GP Portogallo, i 5 temi del fine settimana a Portimao

GP Portogallo, i 5 temi del fine settimana a Portimao© Getty Images

Hamilton, che numeri. La Ferrari migliora, Kimi invece fa la storia. Mentre in casa Red Bull...

26.10.2020 ( Aggiornata il 26.10.2020 11:40 )

Eppur si muove

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Qualcosa si è visto. Ed anziché il solito palliativo, stavolta è sembrata una terapia funzionale, con qualche risvolto duraturo. Per esserne certi, ripassare da Imola ed Istanbul, ma intanto a Portimao la situazione è leggermente migliorata. Per dare per buona la “ripresa” della Ferrari, se così si può parlare di una macchina che prende più di un minuto a fine corsa, serviranno altre verifiche, perché Portimao ha rappresentato una serie di circostanze particolari. In primis, una pista nuova, nuovissima, dove la confidenza del pilota valeva più di un click in più o in meno di un'ala, ed in questo Leclerc è stato un valore aggiunto. Poi la questione dell'asfalto, con le gomme Pirelli a non funzionare come ci si sarebbe aspettati: in qualifica morbida e media che quasi si equivalgono nelle prestazioni, poi in gara una soft che dura una manciata di giri mentre la medium che sembra poter fare quasi tutta la gara (chiedere ad Ocon, autore di un primo stint lungo 53 giri con le gialle). Infine, le caratteristiche della pista: un circuito da alto carico aerodinamico, nella configurazione migliore (o forse sarebbe più corretto dire la “meno peggiore”) per la SF1000, con due soli rettilinei e per di più neanche così lunghi, aspetto che ha aiutato la Rossa in uno dei suoi difetti più marcati, la resistenza all'avanzamento.

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Il passo avanti è stato certificato dai numeri, con un Leclerc che in qualifica è riuscito a portare in alcune curve anche più velocità di Hamilton. In curva 1, nel confronto tra i rispettivi migliori giri in prova, Charles è transistato con 5 chilimoetri orari in più dell'inglese, ripetendosi alla 3 (+2 km/h), alla 5 (+4), alla 13 (ancora +4) ed alla 14 (+2). Hamilton, va detto, è stato superiore in quasi tutto il resto della pista, con la velocità di punta al vantaggio della Mercedes (322 a 316). Dati da analizzare tenendo presente che le W11 si sono presentate leggermente più scariche di ali a Portimao. Comunque, alla fine della Q3 Charles ha accusato un ritardo di 438 millesimi (0”174 di ritardo nel primo settore, 0”173 nel secondo e 0”091 nel terzo), per un distacco al chilometro di poco inferiore al decimo di secondo (0”094), il più basso della stagione. Indicazioni positive anche dalla domenica, quella che in Ferrari temevano di più: anche in questo caso la SF1000 è andata meglio rispetto alla media stagionale, senza accusare un marcato degrado e riuscendo a confermare la posizione di partenza, con Charles che, in difficoltà al primo giro con la pioggia leggera (ha faticato a mandare in teperatura le gomme), è riuscito addirittura a risalire. Tempi alla mano, senza incidenti le due Racing Point, soprattutto Perez, avrebbero potuto rappresentare una minaccia per il monegasco, ma tutto sommato la corsa è stata positiva. Però, il Gp ha visto nuovamente aumentare il distacco; se in qualifica Charles si è preso quattro decimi abbondanti, in gara il divario è risalito a circa un secondo al giro: il ferrarista infatti ha chiuso a 1'05” da Hamilton, cioè 65 secondi di distacco, su una corsa di 66 giri, il che fa appunto un secondo a tornata. La risalita è appena cominciata.

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