Schumacher, quella volta che in Ferrari Todt ebbe dei dubbi

Schumacher, quella volta che in Ferrari Todt ebbe dei dubbi© LaPresse

L'uscita del docufilm Schumacher su Netflix apre su alcuni aspetti inediti, della vita sportiva del pilota come del tratto più privato e umano

Presente in

F.P.

15.09.2021 ( Aggiornata il 15.09.2021 17:52 )

Il rischio spoiler è inevitabile, nel giorno in cui su Netflix esce il documentario Schumacher. La storia sportiva con i suoi retroscena, accanto alla via privata, seguendo il percorso di come Michael è diventato Il Kaiser. Da Kerpen a grandissimo della storia della Formula 1.

Episodi che scrivono la narrazione del docufilm, partendo dai ricordi di un passato iniziato sui kart. Come tutti. I pochi mezzi finanziari, la necessità di arrangiarsi. Dove gli altri piloti con maggiori risorse economiche potevano contare su gomme sempre in ottime condizioni, nuove, c'è il racconto di uno Schumacher con minori mezzi, a recuperare pneumatici scartati da altri piloti, gomme ancora buone per correrci e vincere. Tanti, poi diventati straordinari piloti in F1, al tempo dei kart hanno fatto gavetta, non mancano gli aneddoti, da quelli su Schumacher al Kubica a fare da meccanico per altri piloti.

Zanardi, 20 anni fa l'incidente al Lausitzring: allora come oggi, "Forza Alex!"

A Kerpen sul bagnato con le slick

Il kart è la palestra di tutti i grandi della Formula 1, sui kart, la rivelazione di Ralf Schumacher, non mancava un'occasione - al kartodromo di Kerpen, gestito da Rolf Schumacher - per girare con le gomme slick su pista bagnata. Dettaglio che dice come abbia coltivato quella straordinaria sensibilità di guida sul bagnato, che porterà a scrivere vittorie rimaste nella storia. Una su tutte, il Gran Premio del Belgio del 1995.

Meribel, l'incidente e il senno di poi

Il racconto dello Schumacher pilota si alterna con la scoperta di Michael, sul quale il grande pubblico, i tifosi più appassionati, sanno davvero poco. Dietro le quinte, Corinna rivela come sapesse divertirsi e far festa, Schumi - tra i rari fotogrammi pubblici, la festa in parrucche rosse e fumando sigari, del titolo vinto nel 2000. 

"Ovviamente Michael mi manca ogni giorno, non manca solo a me. Manca ai ragazzi, alla famiglia, a suo padre, a tutti quanti gli sono intorno. A tutti manca Michael, però è ancora qui. Diverso ma ancora qui e questo ci dà forza", le parole con le quali la moglie Corinna racconta il momento, lunghissimo, degli ultimi 8 anni. Dall'incidente di Meribel che, in un immaginario momento di porte scorrevoli, forse, avrebbe potuto avere un'altra piega. Il racconto di come fossero sul punto di lasciare la vacanza sulle nevi, della neve non perfetta in quel dicembre tra Natale e Capodanno. L'alternativa: volare a Dubai e fare paracadutismo. Il destino ha scelto un'altra via.

L'editoriale del direttore: Monza vissuta come Tempio della voracità

Senna, l'incidente e i tormenti

Ci sono altre anticipazioni che accompagnano l'uscita del docufilm su Schumacher. Il destino gli ha riservato un solo, grande, incidente in Formula 1, con conseguenze fisiche: il botto alla curva Stowe, a Silverstone. Un problema ai freni posteriori, il dritto e l'impatto contro le barriere. Tibia e perone fratturati, addio ai sogni di titolo e rientro solo a fine stagione, in Malesia.

Silverstone che torna nel racconto su Netflix perché fu teatro, nel 1994, di un test dopo la tragedia di Imola, del 31 aprile e del primo maggio. Schumacher volle effettuare un test su un'auto stradale, in pista, "perseguitato" dai pensieri dei punti pericolosi nei quali avrebbe potuto subire un incidente. 

I fatti di Imola, la scomparsa di Senna, turbarono Schumacher al punto che arrivò a dormire appena 3 ore a notte.

Ferrari, Todt rivela i dubbi iniziali

Raccontare Schumacher è raccontare dell'epica narrata al tempo della Ferrari. Gli anni difficili dell'arrivo a Maranello, quando disse ai tecnici "Con questo motore qui, come avete fatto a non vincere?". Correva ancora il '95, il primissimo test al volante di una Rossa. Aveva il motore, mancava tutto il resto. Servirono anni per strutturare una squadra vincente. E, dopo le prime stagioni, affiorarono anche dei dubbi su Schumacher. Ne parla Jean Todt nel documentario, rivelando come serpeggiavano alcuni dubbi sull'adeguatezza di Schumacher al ruolo, se non fosse forse Hakkinen l'uomo giusto per riportare la Rossa al successo. Dubbi sorti tra il '96 e il '98, cancellati dalla storia.

Leggi anche: Ferrari, cosa attendersi dall'ibrido omologato 2021 in arrivo

Del Michael privato, ancora, è Corinna a raccontare come fosse una persona schiva, sospettosa al primo impatto con le persone e costantemente a instillare dubbi su se stesso. Lo Schumacher conosciuto dalla prospettiva privata, alla quale si contrapponeva la corazza del pilota e personaggio pubblico.


  • Link copiato

Commenti

Leggi autosprint su tutti i tuoi dispositivi