Charles racconta l'esperienza del lockdown, i nuovi impegni al di fuori della Formula 1, il rapporto con la celebrità e l'attesa verso il primo GP stagionale dopo molti mesi di inattività al volante
Spazio al Charles-pop in tv, a chiacchierare con Alessandro Cattelan nel salotto di E poi c’è Cattelan. L’impatto con la celebrità dell’essere pilota Ferrari, la vita durante il lockdown a digiuno di Formula 1, fino alle nuove esperienze tra cinema a moda.
Il fascino di Leclerc esaltato da Lelouch
Un modo per presentare un altro Leclerc al pubblico, un ragazzo di 22 anni prima ancora che grandissimo talento del volante. Confinato in casa a Montecarlo durante il lockdown, il simulatore è stato l’unico strumento di guida disponibile in assenza dell’azione in pista, che tornerà in Austria, a inizio luglio: “Sarà abbastanza difficile, è uno sport nel quale non ci possiamo allenarsi in pista, per 5 mesi - o non so quanti saranno a luglio - non avremo fatto nemmeno un giro nella realtà e la ripresa sarà difficile”.
Sui social ha documentato la vita domestica, compreso l’episodio della fidanzata rimasta chiusa fuori casa, costretta a pagare su Twitch per avvisare Charles: “Speravo di non raccontarla però sì… mi è andata bene, ho dormito una notte sul divano poi però mi ha riaccettato nel letto. L’ha presa bene.
Del simulatore, veramente ha capito che è lavoro, passavo tanto tempo su questo simulatore, lei non capiva, diceva ‘come fai a stare su uno schermo così tanto’. Poi le ho detto provalo tu: è salita alle 7 di sera e non si fermava più, fino a mezzanotte”.
Un week end alle spalle speso sulle strade di Montecarlo, con Lelouch a dirigere un cortometraggio e animare di velocità le stradine orfane della Formula 1, il nuovo ruolo da testimonial Armani.
C’è un extra-Formula 1 di esperienze nuove che Charles precisa: “Rappresentare un marchio come Armani è un grandissimo onore, sono cose nuove, non è una distrazione, facciamo tutto perché non mi distragga da quello che so fare: la guida. Ho fatto un piccolo film che sarà bello, non ho fatto l’attore ma il pilota”.
Il rapporto con la popolarità è in due situazioni opposte: la prima gara in Australia, da debuttante in Formula 1 e la vittoria a Monza nel 2019. “Certo che c’è gente che non mi conosce, anche tanta. A Monza lo scorso anno ho vinto la gara, c’era da festeggiare la sera, ho preso un taxi per andare nel posto della festa e il tassista mi dice ‘Siete andati al GP oggi? Com’e stato, ho sentito che la Ferrari ha vinto. Bravo il giovane’. Ho detto ‘Grazie’. Non mi conosceva assolutamente.
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Invece, la mia prima gara in F1, eravamo in Australia e avevamo preso il volo di rientro, prendo il taxi dopo il GP, vedo che non avevo soldi, c’era un tifoso per strada e mi ha pagato il taxi”.
Il riferimento sportivo, Ayrton Senna, raccontato nelle parole di papà Hervé, scomparso poco prima che si materializzasse il sogno di Charles, di diventare pilota Ferrari: “Mio padre era pilota, la mia più grande ispirazione è stato Senna. Mio padre era un suo grandissimo tifoso e mi ha raccontato tanti aneddoti che ha visto dal vero; Ayrton aveva tantissimo talento ma anche tanto lavoro dietro e mi ha ispirato.
Mia madre tranquilla nel vedermi correre, no. Con gli anni si è abituata, ha capito che era la cosa che volevo fare, le faceva più piacere vedermi contento che non la paura che aveva”.
Dal lockdown causato dal coronavirus racconta come non siano migliorati più di tanto i risultati ai fornelli, “abbiamo trascorso più di un mese in lockdown e sono rimasto allo stesso livello. Ho mangiato solo pasta in bianco e pollo, aspetto riaprano i ristoranti. Ho fatto progressi sulla pasta, ora la cottura è buona: penne al burro… sto migliorando. Anche la carbonara. La panna? Si mette, certamente…. Scherzo, scherzo”.
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