Nato il 7 gennaio 1985, Lewis Hamilton è ora un neo quarantenne. Un traguardo esistenziale che per Lewis coincide con il primo compleanno alla Ferrari, qualcosa di unico: e se il meglio dovesse ancora venire?
Quando suona la sveglia del 7 gennaio, al mattino, ad alzarsi dal letto si fa sempre un po' di fatica in più. Perché, in Italia soprattutto, è un po' come il risveglio dopo la sbornia di panettoni e pandori: il periodo delle festività invernali è finito, si torna a sgobbare. Natale, Capodanno e pure l'Epifania, che tutte le feste si porta via, è alle spalle: è il momento di cominciare, davvero, il nuovo anno.
C'è però qualcuno per cui la sveglia del 7 gennaio, ogni anno, coincide con un rintocco dell'orologio della vita, quello che scandisce gli anni ed i compleanni. Una sveglia che, soprattutto quest'anno, non coincide neanche con un compleanno qualunque, ma quello delle 40 candeline: è questo che significa il 7 gennaio 2025 per il neo quarantenne Lewis Hamilton.
I 40 anni, spesso, sono un traguardo esistenziale. Una pacchia per i registi del cinema, che sulle crisi e sugli amori di mezza età hanno costruito film di successo, raccontando un'età che spesso porta ad interrogativi diversi rispetto alle altre cifre tonde. Numericamente, i 40 sono esattamente a metà tra i 30 ed i 50: solo che sei già vecchio per i primi ed ancora abbastanza giovane per i secondi. Ti ritrovi, insomma, in mezzo ad un guado un po' particolare, quasi indefinito: forse più che in altre occasioni avverti il tempo che passa, perché gli "anta" hanno un peso tutto loro. Ciò che puoi fare, è semplicemente accettarli ed affrontare la vita a modo tuo, magari sperando di sentirti ancora giovane, abbastanza perché la vita possa sorprenderti ancora.
Lewis Hamilton, da questo punto di vista, problemi non ne avrà. Perché ad un'età in cui avrebbe potuto tranquillamente godersi la sua vita, le sue proprietà ed il suo tempo libero oltre che le sue passioni, ha scelto la via del rinnovamento. Proprio perché, quando si sentirà vecchio davvero, non vorrà avere rimpianti, il fardello più pesante da portarsi dietro: anche per questo, si è concretizzata l'idea della Ferrari. Fa ancora un certo effetto, parlare di Lewis Hamilton come pilota del Cavallino Rampante: ci abitueremo, a poco a poco, nelle prossime settimane. Intanto, Lewis è ferrarista da esattamente una settimana e più che sentirsi giovane, in questi giorni si sentirà come un bambino per la felicità dell'imminente debutto in Rosso.
E proprio questo debutto, che si avvicina ora dopo ora, è ciò che serve per sentirsi vivi, per convincersi che il meglio debba ancora venire. Non è facile, dopo tante vittorie e dopo tanti anni spesi nella trincea dei Gran Premi; eppure, Lewis Hamilton ha fatto l'unica mossa possibile affinché, rendendo tutto nuovo quello intorno a lui, potesse avvertire qualcosa di nuovo anche dentro se stesso. L'uomo è abitudinario per natura, ma ci sono le eccezioni: in questo, Hammer è stato originale.
La scelte di carriera, ma anche di vita che ha fatto, non aggiunge niente alla grandezza del pilota, ma ne sottolinea il coraggio: la Ferrari era e resta un'opportunità, ma anche un grande salto nel vuoto. Certo, per lui forse è una situazione anche più comoda della stessa Ferrari, sebbene entrambi abbiano dovuto sacrificare qualcosa: la Rossa ha messo mano ad una certa stabilità in questa sua fase di crescita, Lewis ha dovuto lasciarsi alle spalle l'ambiente in cui era il padrone di casa.
Non potrà essere così, almeno non da subito, a Maranello, dove dovrà convivere con la presenza di Charles Leclerc, ormai da anni integrato al box rosso. Con le dovute proporzioni, Leclerc ed Hamilton ricordano vagamente la coppia Prost-Lauda della McLaren a metà degli anni '80: il primo un pilota veloce in cerca dell'affermazione iridata, il secondo il campione maturo. Alain era più veloce, ma il titolo dell'84 finì a Niki. E proprio Niki, oggi, continuerà ad essere un'ispirazione per Hammer: lo ha portato a Brackley, gli ha insegnato l'arte della pazienza, lo ha indubbiamente migliorato nella condotta di gara e forse pure quella ai box. E oggi, Lauda è la migliore ispirazione possibile per Lewis: nessuno, oltre a Niki, ha mai vinto un mondiale sia con la McLaren che con la Ferrari.
Hamilton incita Maranello: rendiamo il 2025 un anno da ricordare
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