L'editoriale del Direttore: Ferrari, i 3 giorni del secondor

L'editoriale del Direttore: Ferrari, i 3 giorni del secondor

La Rossa chiude seconda sia tra i piloti che tra i team, e guarda al 2023 con ottimismo e bisogno di stabilità

Andrea Cordovani

22.11.2022 10:20

In F1 vince la stabilità

Da mesi il team principal della Ferrari danza sul precipizio di un futuro che pare tutt’altro che certo. Eppure ha mantenuto la parola data ai vertici aziendali e anche ai tifosi. Ovvero riportare la Rossa a vincere qualche Gp. Certo sono sotto gli occhi di tutti gli errori (anche colossali) compiuti da una squadra non certo abituata a combattere le sfide di più grande livello e che hanno finito per trasformare questo Mondiale in una via Crucis per il numero uno della Gestione Sportiva. Con questi presupposti è diventato difficile (diciamo pure impossibile) poter lavorare con la giusta tranquillità dovendo parare i colpi di una critica sempre più feroce nei suoi confronti.

Ma siamo così sicuri che senza Binotto (e soprattutto senza l’arrivo di un Toto Wolff o di un Christian Horner) ci possa essere la svolta tanto invocata dalla pancia dei tifosi? La risposta è no perché le dinamiche della F.1 non sono le stesse del calcio. Troppo diversi i due mondi per pensare che con cambio di panchina (e soprattutto una bella bacchetta magica) si possano ribaltare le sorti e rendere vincente una squadra ripartita da zero con un team principal che vive costantemente nel mirino, sempre sospeso tra l’essere e non essere un capo giusto per un Cavallino sempre più imbizzarrito.

Nonostante ricerche che vanno avanti da tempo, la verità è che non è stato ancora individuato un nome forte per la sua sostituzione. È saltata la suggestione Jean Todt e ora anche il nome di Frederic Vasseur è stato bruciato. Non c’è pace a Maranello. E invece ne servirebbe in quantità industriale perché imboccando la strada dell’incertezza e delle polpette avvelenate, il rischio gigantesco che la Scuderia corre è quello di vivere anche in futuro l’ennesima stagione da comprimari.

Un inverno senza spifferi?

Cala il sipario sul 2022 e oltre il secondo posto c’è il grosso rimpianto per quel sogno maledettamente proibito del tetto del mondiale che ha fatto sempre più fatica ad avverarsi quando dopo gli iniziali lampi ha iniziato ad accendersi dapprima la spia dell’affidabilità e poi alcuni errori al muretto che hanno riportato tutti con i piedi per terra. Due andamenti opposti per il Cavallino nello stesso campionato: prima e dopo la pausa estiva. Pimpante e pure regina la F1-75 dal Bahrain all’Ungheria. Gambero rosso da Spa ad Abu Dhabi per un finale di annata senza più nessuna vittoria ma con la determinazione di non mollare fino in fondo.

Ora è già tempo di pensare al 2023. Un inverno sul quale costruire in vista della prossima stagione e soprattutto sigillato dagli spifferi, dai sussurri, dalle voci. Un inverno per sentirsi ancora più squadra. Ripartendo dagli errori che insegnano sempre qualcosa e aiutano a crescere. Nelle corse e nella vita.


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