Schumacher, Verstappen, Hamilton e.. : quando nello sport arrivano i cannibali

Schumacher, Verstappen, Hamilton e.. : quando nello sport arrivano i cannibali© Getty Images

Il dominio di Max e della Red Bull è terribilmente somigliante a quello del campione del ciclismo e del pilota tedesco dei 5 titoli con la Ferrari. E anche all'Hamilton dell'epopea Mercedes. Interrotta solo da un "nemico in casa", Le storie dei dominatori, il rischio della noia e i possibili rimedi

Stefano Tamburini

22.03.2023 09:13

Sì, certo, poi a un certo punto finirà e c'è solo da sperare che non ne cominci un'altra di storia come quella di Max Verstappen e della Red Bull. Mal che vada possiamo invocare l’insorgere di un duello fra gemelli che si detestano, sportivamente parlando, come quello del 2016 tra Lewis Hamilton e Nico Rosberg. Poca gioia per gli altri ma almeno lotta vera fra due auto con gli stessi colori. Perchè adesso in questo Mondiale appena cominciato e che sembra già finito proprio non c’è storia, come ha sentenziato George Russell dopo il primo Gran Premio in Bahrain: "La Red Bull ha il campionato in pugno, non credo che quest’anno ci sia qualcuno che possa lottare con loro. Mi aspetto che vincano tutte le gare di questa stagione. Con le prestazioni che hanno mostrato in Bahrain, non vedo nessuno che possa sfidarli".

E in effetti non è bastato neanche un guasto meccanico a un semiasse della monoposto di Verstappen durante le qualifiche. Max è partito dalla piazzola numero 15, è arrivato comodamente secondo e non è detto che non potesse vincerla questa gara. Là davanti c’era il compagno di squadra Sergio Checo Perez, alcuni “rumorini” hanno consigliato prudenza quando era a poco più di tre secondi. Sì, certo, va bene per una volta accontentarsi della piazza d’onore ma non al punto di rinunciare al giro veloce da realizzare all’ultima tornata per portare a casa quel punto che fa la differenza anche sul piano formale nella classifica provvisoria.

RED BULL SU UN ALTRO PIANETA

Ma c’è davvero ancora da discutere su un Mondiale già segnato e assegnato? Adesso siamo al cospetto di una sola macchina che fa uno sport a sé e poi ci sono le altre raggruppate a due a due, prima le Aston Martin, poi le Mercedes e dopo ancora le Ferrari. Quindi, le altre e neanche poi così lontane. Magari qualche rimescolamento dei valori potrà esserci ma non è il caso di illudersi che qualcosa possa cambiare in testa al gruppo.

E fin qui siamo alla realtà di due soli Gran Premi disputati, difficilmente rovesciabile anche nell’ottica di una stagione lunghissima, con altre 21 sfide. Il resto però è fatto di riflessioni sul “cannibalismo” di Max Verstappen, non infrequente nel motorsport e anche in Formula Uno. Accadeva anche alla Mercedes, stagione della “ribellione” di Rosberg a parte, accadeva anche alla Ferrari ai tempi di Michael Schumacher quando fermavano Rubens Barrichello per far passa- re il campione anche quando non ce n’era bisogno. E che sia “cannibalismo” deciso anche ai box o che nasca solo dalle prestazioni, poco cambia. Subentra la noia.

VERSTAPPEN COME MERCKX

Certo, il merito resta indiscutibile, la bravura e la classe pure. Eppero? quando chi vince domina e non vuol lasciare mai neanche uno spiraglio per gli altri, il rischio di cambiare canale o di non accendere neppure il televisore c’e?. Accadeva anche durante l’epopea di Eddy Merckx, il campionissimo belga del ciclismo, l’uomo per il quale e? stato coniato l’appellativo di Cannibale. Gli avversari se li “mangiava” tutti lungo la strada, lasciava ben poche vittorie, non si face- va impietosire da una giornata con le gambe pesanti, lui andava e basta.

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