Il debriefing post GP Spagna: "equilibri", la parola d'ordine del Mondiale 2021

Il debriefing post GP Spagna: "equilibri", la parola d'ordine del Mondiale 2021

Dopo quattro gare dal via sono due le situazione cristallizzate e confermate anche dal verdetto sul circuito di Barcellona: la lotta Hamilton-Verstappen e la battaglia nelle seconde linee tra Ferrari e McLaren

Giorgio Ferro

18.05.2021 15:59

Equilibrio. Nel debriefing dopo il primo GP di quest’anno in Bahrain avevamo evidenziato l’equilibrio di performance che era emerso tra le vetture. Inatteso. Certo, non ci si poteva sbilanciare in verità assolute, ma era una piacevole novità per lo spettacolo che sembrava poter illuminare di luce nuova il palcoscenico mondiale. Poi era ovvio che, alla prima gara della stagione e dopo tre soli giorni di preparazione, nessuna vettura aveva potuto esprimere al 100% tutto il proprio potenziale e quindi qualsiasi affermazione avrebbe dovuto essere considerata col beneficio di inventario. Però, un avvicinamento delle forze in campo sembrava esserci davvero.

Ebbene oggi, dopo altri tre Gp in archivio, possiamo affermare che “equilibrio” è effettivamente ancora la parola d’ordine di questo Mondiale. O meglio, equilibri, al plurale. Perché di situazioni equilibrate di abbiamo due, cristallizzate, ed ormai lo possiamo affermare con una certa dose di affidabilità. Un equilibrio coinvolge i primi della classe con la Mercedes (principalmente quella guidata da Hamilton) che non è più la dominatrice sola e indisturbata dei weekend di gara, ma è insidiata molto da vicino dalla Red Bull (diciamo Verstappen). Ed una seconda zona di equilibrio raggruppa le seconde linee dello schieramento con Ferrari e McLaren nella quale, alternativamente, si sono inserite a volte l’Alpha Tauri ed a volte l’Alpine (partita male ma ultimamente competitiva). Per giocarsi quasi alla pari le proprie chances in Q3, senza peraltro avere la forza di scalare in prima fila. E, di conseguenza, uscendo alla domenica dai giochi di una possibile vittoria finale.

Qualifiche di Barcellona: l'analisi

Ma andiamo con ordine e partiamo dalle qualifiche. Anche a Barcellona le vetture 2021 sono andate più piano dell’anno scorso. Sappiamo già il perché (gomme meno performanti nel giro secco, minor effetto suolo concesso dal regolamento tecnico). Tuttavia – come avevamo già notato in Bahrain e come si è ripetuto anche a Imola e Portimao – non tutte le vetture hanno “rallentato” in modo uniforme. Finora c’è stato chi ha perso anche solo 5-6 decimi al giro e chi invece ha perso per strada ben più di un secondo.

Ecco allora che ritroviamo alcune conferme di quanto già evidenziato in Bahrain e, dopo 4 Gp, possiamo avere una fotografia più nitida del potenziale delle vetture 2021.

Innanzi tutto notiamo che la Ferrari ha perso sul giro meno di tutti guadagnando mediamente più di 3 posizioni in griglia rispetto alla stagione scorsa. Ok, l’abbiamo già detto… la SF1000 era davvero inguardabile, ma ad oggi possiamo dire che la SF21 si è ripresa un posto perlomeno decente nel Mondiale. Dall’altro estremo di questo ranking troviamo Aston Martin e Haas che hanno perso mediamente più di un secondo e mezzo ed un bel po’ di posizioni. E troviamo anche la Mercedes che, mediamente, ha perso più di un secondo e 3 decimi al giro nelle quattro qualifiche finora disputate, vedendo eroso gran parte del margine di vantaggio che aveva costruito negli anni scorsi.

Ecco allora che ci spieghiamo come mai la Red Bull abbia avvicinato al vertice la Mercedes. Nel 2020 Verstappen aveva occupato abbastanza stabilmente la seconda fila, mentre in questo inizio di Mondiale è quasi sempre partito più avanti (Portimao esclusa), “rallentando” mediamente di soli 8 decimi. Sicuramente Newey ed il suo staff (ma anche la Honda) hanno fatto un ottimo lavoro compensando, perlomeno nel giro secco, il downgrade prestazionale imposto dal regolamento tecnico con uno sviluppo vettura decisamente efficace. Però il tutto è stato amplificato nei suoi effetti finali dal rallentamento dello sviluppo della Mercedes che, almeno finora, non è riuscita a tenere lo stesso ritmo a cui ci aveva abituati per tutti questi anni. Ed ecco dunque che i Campioni del Mondo non sono più soli ed incontrastati nel dettare legge al sabato.

