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Michelin 2026 per WEC ed IMSA: la sfida tecnica, industriale e sportiva spiegata da Tramond e Alvès

Mentre i team giravano con le gomme Michelin 2026 destinate ai prototipi di WEC e IMSA, gli uomini della casa francese hanno svelato motivazioni, sfide tecniche e decisioni sul nuovo prodotto
Michelin 2026 per WEC ed IMSA: la sfida tecnica, industriale e sportiva spiegata da Tramond e Alvès
© Michelin

La vera sfida, tuttavia, è stata perseguire una strada nuovissima in termini di utilizzo e riutilizzo dei materiali, per giungere ad un battistrada unico sin dall'impatto visivo, con sfide nuove anche nel corso del processo stesso: "Una delle maggiori difficoltà è stata riformulare tutte le nostre mescole di gomma e rivedere le nostre tecniche di miscelazione. Poiché le nuove materie prime hanno proprietà diverse, non potevamo semplicemente sostituire un ingrediente con un altro nelle stesse proporzioni. Abbiamo dovuto rivedere completamente le nostre ricette solo per raggiungere il livello di prestazioni esistente, mentre il nostro obiettivo era di andare molto oltre. Abbiamo creato un pneumatico virtuale in ogni fase del processo". 

Accanto alla volontà di innovare e di migliorare la sostenibilità, sul piano agonistico gli obiettivi sono garantire una migliore fase di warm-up, maggiori prestazioni, avere più consistenza nel comportamento della gomma ed avere un crossover più definito tra le mescole.

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Alvès: fine-tuning delle gomme 2026

E' Pierre Alvès ad illustrare le modalità del test: "Per questa giornata di test organizzata da Michelin, i team sono 'a nostra disposizione', con assetti bloccati. La pista apre alle 9, abbiamo richiesto a tutti di essere in pista entro le 9.45 al massimo per massimizzare il tempo a disposizione. Il margine di 45 minuti consente di mettere a punto l'assetto del test e di rendere le condizioni della pista più rappresentative con l'aumentare delle temperature dell'aria e dell'asfalto". Al test, ufficialmente della durata di 10 ore (dalle 9 alle 19, senza una vera e propria chiusura per la pausa pranzo, scelta a piacere dai team), erano ovviamente invitate tutte le case che competono con le Hypercar (assenti solo Peugeot e Aston Martin). Il test del Paul Ricard, pista scelta per la sua varietà di curve e per la sua esaustività tecnica, è stato un test utile a definire in maniera pressoché totale il prodotto finale

Il programma era diverso per tutti e definito dalla Michelin: le squadre non sapevano che cosa stavano andando a testare, fermo restando che si trattava in ogni caso di gomme a mescola media: pur con le sue differenze, le tre specifiche portate in Provenza rientravano tutte nel compound "mezzano", prima che la mescola dura venga testata a fine giugno al Watkins Glen. A proposito di gomme, è proprio Pierre Alvès che ci tiene a spiegare la scelta della colorazione delle gomme da parte di Michelin: bianco per la soft, giallo per la media e rosso per la hard. Ai più attenti, non sarà sfuggito che si tratta di una colorazione completamente opposta a quella della Pirelli in F1. Già, perché? "Dal canto nostro - ha spiegato Alves -, abbiamo pensato a questi colori per le temperature di utilizzo. La soft si 'accende' a temperature inferiori, per cui abbiamo pensato al bianco che è un colore più freddo. La hard invece ha la sua finestra di funzionamento a temperature più elevate, e per questo abbiamo pensato al rosso, sinonimo di caldo e appunto di alte temperature". Discorso che non fa una piega, in attesa che anche le nuove gomme possano essere "colorate" nella stessa maniera. Il loro debutto in gara, ormai, è sempre più vicino.

(2/2).

 

 

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