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Perché la Ferrari è rossa, la Mercedes argento e Max Verstappen è rappresentato dall'arancione? Nelle competizioni automobilistiche nessun colore è lasciato al caso
14 gen 2025
Chiunque pensi alla F1, che sia un appassionato o che non abbia mai seguito bene neanche una gara, ha immediatamente un'immagine chiara in testa: una monoposto rossa.Vi siete mai chiesti perché la Ferrari corre da sempre con questo colore? La risposta va cercata all'alba dei tempi delle corse autmobilistiche, quando la Formula 1 non esisteva ancora e le prime automobili cominciavano a fare la loro comparsa sulle strade cittadine.
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Una delle prime competizioni automobilistiche internazionali fu la Coppa Gordon Bennett, nata nel 1900. Si trattava di una gara ideata dall'imprenditore americano James Gordon Bennett Jr. in cui le squadre rappresentavano il proprio paese. Per distinguere le vetture partecipanti all'evento, si decise di assegnare ad ogni mezzo un colore basato sulla nazione di origine. Il blu era colore della Francia, primo paese ad ospitare la competizione; l'Olanda si identificava con l'arancione, pigmento tradizionale del paese ispirato alla monarchia d'Orange; gli USA avevano una livrea bianca a strisce blu; e la Germania vestiva il bianco, sostituito poi dall'argento, o meglio metallo, intorno agli anni '30 per risparmiare sul peso consentito dal regolamento. Il Regno Unito poi era associato al verde, poiché la prima gara si svolse in Irlanda (all'epoca parte dell'United Kingdom) e i britannici scelsero quel colore per omaggiare la nazione ospitante. E il rosso? Inizialmente era assegnato al Belgio e passò all'Italia nel 1907, quando gli italiani iniziarono a partecipare alle corse automobilistiche. La decisione avvenne di comune accordo e il Belgio (a cui poi fu assegnato il giallo) decise di cedere il rosso perché il paese non aveva una presenza significativa nelle gare. Non tutti sanno che in principio, all'Italia era stato designato il nero, che fu poi sostituito anche perché considerato troppo cupo e poco identificativo.
Questo sistema di identificazione a colore aveva dei motivi specifici: le gare erano considerate come una competizione tra nazioni più che tra piloti e rappresentavano il progresso ingegneristico e tecnologico di ogni paese. Inoltre, le colorazioni diverse permettevano al pubblico e agli organizzatori delle competizioni di riconoscere immediatamente le monoposto e i piloti.
I colori delle monoposto iniziarono a cambiare intorno agli anni '60 con l'avvento della Formula 1 e delle sponsorizzazioni commerciali. A rompere la tradizione fu la Lotus, che nel 1968 prese i colori del marchio Gold Leaf: rosso, bianco panna e oro.
Il colore del fuoco ha portato al successo alche altri team storici come Maserati, Lancia, Alfa Romeo e ovviamente Ferrari. La prima vettura nella storia ad utilizzare il "Rosso corsa" fu la Itala 35/45 HP nel GP di Francia del 1907, una delle prime gare simili ai moderni Gran Premi di oggi.
Negli anni '20 e '30 il rosso era il marchio identificativo dell'Italia in pista e ancora oggi rappresenta il simbolo del nostro paese nel mondo automobilistico. E pensare che il colore ufficiale del marchio Ferrari è il giallo, scelto da Enzo Ferrari come simbolo della città di Modena (che ha il giallo sullo stemma) e come rappresentazione di gioia e luce. Nonostante il colore del sole sia nel logo e in alcune edizioni speciali delle vetture, il Drake utilizzò il rosso nelle corse automobilistiche.
Il Rosso Corsa non è solo un colore, ma un simbolo eterno della passione e del genio italiano, che continua a incantare il mondo delle corse e dell’automobilismo. Come disse lo stesso Enzo Ferrari: "Date a un bambino un foglio di carta, dei colori e chiedetegli di disegnare un’automobile, sicuramente la farà rossa".
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