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Domina ancora la Red Bull in un fine settimana in cui anche Perez ritrova fiducia, buoni segnali da parte di Ferrari e McLaren; deludono Aston Martin e Mercedes, ma chi fa più discutere è la direzione gara
3 lug 2023
L'idea che sarà Silverstone, il vero banco prova per la SF-23, resiste ancora. Ma intanto, si può dire che su determinati tipi di pista la Ferrari SF-23 ha il potenziale per essere almeno la seconda forza della griglia. Non era questo l'obiettivo di inizio anno, ma ormai inutile guardarsi indietro: tocca prendere quello che offre il presente e se in una stagione così il presente dice 2° posto, è un 2° posto da prendere al volo.
Il podio, non è una cattivera dirlo, non è stato sin qui l'habitat naturale della SF-23. Appena due podi nelle prime nove, da questo punto di vista solo la F14-T (2014) e la SF21 (2021), nell'era ibrida, avevano fatto peggio. Se però il podio non è stato il luogo ideale, almeno fin qui, della SF-23, da un certo punto di vista lo era il tracciato austriaco. Allunghi, frenate decise, ripartenze a tutta trazione: non è un caso che una Rossa capace di lottare per essere la prima dopo la Red Bull la si fosse vista in Bahrain (dove Leclerc aveva sfiorato la pole, proprio come a Spielberg) e a Baku, piste non uguali l'una con l'altra ma con punti in comune. Anche il Canada non era un tracciato simile a quello austriaco, ma in compenso aveva allunghi e curve lente dove in uscita la Rossa del 2023 riesce a farsi valere. Questa Ferrari ha come dote una buona trazione, ma la difficoltà nella gestione delle gomme ne ha nascosto questo pregio soprattutto in gara, quando le gomme calavano. In Austria la gestione ha rappresentato di nuovo un fattore importante (ma non critico), e da questo punto di vista le sensazioni sono state buone come quelle del Canada. In Inghilterra, pista da curvoni veloci e molto diversa, ci sarà un altro esame per la SF-23. Il più probante.
Prima di perdersi in discussioni sulla strategia di Sainz e Leclerc, la Rossa lascia l'Austria con un bottino di 32 punti (erano 36, sotto la bandiera a scacchi), simile a quello di Baku (36), il migliore dell'anno. Se non lo è come bottino, il 2° posto di Spielberg è però il miglior risultato in assoluto, visto che in Azerbaijan Leclerc si era fermato al 3° posto. Ha certamente aiutato un Perez costretto alla rimonta, ma la battaglia tra Carlitos e Checo è stato il sintomo di un Cavallino Rampante che almeno ci prova. Quando le Rosse hanno incrociato Max la faccenda è stata diversa, ma anche pensare di prendere la Red Bull più lenta risultava utopistico solo poche settimane fa. Tuttavia, non è con la Red Bull che per il momento la Ferrari deve lottare, ma con Mercedes e Aston Martin: ed in questo senso sono arrivati ottimi segnali.
Ripetiamo che per la Ferrari quello della Stiria era un tracciato migliore per le sue caratteristiche, e peggiore sia per la W14 che per la AMR23. L'impressione è quella di una battaglia per la piazza d'onore tra i Costruttori che sarà lunga, difficile e molto sensibile al tipo di pista che si andrà ad approcciare di volta in volta. Tutte e tre per il momento hanno pregi e difetti: nel caso della Ferrari una gestione gomma che latita in certe condizioni ed una mancanza di carico aerodinamico generale che la squadra sta provando a recuperare. Soprattutto, la SF-23 pare debole all'anteriore e questo appunto potrebbe essere un problema su tracciati come quello inglese, in programma la prossima settimana. Per il momento però la squadra ha promosso l'aggiornamento di Barcellona ed i pezzi portati successivamente: un nuovo pacchetto a volte ha bisogno di tempo per essere pienamente sfruttato ed è proprio l'impressione di questa Ferrari.
Per il resto, il pizzico di malumore mostrato da Sainz dopo la corsa era lecito. Forse un mea culpa sui 5” di penalità (poi diventati 15” in totale, ma in quel momento lo spagnolo non poteva saperlo) non sarebbe guastato, ma era comprensibile la frustrazione per un pilota che sa di aver fatto un'ottima gara per poi aver chiuso già dal podio. Lo voleva, il podio, ed a tratti è sembrato essere anche più in palla di Leclerc: lo era nel primo stint (aveva l'aiuto del Drs, ma restare in scia per tanti giri non è facile e Carlitos quello lo ha fatto) e forse anche nel secondo, quando i suoi tempi sono stati “macchiati” dal recupero che ha dovuto fare. Si è lamentato della sosta dietro a Charles, ma col senno di poi era giusto così: avrebbe perso di più fermandosi successivamente senza la VSC. Rispetto a Leclerc era andato anche meglio al sabato (con Charles che pensa di aver capito il perché), ma tutto sommato in casa Ferrari c'è poco da recriminarsi e molto di che essere soddisfatti: dall'Austria sono arrivate solo buone notizie ed a volte serve anche concentrarsi sulle cose positive, piuttosto che guardare sempre al bicchiere mezzo vuoto. Poi, a Silverstone, si vedrà.
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