Binotto e gli altri, quando finisce un amore Rosso

Binotto e gli altri, quando finisce un amore Rosso© Getty Images

La chiusura dei rapporti tra la Ferrari e i suoi personaggi di vertice costituisce da sempre un vero e proprio filone letterario tra il giallo e il thriller: da Tavoni a Domenicali, da Fiorio a Binotto...

30.11.2022 12:37

La storia della Ferrari è anche cronaca dei più spettacolari divorzi di tecnici e dirigenti di assoluto prestigio che di essa hanno fatto parte. Di grandi divorzi rossi si comincia a parlare alla fine del 1961, il giorno dell’epurazione di massa che decapita paradossalmente una delle Ferrari più gloriose e vincenti, con un organigramma reduce da una stagione trionfale, in F.1.

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Ferrari, il grande licenziamento del '61

Tavoni Romolo da Casinalbo, classe 1926, sfoggiava con nonchalance meravigliosa 92 anni lucidi e preziosi il giorno in cui mi raccontò il più torrenziale licenziamento multiplo nella storia della Ferrari. Un racconto che ancor oggi regala brividi, mood e fascino. Sentiamolo. «Il problema, problema non solo di noi dipendenti del Cavallino, ma dell’azienda - attacca Tavoni - , era Laura Ferrari, la moglie del Commendatore. Il giovane Dino era morto da cinque anni e la perdita del figlio comprensibilmente le aveva tolto serenità. La signora non era più in condizioni di comportarsi come avrebbe potuto e dovuto. La cosa si era aggravata da quando aveva deciso di venire alle corse. Mi ricordo un pomeriggio, all’Hotel Jolly di Pescara, eravamo seduti al tavolo quando il cameriere portò una bevanda a me e un bicchiere d’acqua a lei. Donna Laura mi chiese alterata: “Perché, Tavoni, prendi roba colorata e io no?”. Le risposi: “Non so, signora, questa è Coca- Cola”. Lei come tutta risposta mi versò il suo bicchiere d’acqua in faccia. Io, come niente fosse, salii in camera e mi cambiai giacca e cravatta».

«Non si poteva andare avanti così. Qualcosa bisognava fare. E quando la signora fece una gran scenata pubblica al ragionier Selmi, il capo del personale, decidemmo d’agire». Noi chi? «Gli ingegneri Bizzarrini, Chiti e Galassi, il tecnico Giberti, i ragionieri Della Casa - un amministrativo -, Tavoni, quindi il sottoscritto, direttore sportivo -, il direttore commerciale Gordini e il già nominato ragionier Selmi, capo del personale. Certo, c’era da far qualcosa, ma cosa? Parlarne tutti insieme al Commendatore? Era fuor di questione. Avrebbe risposto con una veloce sfuriata, dicendo: “La moglie è la mia e queste son cosa di famiglia, statene fuori!”. No, ci voleva qualcosa di piu? formale e ficcante...»

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