C'è l'affidabilità a spingere sul ricorso a un quarto motore e conseguente penalità. Nel testa a testa con Verstappen non sarebbe sostenibile un ritiro per problemi legati alla power unit. Istanbul potrebbe essere una pista favorevole alla sostituzione
Intorno alla possibilità che Mercedes ricorra alla quarta power unit sulla macchina di Lewis Hamilton si registrano da un lato le "certezze" dell'ambiente Red Bull, Helmut Marko a confidare su una sostituzione inevitabile. Dall'altro, Mercedes stessa ha ammesso dopo la vittoria in Russia di avere un problema con il motore. Valtteri Bottas, dopo aver sostituito l'unità a Monza, è stato costretto a una seconda sostituzione a Sochi, dettata da problemi tecnici.
Non è affatto un tabù ragionare di quando Hamilton andrà in penalità e Toto Wolff ne parla apertamente, inserendo la variabile di un ritiro dettato da un cedimento della power unit, che sarebbe insostenibile in una corsa al titolo così serrata.
Sterzi a parte: Ora Lewis è come Ali a Kinshasa
"La sostituzione del motore è una possibilità. Quando e come non è stato ancora deciso. La cosa più importante tra tutte è non ritirarsi a causa di un problema di affidabilità. Puoi farcela con risultati che oscillano, tra un secondo e un terzo posto, va bene: il campionato sarà lungo. Ma se non finisci una gara...", spiega Wolff a Sky Sports News, rispondendo alla possibilità che avvenga già nel week end del GP di Turchia (qui gli orari e la programmazione tv) la sostituzione.
"Stiamo osservando i parametri dei motori, per assicurarci di non soffrire alcun problema di affidabilità.
Lewis in Turchia è stato immenso, però dobbiamo affrontare una gara per volta. Sono curioso di scoprire come evolverà il campionato, è così difficile e le macchine sono così vicine".
L'Istanbul Park offre buone opportunità di recupero dal fondo della griglia e ci si attende che anche in Ferrari scelgano di montare sulla monoposto di Carlos Sainz l'unità con l'ibrido omologato 2021, dopo averlo fatto sulla macchina di Leclerc a Sochi.
Il motore conta a Istanbul come avrà un peso rilevante a Austin e Interlagos, a Città del Messico il correre in quota (con minore ossigeno nell'aria, a 2.200 metri) porta la sfida sull'affidabilità al massimo della difficoltà, specialmente su raffreddamento e turbocompressore. Poi, le gare arabe, con Qatar, Arabia e Abu Dhabi, oramai alla volata finale dove presentarsi nella posizione giusta per il colpo di reni mondiale.
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