia dal punto di vista logistico che dei costi è una scelta perfettamente assennata. Ovviamente ciò non vuol dire che potremo permetterci di prendercela con calma quanto torneremo al lavoro. Quanto finalmente torneremo in pista dovremo essere nella posizione di poter competere, qualsiasi regolamento ci sia. Abbiamo ancora tanto lavoro davanti e saremo pronti ad affrontarlo quando sarà il momento”, assicura il team principal.


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