Lewis torna a parlare della possibilità che un giorno corra per il Cavallino, scenario che esclude. A chi mette in dubbio i successi per il vantaggio tecnico assicurato dalla Mercedes ricorda la sfida con Alonso e immagina un confronto con Verstappen
Ne ha per la FIA e Vitaly Petrov, come per il razzismo dell’ex presidente Trump, Lewis Hamilton nell’intervista concessa all’edizione britannica di GQ. La Federazione, rea di poca coerenza tra i valori che professa e la nomina del pilota russo tra i commissari di gara del GP del Portogallo, dopo le uscite a dir poco infelici su gay e diritti umani – all’indomani del GP di Toscana nel quale Lewis indossò una maglietta per sollevare la vicenda dell’uccisione di Breonna Taylor –.
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Petrov sul quale dice: “Non lo conosco molto e non voglio commentare se sia bravo o meno, penso che i suoi risultati parlino da sé nella sua carriera, credo che sia stato un passo della direzione errata o anche un passo indietro”, riferendosi all’incarico dato al russo.
Hamilton parla anche di vita sportiva, oltre i primati. Parla di Ferrari, un anno fa accostamento ricorrente, voci col senno di poi – e gli sviluppi contrattuali soprattutto su Max Verstappen in Red Bull – fatte circolare ad arte, non senza il dato reale di contatti e incontri avvenuti tra la dirigenza Ferrari e Lewis.
Non si vede a Maranello, Hamilton: “Non accadrà, penso non si verificherà la cosa in Ferrari. Ho sempre avuto pensieri positivi sulla Ferrari, ho visto Michael vincere lì e sono sempre stato un tifoso Ferrari. Ricordo come sia stata una Ferrari una delle prime auto che ho comprato.
Sono una squadra e un marchio straordinariamente iconici. Specialmente la squadra, durante il mio tempo… ci sono state delle cose che ho visto e sento non rispecchino necessariamente i miei valori e il mio approccio. A ogni modo è un team che qualsiasi pilota sogna cosa voglia dire sedersi nell’abitacolo rosso. Nessuna mancanza di rispetto nei loro confronti ma, quando mi ritirerò, voglio lavorare con Mercedes nell’aiutarli a essere ancora migliori nel mondo esterno: faranno sempre auto splendide ma come possiamo diventare un’industria con maggiore eterogeneità?”.
Non va oltre Lewis, non indica gli aspetti che lo portano lontano dalla visione Ferrari. C’è la conferma di un legame che sarà ancora a lungo con Mercedes. E inevitabilmente di Mercedes, di superiorità tecnica, si parla nell’elencare i primati conquistati da Hamilton. Carlos Sainz, recentemente, ha chiarito come a suo modo di vedere il 90% dei piloti che dovessero correre contro Hamilton, a parità di macchina, non riuscirebbero a batterlo.
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Dopo aver assicurato su margini ulteriori di miglioramento, Lewis ribadisce: “Le mie doti diventano sempre più acute, le intuizioni e la comprensione della strategia, delle gomme, divento più forte e non me lo aspettavo.
Non so quando la crescita inizierà ad appiattirsi, sono consapevole che miglioro e questo avviene grazie al duro lavoro, non è una coincidenza che guidi come guido.
Viviamo oggi in uno sport nel quale c’è un tale divario tra le squadre e le persone provano a sminuire ciò che faccio per la macchina che ho. Senza dubbio, mi piacerebbe avere chiunque sulla stessa macchina e su una pista che ti permette davvero di gareggiare, vedremmo allora… Come Alonso, l’ho battuto al primo anno, avevo 22 anni ed ero un debuttante e finii davanti a lui. Oggi le persone parlano di Max, probabilmente non avverrà mai ma se arrivasse nel mio team e io facessi il lavoro che faccio adesso e riuscissi a batterlo, la gente direbbe che le cose sono truccate”.
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