Vettel l'ecologista: così la F1 può tornare guida tecnologica

Vettel l'ecologista: così la F1 può tornare guida tecnologica© Getty Images

Il tema dei carburanti sostenibili è cruciale perché la F1 torni a essere banco tecnologico con ricadute sui trasporti di tutti i giorni. L'ibrido attuale è inutile ai fini pratici di chi guida le auto di serie

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Fabiano Polimeni

29.12.2020 ( Aggiornata il 29.12.2020 12:53 )

Il verde di Sebastian Vettel non sarà solo sulla tuta Aston Martin nel 2021. E’ un pensiero (e modi) attenti alla tematica ambientale, al di là delle posizioni da puro appassionato, spesso espresse in passato – perlopiù quando la power unit lo ha appiedato – del desiderio di tornare a una Formula 1 con motori V10 o V12.

Sainz merita più rispetto

Racconta come provi a fare del proprio meglio, contribuire alla tutela dell’ambiente e, intervistato dal Frankfurter Allgemeine Zeitung, accusa anche la Formula 1: il massimo laboratorio di ricerca tecnologica nelle corse dovrebbe cogliere l’occasione, soprattutto sui carburanti sintetici di seconda generazione, per accelerare e fare di più. È visto come il settore di ricerca che potrebbe, dalle corse, passare alla produzione di serie in modo ben più concreto di quanto non sia possibile con le power unit ibride attuali.

Accelerare sulle benzine sintetiche

“Le corse sono la mia passione e, anziché seppellire la passione, uno dovrebbe chiedersi se possa essere disegnata in un modo tale che sia anche utile. Non è dicendo ‘è cattiva, devi farne a meno’, si tratta di vedere le possibilità di fare meglio, che può voler dire più divertimento e sostenibilità.

L’impiego di biocombustibili di seconda generazione sarà obbligatorio ma non prima del 2025/2026. Trovo che sia molto, molto deludente perché entro il 2025 ci saranno sicuramente stazioni di servizio che venderanno carburante ottenuto al 100% da fonti rinnovabili”, spiega Seb.

Un ibrido da F1 inutile nel mondo reale

Dell’irrilevanza del sistema ibrido delle power unit è noto: MGU-H e MGU-K non rappresentano schemi di ibrido di alcun interesse per la grande produzione in serie, dove il rendimento termico arriva oltre il 40% con le auto full hybrid ma per altre strategie di impiego del motore benzina e dei motori elettrici.

In Formula 1 guidiamo il motore termico più efficiente al mondo (punte di efficienza del 60%; ndr) ma non dà alcun apporto al mondo reale per il modo in cui lo utilizziamo e non troverà mai la propria via nella produzione di serie. Le uniche cose che vengono trasferite sono il messaggio e il marchio, perché il sistema ibrido è visto in modo molto più positivo per l’equilibrio ambientale che non il motore termico normale. La cosa deludente è il non cogliere l’opportunità, dopo molto tempo la Formula 1 potrebbe nuovamente essere pioniere nella tecnologia.

E’ sempre stata vista come una serie ad alta tecnologia, non abbiamo il controllo di trazione, l’Abs, il controllo di stabilità: tutte cose che sono in una moderna auto e che sono state sviluppate in pista.

Abbiamo, senza dubbio, compiuto grandi progressi nel campo della sicurezza. Però, trasferire la tecnologia del motore alla produzione di serie è irrealistico perché sono diversissimi i modi di impiego: in pista, costantemente con il pedale dell’acceleratore in pieno e l’energia da recuperare ed essere rilasciata in fretta. Un motore convenzionale per la strada richiede l’esatto opposto; poi, le auto costerebbero 10 volte il loro prezzo attuale”, l’analisi di Vettel.

Le abitudini quotidiane 

Ai piloti con posizioni attente al tema ambientale si rinfaccia, solitamente, il far parte di un’elite che trascorre tantissimo tempo in volo (inquinando), che sia per correre i Gran Premi o partecipare agli eventi.

Marko rilancia l'ipotesi del motore Red Bull nel 2025

Vettel prova a spiegare come, il proprio stile di vita, cerchi di essere attento all’ambiente, “ho adattato sempre più i miei comportamenti, programmo esattamente dove andare in macchina o in treno, o se sono disponibili dei voli di linea. Anche a casa provo a utilizzare le risorse in modo più efficiente, provando ad acquistare ciò che davvero ci serve e non buttare via nulla.

A volte sarei molto contento di guidare un’auto elettrica ma sorge subito la domanda su come è caricata la batteria: se la ricarico a casa utilizzo energia da fonti rinnovabili, è più difficile capire da quale fonte avvenga la ricarica su strada. È energia da una centrale a carbone? Allora non è più sostenibile. Sicuramente il passaggio alla mobilità elettrica è un passo importante ma, dal mio punto di vista, il grande potenziale è nello sviluppo di un carburante per 1,3 miliardi di auto e per le navi e gli aerei, che non porti uno scarso equilibrio nelle emissioni di Co2”.

Scene da F1 e fuori dai tempi

Non manca una sferzata ulteriore alla Formula 1 e ad alcuni promoters dei Gran Premi: “La gravità della situazione ambientale non è compresa, lo trovo frustrante.

La Formula 1 dovrebbe portare benefici a tutti, anche alle persone che non seguono le gare. Ha bisogno di una strategia complessiva e credo che abbiamo ignorato il tema della tecnologia per l’ambiente come un’area di sviluppo per troppo tempo.

Si potrebbero cambiare tante cose in un solo colpo, ad esempio, prima delle partenze volano sulla griglia dei jet, squadre acrobatiche di volo e, prima della pandemia, sulle teste del pubblico dei 747 vuoti a bassa quota. Ci sono sponsor che li finanziano, alcuni Paesi possono dimostrare la propria forza, penso che questo sia fuori dai tempi e inutile”.


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