Nato il 7 gennaio 1985, Lewis Hamilton è ora un neo quarantenne. Un traguardo esistenziale che per Lewis coincide con il primo compleanno alla Ferrari, qualcosa di unico: e se il meglio dovesse ancora venire?
Con Michael Schumacher, Kimi Raikkonen e Fernando Alonso, in rigoroso ordine anagrafico, Lewis Hamilton condivide non solo l'essere diventato campione del mondo, ma anche una promessa non rispettata e diventata bugia: "Non sarò in F1 a 40 anni". Ci è passato Michael, ci è passato Kimi, ci è passato Fernando e ci sta passando ora Lewis, in attesa di vedere che succederà con Max Verstappen: pure Max ha detto che i 40 li festeggerà lontano dai circuiti, ma pure lui ha tempo per i ripensamenti e tra qualche anno vedremo. Intanto, Lewis non è mai stato così felice di essere un "bugiardo": a 40 anni in F1 c'è eccome, e sul sedile più ambito del globo, almeno a livello di immagine. Se anche a livello tecnico, è troppo presto per dirlo: la futura Ferrari 2025 nelle forme la conosce solo chi ci sta lavorando, ma neanche loro possono sapere che destino avrà. Non lo può sapere neanche Lewis, che si augura di cuore di aver fatto la mossa della vita: chiudere in Ferrari è già storico, farlo vincendo sarebbe leggendario.
Il 7 gennaio cade in un periodo particolare dell'anno, non solo perché si porta via le feste. Sono i giorni, questi, in cui i piloti cominciano, più o meno tutti, la preparazione atletica per la nuova stagione. A cavallo tra la prima e la seconda settimana dell'anno, il 7 gennaio è il ritorno alle abitudini, è il ritorno alla vita "normale" dopo le penniche post-prandiali natalizie (o le tombolata, per chi non ha ceduto sotto i colpi della pancia piena). Anche se è brutto e soprattutto sbagliato fare paragoni, Lewis Hamilton è uno che ama arrivare primo come capitava a Michael Schumacher. Con Michael, condivide un destino curioso: sono quasi sempre stati i primi della griglia a festeggiare il compleanno nel nuovo anno. Michael, nato il 3 gennaio, era sempre il primo a spegnere le candeline: uniche eccezioni in carriera, Zsolt Baumgartner e Jean-Marc Gounon. Pure Lewis, è quasi sempre stato il primo della griglia a festeggiare il compleanno: proprio Schumi è stata l'unica eccezione nei tre anni in cui hanno condiviso la griglia. Piccolezze, insomma, per due piloti che non vanno e non andranno paragonati, perché troppo diversi i momenti della carriera in cui sono arrivati a Maranello. Schumi era venuto per ricostruire, Lewis è venuto per rifinire: per motivi d'età non ha tanto tempo a disposizione, e spera solo di aver incrociato la traiettoria ferrarista nel momento giusto.
Questo 40° compleanno, insomma, è un compleanno doppiamente speciale: ad un'età in cui è più facile tirare una riga ed in cui sarebbe anche umano voler fare bilanci di vita, Lewis Hamilton vive la fanciullesca vertigine del nuovo inizio, nel suo tuffo da capogiro nel mondo Ferrari che si concretizzerà nei prossimi giorni. Nella sua rubrica da star mondiale, chissà quanti "happy birthday" vedrà scritti tra le sue chat. Ma magari, visto che è una lingua che vuole imparare, qualcuno si è già portato avanti e glielo ha scritto in italiano: buon compleanno, Lewis.
Auguri Michael, Brawn: nessuno come Schumacher
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