Successi azzurri e 2021, manca solo la Ferrari: due anni senza vittorie

Successi azzurri e 2021, manca solo la Ferrari: due anni senza vittorie© LAPRESSE

Il 22 settembre 2019 Sebastian Vettel e Charles Leclerc portavano a casa la doppietta a Singapore, ad oggi l'ultima vittoria per la Ferrari, unica assente in un 2021 ricco di successi per i colori italiani

22.09.2021 15:38

Era cominciato tutto in una Santa Giulia che cadeva di sabato, il giorno adatto per gridare "Zitti e buoni" senza pensare alla sveglia del giorno dopo. Ancora non potevamo saperlo, ma stava iniziando per l'Italia un 2021 ricco di successi sul piano artistico e sportivo, un'annata che un giorno racconteremo, per ricordare che il 2021 non è stato solo un anno di pandemia.

Italia, un 2021 d'oro

Dall'Eurovision in poi, il tricolore ha iniziato a sventolare forte: l'Italia ha rivinto gli Europei di calcio dopo 53 anni di attesa, Matteo Berrettini ha illuminato Wembley divenendo il primo italiano a giocarsi la finale del noto torneo di tennis; poi è arrivata una mitragliata di medaglie alle Olimpiadi (40) ed alle Paralimpiadi (69), con alcuni ori inediti come quello di Marcell Jacobs nei 100 metri, quello nella 4x1000, quei 100 metri femminili alle Paralimpiadi letteralmente dominati con un podio tutto nostrano, quello di Gianmarco Tamberi nel salto in alto, e poi oro con record del mondo nell'inseguimento a squadre, prologo del mondiale su strada a cronometro per un'estate mitica anche per il ciclismo azzurro. Abbiamo concluso con il doppio Europeo nella pallavolo, femminile e maschile, mentre per quanto riguarda i motori la Ducati, sebbene il mondiale resti un affare complicato, ha portato a casa cinque vittorie in 14 GP. Insomma, avete già capito qual è il succo del discorso: in un'estate italiana trionfale, è mancata proprio lei, la Nazionale Rossa a tinte tricolori.

Due anni a secco

Ebbene sì, in un 2021 epico la Ferrari ha mancato di dire la sua. E dispiace, perché sarebbe stato perfetto. Non si può volere tutto, ma un Cavallino che sta letteralmente due anni a secco (era il 22 settembre 2019 quando Vettel vinceva a Singapore) è un qualcosa di strano, insolito, per certi versi incredibile. Eppure è così, complice un'inferiorità tecnica che va avanti da un po', per quanto le donne e gli uomini che lavorano a Maranello stiano facendo di tutto per chiudere un digiuno di vittorie e di titoli mondiali che inizia a farsi troppo pesante da sopportare. Serve sfamarsi più in fretta possibile, possibilmente con qualche portata prelibata: basta pane secco.
Nella migliore delle ipotesi potrebbe trattarsi semplicemente di un anno ritardo, con un Cavallino Rampante fortemente proiettato sul 2022, stagione che assume sempre più, con il passare dei mesi, le sembianze di una prova da dentro o fuori. C'è stata qualche meritata, sporadica ma mancata occasione, la più ghiotta proprio in quel fine settimana in cui i Maneskin salivano sul tetto della musica europea; il giorno dopo, Charles Leclerc viveva la giornata forse più amara della carriera, quando vedeva andare in frantumi una pole position conquistata il giorno prima senza neanche riuscire a prendere il via sotto il terrazzo di casa sua. Così, quella notte di Singapore è diventata l'ultima cartolina di una Ferrari vincente, la stessa Ferrari che da quella domenica è andata in astinenza: quella più duratura fu tra il GP Spagna 1990 ed il GP Germania 1994, e tolta quella solamente altre due volte la Rossa aveva toccato i due anni esatti di digiuno, ovvero tra i GP Francia 1968 ed il GP Austria 1970, e poi ancora tra i GP Germania 1985 ed il GP Giappone 1987.

Serve tornare a galoppare

E quindi eccoci qui, due anni dopo. Un passato recente amaro, un presente in agrodolce condito con la speranza del futuro. Senza garanzie e con tante pressioni, ma con il forte desiderio che il Cavallino Rampante torni a galoppare. Basta andare al trotto e guardare gli altri da lontano, ora servirebbe qualcosa di bello, se non di magico. Servirebbe fare come quegli azzurri che quest'estate hanno infiammato pubblico ed addetti ai lavori, scettici ed ottimisti. E magari prendere spunto da loro, ispirarsi a loro per fare qualcosa di grande. Dopo i lampi azzurri, servirebbe un lampo Rosso.

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