Addio ad Antonia Terzi: dal successo in Ferrari alla FW26 col muso a tricheco

Addio ad Antonia Terzi: dal successo in Ferrari alla FW26 col muso a tricheco

Un incidente stradale ha stroncato la vita di Antonia Terzi, cinquantenne con un passato in Ferrari e Williams, dove partorì l'originalissimo progetto della FW26

02.11.2021 13:08

Sembra quasi un tremendo, inopportuno e infelice scherzo del destino. Proprio adesso che l'attenzione all'inclusione, alle quote rosa e più in generale alle minoranze sembra vivere un momento di fondamentale importanza nel contesto culturale, un brutto incidente stradale toglie la vita ad Antonia Terzi. Lei, ingegnere aerodinamico di successo, la prima donna ad aver ricoperto un ruolo di capitale rilevanza in seno ad una squadra di Formula 1, se ne è andata a 50 anni d'età.

 

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Anni d'oro a Maranello

 
Dalla F1 se ne è andata in fretta, dopo aver vissuti anni intensi e bellissimi. Era nata e cresciuta nel modenese, e sempre lì aveva studiato fino ad una laurea che le aveva spalancato le porte del sogno, quello della Ferrari. In un ambiente ancora colmo di pregiudizi, sarebbe stato facile confonderla con una dello staff della comunicazione o delle pubbliche relazioni, invece era lì, al fianco di Rory Byrne e Ross Brawn, per studiare una soluzione che potesse dare un decimo in più di prestazione alle Ferrari di Schumacher. Fece parte del Dream Team, Antonia: lavorò nel gruppo di progettisti che dal 1999 al 2001 sfornarono in serie la F399, la F1-2000 e la F2001, per un bilancio di cinque titoli iridati in tre anni. Poi l'offerta della vita, la Williams per crescere ancora: capo aerodinamico. Una posizione che dava orgoglio e responsabilità, una posizione da cogliere al volo. Ci andò, a Grove, nel tentativo di battere quell'Armata Rossa costruita anche grazie al suo contributo. E qui la storia raggiunge lo zenit, con la Williams FW26.
 
 
 

Una visione

 
Perché sì, il nome di Antonia Terzi è legato a doppio filo a quella sigla: FW26. La macchina di cui curò l'aerodinamica sopraffina, la vettura della stagione 2004 nata per mettere finalmente fine al dominio di Schumacher e del Cavallino. Dopo un 2003 molto positivo ma senza l'acuto iridato, Antonia con il suo gruppo di lavoro studia un qualcosa di innovativo: ecco che nasce il "Tricheco", la macchina così chiamata per via delle forme all'anteriore che ricordano il grande mammifero marino. In un'epoca in cui la scelta imperante è quella di un muso stretto e leggermente sporgente oltre i piloni di sostegno, Terzi opta per la soluzione completamente opposta: un muso cortissimo, arretrato e dalle forme molto meno spigolose. Ne esce un muso a tricheco, appunto, con due "zanne" in avanti. Appena viene presentata, le antenne di tutti i tecnici avversari si drizzano: inutile dire che la FW26 è la vettura più originale del 2004 e la più osservata ai primi test invernali. Senza entrare troppo nel tecnico, quella decisione evidenzia l'idea di una mappa aerodinamica molto diversa dallo standard, per un anteriore innovativo ed unico; l'idea di base è di sfruttare meglio i flussi all'anteriore, creando un canale di dimensioni maggiori nella parte inferiore per favorire lo scorrimento dei flussi verso il sottoscocca. Lo stesso intento lo hanno i supporti dell'ala, ampi ed allungati per indirizzare meglio i flussi nella zona del retrotreno. Di un anteriore completamente rinnovato fanno parte anche le sospensioni, con la soluzione "a doppia chiglia" nata pure quella per una funzione aerodinamica. Purtroppo per Antonia e la Williams, l'avveniristico progetto non funziona: nella seconda parte dell'anno sulla FW26 viene montato un muso molto più tradizionale, e con la nuova veste la squadra vince, con Montoya, il GP del Brasile, l'ultimo della stagione. Troppo poco per un progetto nato con ben altre ambizioni.
 
 
 

FW26 comunque nella storia

 
Dopo quell'esperienza Antonia chiuse definitivamente con la F1, soprattutto dopo il mancato ritorno in Ferrari. Se ne andò brevemente alla Dallara, quindi ad insegnare all'università di Delft, dove realizzò l'innovativo progetto del Superbus, tutto in carbonio e tutto elettrico. Dopodiché ecco l'avventura in Bentley prima di tornare ad insegnare all'università di Canberra. L'ultima tappa professionale di una persona che in un mondo in cui rappresentava l'eccezione aveva saputo essere originale, in cui aveva avuto il coraggio di mettere in campo una visione. Non tutte le storie hanno un lieto fine e quella della FW26 di Antonia Terzi non lo ebbe, eppure ancora oggi quella vettura rappresenta uno dei progetti più ricercati e ricordati dell'intera F1, con un forte e lungo applauso solamente per averci provato.

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