McLaren regina nel Costruttori 26 anni dopo: il trionfo di Zak Brown e Andrea Stella

Zak Brown e Andrea Stella hanno firmato la risurrezione McLaren, che è tornata regina tra i Costruttori per la prima volta dal 1998: vinto lo storico duello con la Ferrari, uscita sconfitta ma a testa alta dalla lotta con la vecchia "nemica"

08.12.2024 15:44

Quando Enzo Ferrari vinse la prima gara in Formula 1 con la sua scuderia, portata al successo da José Froilán Gonzalez, la sua reazione fu originale. Da un lato le lacrime di commozione per il traguardo appena raggiunto, dall'altro quelle intrise di nostalgia per aver battuto l'Alfa Romeo, il passato che ancora aveva nel cuore. La sua reazione fu celebre: "Pensai: oggi ho ucciso mia madre".

Chissà se Andrea Stella ha avuto sensazioni simili, dopo aver acquisito la piena consapevolezza di aver regalato alla McLaren il titolo Costruttori. Un successo straordinario arrivato contro la Ferrari, la squadra dove si è sentito a casa per anni prima di fare un biglietto aereo per l'Inghilterra. E, c'è da scommetterci, per Andrea sarà stato praticamente impossibile restare impassibile di fronte ad uno scontro che per lui ha significato mettere su lati opposti il suo passato contro il suo presente e futuro.

Il derby che torna: Ferrari vs McLaren

Battere la Ferrari, lo dice la storia, nobilita ancor di più il vincitore. A maggior ragione se sei la McLaren, in qualche modo la sua rivale storica; a maggior ragione se a capo della McLaren c'è un italiano, Andrea Stella, che per di più in Ferrari ha acquisito tutti o quasi i mezzi che gli sono risultati utili in questa magnifica avventura d'Oltremanica, dove ha dimostrato che il genio italiano può vincere in più declinazioni, e che "nemo profeta in patria", purtroppo e a volte, è un detto che torna sempre utile. 

Entrambe, Ferrari e McLaren, avevano cominciato quest'annata con le stesse ambizioni e con lo stesso, lungo digiuno a tormentarle: entrambe puntavano ad essere quantomeno una avversaria credibile per la Red Bull, con l'obiettivo di essere la prima alternativa a Milton Keynes, e con 16 lunghi anni senza trionfi iridati. Il digiuno, per entrambe, era cominciato nel 2008, l'anno che si concluse con Lewis Hamilton iridato tra i Piloti con la McLaren e con la Ferrari regina nel Costruttori. L'ultimo titolo Costruttori per la McLaren, invece, risaliva addirittura a dieci anni prima quell'ultimo trionfo iridato, al 1998: all'epoca Andrea Stella da Orvieto non aveva ancora conseguito il Dottorato che avrebbe conseguito due anni più tardi mentre i suoi attuali piloti, Lando Norris e Oscar Piastri, semplicemente non erano ancora nati. Nella stessa epoca, invece, Zak Brown ancora non aveva deciso se mollare definitivamente le corse da pilota per abbracciare il lato manageriale delle stesse: diciamo che gli è andata meglio con la seconda.

Zak Brown, capacità finanziaria

Probabilmente solo la storia ci aiuterà a comprendere pienamente la portata di un titolo mondiale che più di altri conta, che più di altri sancisce un ritorno definitivo ed in pianta stabile sulle scene che contano. Perché in questi 16 anni senza titolo, in questi 26 anni senza un Costruttori ad arricchire le bacheche di Woking, la McLaren ha saputo attraversare tempeste più o meno devastanti e superare un momento di crisi che era diventato angosciante. Parliamo della crisi con la Honda, delle macchine colorate di arancione che si presentavano spoglie di sponsor, a certificare una crisi non solo sportiva ma perfino finanziaria, con il team costretto a cedere i cimeli della sua collezione nonché a vendere la sede di Woking. Se oggi la McLaren continua a lavorare a Woking, è solo per il contratto di locazione che ha stipulato con la società acquirente, la Global Net Lease. Fu un atto doloroso, ma necessario; e da allora Zak Brown promise: "Questo è l'inizio del viaggio con cui ripuliremo il bilancio della McLaren".

La semina di Seidl, il raccolto di Stella

Non ci credevano in molti, a dire la verità. Perché un team che vende la sede non è che dia tutte queste garanzie. E invece, Zak aveva ragione. E questa resurrezione in poco più di 18 mesi, quelli necessari per passare dalla disastrosa Sakhir 2023 al trionfo di Yas Marina 2024, ha due volti: quelli di Zak Brown e Andrea Stella. C'è, a dire la verità, pure la firma di Andreas Seidl, che a livello gestionale ha ribaltato la squadra tra gennaio 2019 e dicembre 2022, quasi quattro anni che né Zak né Andrea hanno voluto dimenticare mentre si godevano la loro creatura andare a prendersi la ribalta. Tuttavia, Zak e Andrea sono i volti che questa McLaren porta nell'Olimpo: Brown non ha sbagliato una mossa restaurando una situazione finanziaria disastrosa, Stella ha fatto compiere al team un ulteriore passo in avanti a livello di competitività e pure in termini tecnici, perché è con lui che è stato fatto il passo decisivo per andare all'assalto del vertice tecnico della F1.

Il tocco di un grande capo

Questo è il titolo della collettività, perché a Woking le individualità in questi mesi sono sempre sembrate meno importanti del collettivo. E' costato qualcosa, forse in termini di punti ed anche di critiche: a Budapest, per dire, qualche voce contraria si era alzata nel commentare una McLaren che sembrava quasi timorosa di impartire ordini dal muretto. Ma è un processo di crescita che Stella ha voluto gestire con tatto, garbo e delicatezza: nessuno è perfetto e la McLaren 2024 non lo è stata, almeno da un punto di vista di gestione dei momenti più caldi, ma alla fine ha saputo vincere a modo suo e quando il trionfo arriva così, è sempre più bello. Oggi, la McLaren che vince, è la McLaren di Andrea Stella: come lui sa di freschezza, di serenità e di competenza. Andrea ha messo al primo piano l'umanità, l'empatia, la fiducia verso i collaboratori: ce lo spiegava ai Caschi d'Oro nel 2023, quando a domanda diretta aveva risposto: "A fine 2024 saremo soddisfatti se avremo continuato il percorso di crescita cominciato quest'anno. In inglese si dice 'results take care of theirself'. I risultati si preoccupano di loro stessi, noi dobbiamo preoccuparci di fare al meglio il nostro lavoro. Poi i risultati arriveranno di conseguenza".

Sempre con la stessa chiarezza e lucidità, aveva spiegato come nel suo primo anno da team principal la sfida primaria fosse stata quella di gestire diversamente il tempo a disposizione, nonché di scegliere le persone giuste di cui fidarsi, perché gestire 100 persone non è come gestirne 750 e questo Andrea lo ha capito subito, non appena preso il posto di Andrea Seidl. Anche delegare è una capacità che fa la differenza tra un bravo capo ad un grande capo. Oggi Andrea Stella un grande capo lo è, e questo titolo iridato lo certifica. Anche se questo ha significato affrontare e poi sconfiggere quella Ferrari che è stata casa sua in un passato neanche lontanissimo. Quel passato in cui, lavorando al fianco del giganti come Jean Todt, Ross Brawn o Michael Schumacher, il giovane Andrea Stella aveva saputo farsi uomo. Vivendo un amore che, anche se oggi le strade sono diverse, non dimenticherà mai.


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