Infine è doveroso segnalare il buon miglioramento che hanno fatto anche la Williams e l’Alfa Romeo, come avevamo già notato nel primo debriefing post Bahrain. E’ plausibile che, anche qui, sia la differenza nei confronti di vetture 2020 particolarmente mal riuscite… ma sta di fatto che queste vetture hanno scavalcato la Haas che ormai chiude stabilmente il gruppo, pur se il loro gap rispetto al resto del gruppo rimane ancora consistente.

Le Mappature delle Efficienze ci offrono, come al solito, la spiegazione tecnica che sta dietro a queste performance ed ai due equilibri che abbiamo citato prima. Infatti, anche a Barcellona si è evidenziata la cristallizzazione di due gruppi di vetture, come dicevamo prima. Ovvero Mercedes e Red Bull (con Verstappen) un passo avanti a tutti, essenzialmente grazie alla migliore efficienza in curva. E poi – ad un livello inferiore di performance nelle curve – Ferrari, McLaren ed Alpine molto vicine tra loro, anche come tempi sul giro.

Come prevedibile, dopo l’esordio in Bahrain la Mercedes ha compreso al meglio le caratteristiche della W12 riconquistando il top della performance in curva ed andando così a pareggiare la Red Bull (più precisamente quella di Verstappen) partita ben assettata fin da subito.

Un’altra osservazione interessante sulla Mappatura di Barcellona viene proprio dal confronto tra compagni di squadra. Mentre a Barcellona le differenze tra i due piloti Ferrari e McLaren sono state minime, le altre coppie di piloti hanno optato per set-up abbastanza diversi. Per esempio, sia Perez che Hamilton hanno scelto di privilegiare la performance negli allunghi. Però, mentre Lewis ha mantenuto comunque un’ottima efficienza in curva, il messicano ha perso parecchio proprio lì nei confronti di Max accusando un ritardo di circa un secondo a fine giro.

Come sappiamo, l’efficienza in curva rappresenta la capacità di sfruttare il grip degli pneumatici ed è proporzionale alle caratteristiche aerodinamiche e telaistiche della vettura. Ma è anche fuor di dubbio che è proprio nelle curve che il talento di un Pilota con la P maiuscola incide maggiormente

GP Spagna: l'analisi della gara

Tutte queste considerazioni valgono per la prestazione assoluta nelle qualifiche del sabato. Poi ci sono le gare della domenica, dove si raccolgono i punti mondiali. In ogni caso, anche nella Classifica Costruttori sono chiari e stabilizzati i due equilibri. Mercedes vs. Red Bull e Ferrari vs. McLaren. Anche se, a onor del vero, i Campioni del Mondo hanno già preso un vantaggio non irrilevante di 29 punti, essenzialmente grazie al 3-1 inflitto da Lewis a Max ed al ridotto contributo di Perez alla causa del team.

In ogni caso, anche nella raccolta punti mondiali si conferma che Red Bull, Ferrari e McLaren sono i tre team che in questi primi 4 Gp hanno reso meglio rispetto all’inizio del Mondiale 2020, mostrando quindi non solo una buona performance singola ma anche una buona consistenza in gara.

Nel ranking Piloti, Verstappen ha scavalcato agevolmente un Bottas assai giù di tono, prendendo il volo insieme a Hamilton. La lotta per il terzo posto è molto aperta con le due seconde guide di Mercedes e Red Bull a giocarsela con Leclerc e Norris (e con Ricciardo e Sainz poco più indietro). Anche qui due chiare zone di equilibrio.

Insomma, dopo 4 Gp sembra davvero che quest’anno siano aumentati gli spunti di interesse e spettacolo, seppure cristallizzati su due obiettivi separati. La Red Bull ha fornito a Verstappen i mezzi per poter insidiare il trono di Lewis e, dietro, 5-6 piloti possono ambire tutti quanti al terzo gradino del podio. Ma non di più, a meno di errori sporadici di chi sta davanti.

Comunque abbiamo percorso meno del 20% del cammino mondiale. Mancano ancora ben 19 Gp e la strada è ancora molto lunga. Soprattutto molte saranno le occasioni di verifica dei rapporti di forza. Certo che è molto difficile pensare che qualcuno possa saltare da una zona di equilibrio a quella superiore. Se finora i piloti Ferrari e McLaren sono arrivati al traguardo con un minuto di ritardo, è utopistico pensare che possano giocarsi la vittoria se non succede qualche cataclisma là davanti… Semmai capiterà il contrario, con qualche team o pilota che perderà colpi e scivolerà indietro nel ranking.

Sarà, più che mai, una questione di dettagli. Tecnici, sportivi ed organizzativi. Set-up sempre azzeccati fin da subito, strategie intelligenti, gomme giuste al momento giusto, pit stop, track limits… Insomma, tutti dovranno essere esenti da errori. Tutti, tecnici e piloti. Perché all’interno delle zone di equilibrio i distacchi sono minimi. A cominciare dal prossimo weekend a Montecarlo dove, lo sappiamo bene, è davvero un attimo fare una stupidaggine senza rimedio. Ecco perché, ne siamo convinti, quest’anno sarà un bel Mondiale di F1.


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