Stroll, così ho recuperato dall'infortunio: "Dicevano avrei corso a Jeddah"

Stroll, così ho recuperato dall'infortunio: "Dicevano avrei corso a Jeddah"© Getty Images

Il pilota Aston Martin racconta passo dopo passo il percorso medico e di riabilitazione delle fratture subite in un incidente in bici. In 12 giorni è riuscito il recupero che lo ha portato in pista

08.03.2023 ( Aggiornata il 08.03.2023 09:26 )

Oltre ad Alonso, il Bahrain, in casa Aston Martin, ha raccontato di un Lance Stroll bravo a portare a casa un sesto posto in condizioni fisiche difficili. Dell'infortunio che ha messo fuori dai giochi il canadese nei test si è saputo poco o nulla nell'immediatezza dell'annuncio di Aston Martin: Stroll non parteciperà alla tre giorni di prove.

I fatti risalgono al 18 febbraio, la caduta in bici e una serie di fratture rimediate nell'incidente: polso destro, polso sinistro, parziale alla mano sinistra e frattura all'alluce del piede destro. Questo il quadro clinico a 5 giorni dai test.

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Primo GP a rischio, il debutto forse a Jeddah

"Con l'inizio della stagione dietro l'angolo le tempistiche non potevano essere peggiori. Il mio team di medici, inizialmente, pensava che non solo avrei perso i test ma, realisticamente, le prime gare", racconta Stroll in un lungo post su Instagram, sul quale fa piena luce sul percorso di recupero che lo ha portato a correre la prima gara stagionale.

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"Dopo 48 ore dall'incidente e 12 giorni prima della gara inaugurale, il dottor Javier Mir ha operato con successo il polso destro. Dopo l'intervento mi ha detto che sarei tornato per Jeddah se avessi lavorato sodo e, con un po' di fortuna, era ottimista sulla possibilità di correre in Bahrain. Restava una debole possibilità.

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Purtroppo, il dottor Mir mi ha spiegato come le fratture alla mano e al polso destro, come anche all'alluce, non potevano essere fissate e avrei dovuto ricorrere a un approccio più conservativo per curarle.

La riabilitazione per rimettersi in macchina

Il mio team medico ha fatto di tutto e di più, mostrandomi le  prove per una rigenerazione ossea. È diventato il mio lavoro a tempo pieno, provare a mettere insieme ogni dettaglio che potesse essere d'aiuto, anche solo fosse un miglioramento dello 0,5%. I progressi sono stati lenti all'inizio, ho avuto bisogno di parecchio aiuto anche per i compiti quotidiani a casa. Di giorno in giorno è andata sempre meglio e, quando ho tolto il gesso al quarto giorno, è parso evidente che c'era una possibilità di gareggiare in Bahrain".

In Bahrain con limiti evidenti

La presenza a Sakhir non è stata esente da difficoltà, in particolare con la mobilità della mano sinistra, spesso staccata dal volante per riuscire a chiudere l'angolo del volante sulle curve più lente. In gara è arrivato a 16 secondi da Fernando Alonso, sesto e tra le due Mercedes.

"La squadra di medici che mi ha seguito ha stilato un programma che mi avrebbe aiutato a recuperare la mobilità e forza ai polsi. La riabilitazione richiede duro lavoro e perseveranza, però con un team di medici incredibile, con gli amici e la famiglia a supportarmi, sono riuscito a superare il dolore e tornare in pista in Bahrain.

Ce l'abbiamo fatta, ringrazio tutti coloro i quali mi hanno supportato e inviato auguri e pensieri gentili".


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