Masi ribadisce il no alle vie di fuga in ghiaia ovunque

Masi ribadisce il no alle vie di fuga in ghiaia ovunque© LAT Images

Il Mugello resterà unico per la sfida proposta ai piloti, felici di riportare la ghiaia nelle vie di fuga e sostituire molti punti in asfalto su altre piste. Michael Masi spiega come non sia una soluzione valida per tutti i circuiti e gestori

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F.P.

16.09.2020 ( Aggiornata il 16.09.2020 17:57 )

Metti le ruote un po’ più in là del cordolo ed eccoti a muro, come Norris al venerdì. Cerchi il giro della vita, come dev’essere in qualifica, e Russell dà spettacolo. La ghiaia nelle vie di fuga al Mugello è uno dei (tanti) fattori costitutivi del successo registrato da un circuito che ha lasciato i piloti entusiasti per la sfida massima di fronte alla quale li ha posti.

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Curvoni veri, la consapevolezza di come l’errore si paghi irrimediabilmente, insabbiato o contro le barriere. In una sorta di carta d’identità del circuito da Formula 1 sono elementi che non dovrebbero mancare. Eppure, Michael Masi frena sulla possibilità di un ritorno alle vie di fuga con la ghiaia. Che ti risolvono anche il “problema” di dover controllare i limiti della pista con i sensori, pronti a cancellare il tempo se metti le ruote 2 centimetri oltre il sensore.

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A ciascuno la sua via di fuga

“No, non possiamo averle ovunque. Non si tratta di una soluzione adatta per tutte le piste, come ho detto svariate volte: dobbiamo trovare le soluzioni adeguate per ogni proprietà dei circuiti e gli operatori. E continueremo a lavorarci, ne abbiamo già discusso con i piloti. Penso sia un po’ troppo da chiedere, non è la soluzione ovunque, mettiamola così, le parole del direttore di corsa, riportate da Autosport.

Ai piloti piacerebbe eccome, anche in una forma intermedia, di misto ghiaia-asfalto, così da produrre una vera penalizzazione nella guida e prestazione per il pilota che supera il limite: “Potremmo avere inizialmente una striscia di ghiaia, perciò non c’è motivo di andare larghi, poi avere l’asfalto a vantaggio di spazi di fuga inferiori e portare gli spettatori più vicini alla pista, rendere le cose più sicure per noi, in modo che le macchine rallentino se perdi il controllo o altro”, le parole di Vettel.

Sochi ipse dixit

A sostenere le ragioni delle vie di fuga in asfalto, anche un aspetto non secondario in certi casi, di utilizzo dei circuiti oltre le competizioni e a vantaggio dei track day. Un particolare fatto notare nei mesi scorsi dal promoter del GP di Russia e gestore dell’autodromo a Sochi – agli antipodi rispetto alla spettacolarità del Mugello –: “Ci era stato chiesto di sostituire le vie di fuga in asfalto con la ghiaia in alcune curve.

Per noi è inaccettabile, la F1 corre un week end ma il circuito lavora tutto l’anno e dovrebbe essere anche ‘amico’ dei privati e delle aziende clienti. Un incidente di un amatore in una macchina nella ghiaia è garantito nei danni alla verniciatura. Gestori di piste come Francia e Abu Dhabi sono in una situazione simile”.

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