Ferrari: la SF-23 in dubbio fragilità, mentre per Aston Martin è buona la prima

Ferrari: la SF-23 in dubbio fragilità, mentre per Aston Martin è buona la prima© Getty Images

Se per la Rossa è già emergenza affidabilità, la vettura british green è stata la grande sorpresa d'inizio Mondiale. Scopriamo come e perché

Paolo Filisetti

08.03.2023 09:39

Nel GP del Bahrain ad una sola settimana dalla sessione di tre giorni di test, non era plausibile attendere rivoluzioni sulle monoposto che di fatto sono rimaste invariate, tranne per alcuni dettagli. La Ferrari e la Red Bull di fatto si sono mostrate a livello prestazionale poco alla volta, con la prima in grado di sostenere un passo gara, grazie ad un ridotto degrado degli pneumatici non avvicinabile dalle performance della SF-23. Ciò nonostante è emerso un dato che ha accumunato, seppur con risultati differenti, la RB19 e la SF-23, l’assetto, a livello di altezze da terra. Entrambe, infatti, hanno utilizzato un assetto con un retrotreno molto basso, per incrementare il carico generato dal fondo vettura. Come conseguenza erano evidenti i frequenti “spanciamenti” con il fondo (bottoming) a contatto con l’asfalto che in corrispondenza dei pattini metallici producevano una scia di scintille sia sulle sconnessioni dell’asfalto, sia a causa delle oscillazioni (più evidenti nel caso della SF-23) legate ad un porpoising residuo che si è manifestato anche nei curvoni veloci e di cui è stato vittima soprattutto Carlos Sainz.

Nel paddock di Sakhir, prima della seconda sessione si era sparsa la voce, alimentata anche da indiscrezioni emerse già dopo i test, che la Red Bull avrebbe dovuto alzare la RB19, in quanto gli urti sull’asfalto, avrebbero determinato un eccessivo consumo della tavola in resina, portandola ad uno spessore minimo inferiore a quello regolamentare, ma anche potenzialmente causare danni al fondo in carbonio e ripercussioni sulla meccanica. In realtà poi osservando la monoposto del team di Milton Keynes questo dato è rimasto praticamente costante, sia in qualifica sia in gara, quasi come se la differenza di peso non influisse minimamente sul comportamento dinamico della RB19. A quanto pare, grazie a questa qualità è stato possibile operare la scelta di adottare altezze minime, nell’ordine dei 6 mm in meno rispetto ai rivali.

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Ma la vera rivelazione, di questo fine settimana, anche se indizi in tal senso erano già emersi nei test, è stata la Aston Martin. La AMR23 per l’intero fine settimana ha mostrato prestazioni di tutto rilievo soprattutto tutto con Alonso.

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