Non solo Ferrari: un plauso ai Tricolori nei GP

Non solo Ferrari: un plauso ai Tricolori nei GP

Facciamo finta una tantum che la Ferrari neanche esista, per andare a incitare la pattuglia Tricolore che si è fatta largo nel Circus

27.02.2023 11:43

Posso fare un gesto mezzo rivoluzionario, tanto queste sono le due pagine giuste per porlo in essere? Bene, allora parlo d’Italia e italiani senza accennare alla Ferrari. Di più, prescindendone. Considerando la Rossa, per una volta, una specie di entità immensa che, oltre a glorificare da sempre il Tricolore nel mondo, impalla inevitabilmente tutto ciò che, oltre ad essa e a prescindere dalla sua storia, è semplicemente italiano ma d’altro orientamento. Autonomo. Diverso e a sé stante, ecco. Ottimo. E allora quest’anno fa un certo effetto pensare che nel gran valzer dei Team Principal che ha sconvolto mezza F.1, alla fine dell’ultimo disco e a balli fermi ci ritroviamo con ben tre capistruttura italiani su dieci in tutto, di cui addirittura il 66% di loro nati in Umbria.

Ovvero Andrea Stella della McLaren, scodellato in culla in quel d’Orvieto, nonché Alessandro Alunni Bravi in forza alla Alfa Romeo-Sauber, nativo di Umbertide e cresciuto a Passignano sul Trasimeno. A lor s’aggiunge il già in essere da tempo Gunther Steiner, nativo di Merano, il quale, al di là del cognome da Sturmtruppen, pensa, gode e impreca rigorosamente nella favella del dolce stil novo, a onore e gloria del team F.1 statunitense di Gene Haas dal lontano 2014. Cioè, riassumiamo: nelle tre squadre teoricamente meno italiane di tutte, chi ti prendono o chi ti confermano per gestire i delicatissimi impegni e le rutilanti sfide globali targate 2023? Tre italianissimi, per l’appunto.

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Alunni Bravi, Stella e Steiner, italiani ai vertici della F1

Addirittura la Sauber, proprio nell’anno in cui perfeziona le carte per il divorzio dagli adesivi Alfa Romeo e dall’orbita Ferrari, quindi per disitalianizzarsi perbenino, pensa te, s’affida proprio a uno dei nostri - e quando dico nostri mica sparacchio e ciao, visto che Alunni Bravi è stato anche uno, appunto, dei nostri collaboratori, sissignori, in formazione di Autosprint - ora nel particolarissimo e importante ruolo di traghettatore verso le sponde e il futuro del conglomerato di Hinwil, sempre più targato Audi. Davvero una bella soddisfazione e anche un po’ una rivincita complessiva e d’insieme non solo per lui, ma per Casa Italia. Entità del tutto immaginaria ma orgogliosamente considerabile tale e sinonimo della intraprendenza e della bravura dei tre, i quali sono riusciti a ritagliarsi carriere del tutto autonome riuscendo a emergere per lo più lontani dai confini aviti e dimostrando sul campo il proprio valore, laddove nessuno era ed è disposto a fare regali.

Andrea Stella, è vero, è stato uomo Ferrari a 24 carati nell’era Schumi, curando perfino Vale Rossi quand’era tester maranelliano e poi, dopo aver governato le monoposto di Michael e Kimi, si è legato a Fernando Alonso, seguendolo anche alla McLaren, nella non fortunata avventura con le power unit Honda. Dove ha seguito tutto il cursus honorum, andando ben oltre la effimera fase Fernando, salendo gradino su gradino fino alla vetta, premiato da Zak Brown e applaudito da tutti gli altri, dopo otto anni di duro lavoro. Al posto di quell’Andreas Seidl che adesso è Ceo in Sauber, in piena pre-era Audi, accanto ad Alunni Bravi medesimo.

Molto bella anche la storia di Gunther Steiner, che nasce come uomo di rally e di Mazda, poi Top Run, Jolly, ProDrive Subaru, MSport Ford, quindi eccolo in F.1 in Jaguar, Red Bull (con tanto di parentesi a stelle e strisce in Nascar) e Haas, con un’esperienza globale che manco Carlo in Francia. Cioè, al presente, tre apicali su dieci, italiani.

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