Dall'acquisto del team in poi, Lawrence Stroll ha fatto investimenti pazzeschi sia nelle infrastrutture che nel personale: con Newey sulla carta il team è una corazzata. Serve l'ultimo passo, il più difficile: diventare squadra
Tocca tornare indietro di un paio d'anni, anzi, di due anni e mezzo. Silverstone, nuovo quartier generale della Aston Martin, 10 febbraio 2022: presentazione della nuova AMR22, la vettura con cui la scuderia color verde smeraldo si preparava a cominciare il nuovo ciclo tecnico. "Abbiamo un piano quinquennale per arrivare al titolo mondiale", diceva sereno Lawrence Stroll. "Sappiamo che sarà difficile", proseguì poi. "Per questo ci siamo dati del tempo con un progetto di cinque anni per arrivare al vertice".
Cinque anni significa più di un centinaio di gare. Oggi sappiamo che Lawrence Stroll faceva sul serio. E sta dimostrando, con i fatti, che per lui la Formula 1 non è solo un gioco, le macchine non solo un giocattolo con cui provare a rendere grande Lance, una sorta di progetto in famiglia. Il progetto si è allargato e, l'idea di un supporto a Lance, è diventato progetto multimilionario con l'intera gestione di una scuderia. Lawrence Stroll, finora, ha fatto tutto per bene: ha comprato la vecchia Force India, l'ha rinominata Racing Point e nel frattempo si è messo a capo di una cordata che ha rilevato le quote di Aston Martin, in modo da poter utilizzare il nome per la scuderia di F1. Un ritorno sulle scene per il marchio britannico, in F1 tra il 1959 ed il 1960.
Riportare in griglia la Aston Martin è stato solo il primo passo di un progetto ambizioso, che oggi si è arricchito della sua punta di diamante, Adrian Newey. Ma Newey, più che una base da cui partire, è sostanzialmente la punta di lancia di un gruppo che adesso, con lui, può dirsi effettivamente completo, anche se magari sulla scia di Adrian arriveranno suoi fedelissimi, seconde e terze linee che già sanno cosa significhi tenere il passo del "Genio". Newey è il tassello che completa il puzzle, e che dà alla Aston Martin tutta l'aria della corazzata: almeno sulla carta, sono ben pochi i team con un organigramma così profondo e completo.
L'acquisizione del marchio "Aston Martin", come detto, è stato solo il primo passo di un progetto molto più corposo. Non è solo apparenza, insomma. Perché gli investimenti ci sono stati, ingenti e mirati, per rivoluzionare completamente la scuderia che poggiava ancora sui resti della vecchia Force India, ovvero una delle compagini più povere (per quanto si possa parlare di "povertà", in F1...) della griglia.
Stroll senior ha aperto il portafoglio ed ha cominciato a portare la squadra in un'altra dimensione rispetto al passato. Sia a livello di personale che di infrastrutture, poco o nulla è rimasto come prima. La sede di Silverstone, che si poggiava ancora sull'impianto costruito all'epoca da Eddie Jordan per l'omonima scuderia, oggi è diventato un campus tecnologico tra i più avanzati: è nuova la fabbrica, gli uffici progettazione, il simulatore e la galleria del vento. La Aston Martin, insomma, è tra le scuderie che ha le infrastrutture più nuove ed avanzate in assoluto.
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In questo processo Lawrence Stroll ha dimostrato quanto possano essere importanti i "partner", ovvero i marchi che si accompagnano a questo processo di sviluppo. Ci sono i partner "commerciali", quelli più legati alle apparizioni del logo, e quelli "tecnici", che riguardano l'area più strettamente legata alla macchina. Per potersi permettere certi investimento Stroll senior si è mosso con scaltrezza pure sul piano industriale, affidando azioni a soci importantissimi per avere capitale fresco, mentre in F1 si è affidato a colossi che hanno contribuito alla capacità di spesa: Cognizant prima e Aramco poi, giusto per dire i principali. Poi ha proseguito la collaborazione con Mercedes per la fornitura delle power unit (come avveniva già con Force India), oltre che dell'impianto idraulico, del cambio e della sospensione posteriore. Tutto questo, però, finirà l'anno prossimo, perché dal 2026 la Aston Martin avrà, in esclusiva, i motori Honda: un gran colpo per il team con sede a Silverstone. Quello della fornitura in esclusiva, nella storia, è sempre stato un pallino dei grandi capi: valeva per Ron Dennis alla McLaren, evidentemente vale per Lawrence Stroll alla Aston Martin. Nessuno può sapere come andranno le cose con i nuovi propulsori, e c'è pure lo spauracchio del 2015, quando la Honda entrò in maniera disastrosa con McLaren: ma è un rischio da correre, perché Lawrence Stroll vuole vincere e non crede di poterlo fare da semplice "cliente".
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