Del ritorno della Formula 1 in Turchia, lo scorso anno, il peggior ricordo per i piloti furono i livelli di aderenza bassissimi, frutto di una riasfaltatura tardiva. L'organizzatore è intervenuto per migliorare il grip
Dovrebbero trovare una situazione migliore di quanto non avvenne lo scorso anno, quando il Gran Premio di Turchia presentò ai piloti un asfalto sul quale le monoposto faticavano a trovare aderenza. Accadde sull'asciutto, fu come guidare sul bagnato, pioggia che poi arrivò in gara.
L'Istanbul Park fu oggetto di una riasfaltatura completata a pochissime settimane dal week end di gara, tutt'altro che una condizione ideale per consentire l'assestamento della posa e l'eliminazione degli oli del bitume. Un anno dopo ci sarà l'invecchiamento naturale del fondo a migliorare le cose. Ci saranno anche i risultati del lavoro svolto dall'organizzatore, anticipato da Michael Masi a Sochi.
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"L'intero asfalto del circuito è stato trattato per aumentare il livello di aderenza", riporta Autosport.
Il risvolto di condizioni di aderenza precarie fu "positivo" per lo spettacolo, tutt'altro per i piloti e la prestazione assoluta.
Quanto gli interventi dell'organizzatore saranno stati in grado di incrementare i livelli di aderenza si scoprirà dalle libere del venerdì, quando i team dovranno sostanzialmente partire da zero nella scoperta dell'aderenza e dell'impegno che l'asfalto trattato riverserà sulle gomme.
"Ogni anno, con regolarità, inviamo alle squadre aggiornamenti su qualsiasi modifica ai circuiti di eventi in arrivo. Che siano le barriere, gli accessi, possono essere anche aree di riasfaltatura
In Turchia la superficie è stata effettivamente trattata con acqua ad alta pressione, è un trattamento che avviene regolarmente. L'abbiamo visto impiegato stabilmente a Singapore, ad esempio, dove le strade pubbliche sono riasfaltate con regolarità. È quel che è successo in Turchia, insieme a una manciata di altre modifiche", spiega Masi.
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