Il ritardo accusato in qualifica e in gara da Mercedes - pure notevolmente migliorata - è il termometro di un distacco ancora ampio dal duo Ferrari-Red Bull, peraltro condizionato dagli episodi di gara in Spagna
Sarà vera gloria, quella reclamata con il recupero di prestazioni nel GP di Spagna, da parte di Mercedes? Lo diranno le gare in arrivo, da Montecarlo alle verifiche su circuiti ancora differenti per caratteristiche: Azerbaijan, Canada, per arrivare in estate e trovare uno scenario simile a Barcellona, in Silverstone.
Appuntamenti che dovranno essere scanditi da un ulteriore recupero prestazionale, perché il balzo in avanti spagnolo, in sé, non basta. Se Hamilton ha indicato la possibilità di tornare a vincere in questo 2022 quale obiettivo reale, dopo aver verificato i progressi con gli sviluppi, Wolff si è spinto anche oltre, immaginando un ritorno nella corsa per uno dei due mondiali.
Un buon week end non fa tendenza, tanto più leggendo i distacchi rimediati da Russell in qualifica e in gara. Sono valori ai quali guarda Mattia Binotto, dati che posizionano la Mercedes di Barcellona sui distacchi sofferti dalla Ferrari nel 2021.
"Anzitutto, congratulazioni a loro perché hanno recuperato e migliorato la monoposto. In qualifica sono stati a 7 decimi dalla pole, su un giro corto. In gara hanno concluso a 30 secondi e più dalla Red Bull e sarebbero stati forse 40" da Charles.
Quaranta secondi su 63 giri fanno ancora 6-7 decimi al giro. Sei decimi, 7 decimi al giro rappresentano un distacco ancora significativo, è come la Ferrari dello scorso anno", le parole di Binotto nel dopogara di Barcellona.
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