Hamilton: 'Ferrari un'icona ma non rispecchia i miei valori'

Hamilton: 'Ferrari un'icona ma non rispecchia i miei valori'© Getty Images

Lewis torna a parlare della possibilità che un giorno corra per il Cavallino, scenario che esclude. A chi mette in dubbio i successi per il vantaggio tecnico assicurato dalla Mercedes ricorda la sfida con Alonso e immagina un confronto con Verstappen

Fabiano Polimeni

26.11.2020 ( Aggiornata il 26.11.2020 14:47 )

Ne ha per la FIA e Vitaly Petrov, come per il razzismo dell’ex presidente Trump, Lewis Hamilton nell’intervista concessa all’edizione britannica di GQ. La Federazione, rea di poca coerenza tra i valori che professa e la nomina del pilota russo tra i commissari di gara del GP del Portogallo, dopo le uscite a dir poco infelici su gay e diritti umani – all’indomani del GP di Toscana nel quale Lewis indossò una maglietta per sollevare la vicenda dell’uccisione di Breonna Taylor –.

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Petrov sul quale dice: “Non lo conosco molto e non voglio commentare se sia bravo o meno, penso che i suoi risultati parlino da sé nella sua carriera, credo che sia stato un passo della direzione errata o anche un passo indietro”, riferendosi all’incarico dato al russo.

Rispetto per la Ferrari ma visioni distanti

Hamilton parla anche di vita sportiva, oltre i primati. Parla di Ferrari, un anno fa accostamento ricorrente, voci col senno di poi – e gli sviluppi contrattuali soprattutto su Max Verstappen in Red Bull – fatte circolare ad arte, non senza il dato reale di contatti e incontri avvenuti tra la dirigenza Ferrari e Lewis.

Non si vede a Maranello, Hamilton: “Non accadrà, penso non si verificherà la cosa in Ferrari. Ho sempre avuto pensieri positivi sulla Ferrari, ho visto Michael vincere lì e sono sempre stato un tifoso Ferrari. Ricordo come sia stata una Ferrari una delle prime auto che ho comprato.

Sono una squadra e un marchio straordinariamente iconici. Specialmente la squadra, durante il mio tempo… ci sono state delle cose che ho visto e sento non rispecchino necessariamente i miei valori e il mio approccio. A ogni modo è un team che qualsiasi pilota sogna cosa voglia dire sedersi nell’abitacolo rosso. Nessuna mancanza di rispetto nei loro confronti ma, quando mi ritirerò, voglio lavorare con Mercedes nell’aiutarli a essere ancora migliori nel mondo esterno: faranno sempre auto splendide ma come possiamo diventare un’industria con maggiore eterogeneità?”.

I detrattori a oltranza

Non va oltre Lewis, non indica gli aspetti che lo portano lontano dalla visione Ferrari. C’è la conferma di un legame che sarà ancora a lungo con Mercedes. E inevitabilmente di Mercedes, di superiorità tecnica, si parla nell’elencare i primati conquistati da Hamilton. Carlos Sainz, recentemente, ha chiarito come a suo modo di vedere il 90% dei piloti che dovessero correre contro Hamilton, a parità di macchina, non riuscirebbero a batterlo.

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Dopo aver assicurato su margini ulteriori di miglioramento, Lewis ribadisce: “Le mie doti diventano sempre più acute, le intuizioni e la comprensione della strategia, delle gomme, divento più forte e non me lo aspettavo.

Non so quando la crescita inizierà ad appiattirsi, sono consapevole che miglioro e questo avviene grazie al duro lavoro, non è una coincidenza che guidi come guido.

Viviamo oggi in uno sport nel quale c’è un tale divario tra le squadre e le persone provano a sminuire ciò che faccio per la macchina che ho. Senza dubbio, mi piacerebbe avere chiunque sulla stessa macchina e su una pista che ti permette davvero di gareggiare, vedremmo allora… Come Alonso, l’ho battuto al primo anno, avevo 22 anni ed ero un debuttante e finii davanti a lui. Oggi le persone parlano di Max, probabilmente non avverrà mai ma se arrivasse nel mio team e io facessi il lavoro che faccio adesso e riuscissi a batterlo, la gente direbbe che le cose sono truccate”.


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