GP Olanda, l'anteprima: 36 anni dopo, un'attesa al Max

GP Olanda, l'anteprima: 36 anni dopo, un'attesa al Max© Getty Images for Red Bull Racing

Il dirompente debutto in F1 di Max Verstappen rimise in moto a suo tempo il desiderio di avere un GP da parte dell'Olanda, terra nella quale il Circus fa ritorno su una Zandvoort rinnovata

02.09.2021 ( Aggiornata il 02.09.2021 09:41 )

In Olanda questo momento lo aspettano da due anni, o forse di più. Probabilmente, da quando Max Verstappen ha dimostrato che le voci sul suo talento, prima del salto in Formula 1, erano ben fondate. Con Max è ripartito l'interesse verso le quattro ruote di un Paese che ha dovuto pazientare un anno in più per il Covid, ma che adesso è pronto a sostenere in toto il suo idolo, nello storico ritorno dei Paesi Bassi nel Circus.

Di nuovo Zandvoort, 36 anni dopo

Per darvi un'idea di come sia sentita questa gara in Olanda, basti pensare che nelle zone vicino al circuito hanno sostituito i cartelli stradali con su indicata la velocità massima togliendo il numero e mettendoci un bel "33". E invece, per dire da quanto tempo manchi l'Olanda in F1, è sufficiente ricordare che l'ultima volta che il Circus ha fatto tappa a Zandvoort (25 agosto 1985, vittoria di Niki Lauda su McLaren, peraltro ultimo successo in carriera per l'austriaco) dei 20 piloti attualmente in griglia, erano nati solamente in tre: Kimi Raikkonen si avviava a compiere 6 anni, Fernando Alonso aveva da poche settimane spento 4 candeline e Lewis Hamilton aveva solamente sette mesi. Dopo 36 anni, effettivamente, l'arrivederci è durato abbastanza.

Tutti per Max

Ovviamente è tutto dovuto a Max Verstappen, senza il quale nessuno si sarebbe mai gettato nel progetto di rinnovare completamente Zandvoort e di riportarci la Formula 1. Invece Max ha smosso un sentimento popolare e così la marea "Orange" adesso ha la sua casa, sebbene non manchi mai in alcun circuito. Solo che stavolta l'arancione sarà dominante, a sostegno di un pilota che dopo la "vittoria" in Belgio si è riportato a soli 3 punti dalla vetta del mondiale, ancora appannaggio di Hamilton. Il pilota della Red Bull darà tutto per vincere, ma si tratta di un fine settimana da approcciare con la giusta dose di umiltà: la pista è nuova per tutti (team e piloti), va conosciuta a fondo ed ipotizzare rapporti di forza alla vigilia è molto difficile, più che nelle ultime uscite. A maggior ragione perché un confronto diretto manca dall'Austria: in Gran Bretagna Verstappen è finito subito fuori, in Ungheria ha dovuto rincorrere ed in Belgio non c'è stato alcun GP. Per cui, in un certo senso gli aggiornamenti Mercedes di Silverstone vanno ancora valutati nel confronto diretto con la Red Bull, ma non sarà una passeggiata per nessuno. Conterà adattarsi in fretta alla pista con un lavoro minuzioso nelle libere, ma avrà il suo peso anche e soprattutto il lavoro in fabbrica al simulatore.

Le sfide di Zandvoort

Ma che circuito è Zandvoort? Un tracciato storico, che ricorda le vecchie piste. Per quanto sia stato ammodernato, caratteristiche e punti critici sono quelli di un circuito vecchio stile, povero di punti di sorpasso ma ricco di insidie per il pilota. Quasi tutte le curve hanno una leggera inclinazione verso l'interno, un aspetto di notevole importanza per la messa a punto delle vetture, soprattutto dal punto di vista meccanico. Zandvoort si presenta come un circuito sfidante e pieno di spunti interessanti per il giro secco, mentre per la gara non è da sottovalutare il rischio "trenino": tante curve arrivano una dietro all'altra, i punti di sorpasso sono pochi e la vettura che insegue potrebbe soffrire parecchio le turbolenze nei lunghi tratti guidati. Per un attacco si può ipotizzare curva 1, la mitica curva Tarzan (Tarzanbocht, in olandese), oppure curva 3. Un tentativo lo si può fare anche alla 11, una staccata verso destra alla fine di un tratto in piena velocità in leggera discesa. Per quanto riguarda i rettilinei, quello principale è piuttosto corto, ma si va in pieno sin dalla sopraelevata precedente: in pratica si accelera in uscita di curva 13, si percorre la 14 in pieno e si tiene giù il piede fino alla prima staccata. Il GP d'Olanda sarà una sfida per le gomme, perché qui le analisi dicono avremo i carichi verticali più elevati di tutta la stagione (motivo per cui Pirelli porterà mescole C1, C2 e C3, le più dure della gamma proprio per affrontare questi carichi), mentre le squadre dovrebbero agire in un unico senso dal punto di vista aerodinamico, con carichi medio-alti. 

Pista adatta alla SF21?

Pierre Gasly ha paragonato, in un certo senso, Zandvoort a Monaco. E cadere nella trappola dei facili entusiasmi leggendo solo il titolo può essere deludente, se poi non si analizza la situazione. Ma è certo che quella olandese è una pista sulla quale la SF21 può fare molto bene, proprio per le caratteristiche elencate al paragrafo precedente. In Belgio, sotto l'acqua, la Rossa è tornata a soffrire con l'asse anteriore, accusando notevole sottosterzo con entrambi i piloti. Sainz non si spiegava perché ad Imola con la pioggia le cose fossero andate bene mentre a Spa, sempre in condizioni di bagnato, la situazione fosse così diversa: a freddo, si può rispondere dicendo che sul Santerno l'assetto aerodinamico fosse differente, con una maggiore deportanza complessiva sulla vettura che ad aprile aveva aiutato la Ferrari, la quale invece a Spa, in condizioni simili ma con assetti diversi, ha sofferto. Il ritorno a carichi più elevati è sicuramente un fattore che va incontro alle ambizioni di Maranello, anche se è bene non immaginare una Monaco-bis: Montecarlo è sempre e comunque unica. Al solito, l'obiettivo primario è essere terza forza e guadagnare punti sulla McLaren per la classifica Costruttori: se poi si riuscisse in qualcosa di più, tanto meglio.

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