GP Brasile, l'ira di Interlagos verso Liberty Media

GP Brasile, l'ira di Interlagos verso Liberty Media© LAT Images

L'accusa del promoter è di aver violato il contratto in essere, Interlagos avrebbe potuto garantire la bolla e sicurezza dettati dal protocollo sanitario della FIA. In scadenza di contratto nel 2020, la cancellazione potrebbe diventare partita di scambio nelle discussioni di rinnovo

F.P.

27.07.2020 ( Aggiornata il 27.07.2020 09:58 )

Non l’hanno presa bene, a Interlagos, la decisione di Liberty Media di cancellare dal calendario il Gran Premio del Brasile. Una reazione che si inserisce in un quadro di contratto in scadenza con l’edizione che si sarebbe dovuta correre il prossimo novembre, trattative da portare avanti con la concorrenza di Rio de Janeiro, sebbene su un impianto ancora tutto da realizzare.

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Il promoter della gara a Interlagos spiega come, a San Paolo, la Formula 1 avrebbe trovato la “bolla” di isolamento necessaria. Brasile, secondo Paese al mondo per numero totale di casi di coronavirus, arrivati a 2,4 milioni. 

“La cancellazione non ci coglie di sorpresa, però devo dire che le ragioni addotte non possiamo accettarle. Parlano del tasso di infezione del virus in Brasile, il che equivale a confrontare la Florida alla California in un paese come il Brasile, di dimensioni continentali.

Abbiamo tutti i numieri per lo Stato e la città di San Paolo, sono stati sottoposti alla Commissione medica della FIA. Sono numeri molto buoni, se si osservano i numeri di San Paolo - anche del Brasile - in proporzione rispetto all’Inghilterra, sono decisamente migliori”, le parole di Tamas Rohoniy a motorsport.com.

“Quando leggi questo avviso di cancellazione che abbiamo ricevuto dalla FOM ieri (venerdì; ndr), semplicemente non sta in piedi. È chiaramente una specie di ragione quasi inventata per cancellare la gara”, l’affondo diretto.

Irrilevante il parere dei team

Promoter che non esclude la possibilità di adire le vie legali contro Liberty Media per quella che ritiene una violazione contrattuale, mancando a loro dire le basi per giustificare la cancellazione. Dietro la decisione della Formula 1, anche la posizione di 5 squadre, preoccupate di una trasferta in Brasile con l’attuale scenario di diffusione della pandemia.

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“Uno dei motivi addotti è che 5 squadre hanno espresso preoccupazione. Bene, nessuno dei contratti di Formula 1 dice ‘Verremo a correre nel vostro paese se ai team piace’”. Gli accordi con il promoter hanno solo una clausola che permette a una delle parti di rompere il contratto, nessuna tra queste (addotte da F1; ndr) è di forza maggiore. Stiamo raccogliendo dei consulti legali perché ci sono perdite enormi per la municipalità e la mia compagnia”, spiega il promoter.

Alla luce del contratto in scadenza sarà interessante seguire la vicenda per capire se la cancellazione sarà una rottura definitiva che porterà la Formula 1 verso Rio de Janeiro, oppure, la questione si comporrà con un’estensione dell’accordo con Interlagos.

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