Ecclestone e la spy-story McLaren: "Mosley voleva cacciarli"

Ecclestone e la spy-story McLaren: "Mosley voleva cacciarli"© LaPresse

Bernie Ecclestone ricorda i fatti del 2007 e svela il retroscena di un presidente della FIA determinato a squalificare la McLaren per 2 anni. Fu convinto da Ecclestone a comminare una maxi-multa

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F.P.

26.05.2021 ( Aggiornata il 26.05.2021 14:52 )

Mezzo secolo di Formula 1, vissuta da ogni prospettiva, a bordo pista e nelle stanze dove la categoria ha cambiato volto, diventando sport globale e business dal valore di miliardi di euro. Max Mosley e Bernie Ecclestone hanno tracciato i contorni moderni dello sport, passato per epoche dorate per la sfida sportiva come attraverso tragedie valse perlomeno a produrre un'accelerazione radicale sul tema della sicurezza.

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Formula 1 passata anche da scandali come la spy-story del 2007, la McLaren con in mano informazioni e disegni della Ferrari. Un passaggio sul quale, Bernie Ecclestone, intervistato dal giornalista Dieter Rencken, su RacingNews365, rivela l'intervento per suggerire più miti consigli a Max Mosley, al tempo presidente della FIA, ultimo mandato che sarebbe giunto al termine nel 2009.

Mosley per la squalifica

"Quando accadde tutta la vicenda con la McLaren lui voleva buttarli fuori dal campionato per due anni. Gli dissi non puoi farlo, perché se li cacci andranno via per sempre e non torneranno più. Non possono chiudere e poi all'improvviso riaprire. Così, gli dissi, li multeremo per qualsiasi somma dovessero guadagnare nei prossimi due anni. Feci un calcolo e dissi a Max: multali per 100 milioni di dollari, come fece", ricorda Ecclestone.

Era la McLaren vincente, come per pochi anni ancora avrebbe fatto, prima del lungo letargo, fino agli ultimi due campionati, di rinascita per il team di Woking, passato da una radicale trasformazione. Via Dennis, dentro Zak Brown, azzerato il management tecnico e, i frutti, adesso, ripagano la ricostruzione.

"Dissi a Max che non poteva cacciarli, sarebbe stato sciocco. Era una squadra dannatamente buona, ben organizzata e gestita, non c'era nulla di sbagliato in Ron. Max non andava molto d'accordo con lui però a ogni modo fu d'accordo quando presentai al Consiglio mondiale la proposta di multa".


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