La Papaya sulla carta dovrebbe essere in vantaggio, ma la Rossa continua a dare il suo meglio nelle curve più lente
Premesso che entrambe hanno raggiunto un ottimo livello di competitività, sulla carta il tracciato di Interlagos dovrebbe sorridere un po’ più alla McLaren. La Ferrari ad ora non ha più punti deboli, ma continua a dare il suo meglio nelle curve più lente, nel passaggio sui cordoli e dove frenate e accelerazioni sono dominanti. Il Brasile non ha tutte queste caratteristiche, perché offre curve anche da media e alta velocità dove la McLaren, con le sue velocità di percorrenza, può riguadagnare qualcosa nell’equilibratissimo confronto prestazionale che si sta profilando in questo autunno. La Ferrari ad Austin ha dimostrato di aver risolto i problemi nelle curve ad ampia percorrenza, per cui non c’è motivo di temere Interlagos come la si sarebbe potuto temere, per dire, all’arrivo della pausa estiva. La Ferrari dunque non parte battuta, per quanto il tracciato paulista possa essere visto come una delle migliori piste per la MCL38.
Le stesse caratteristiche possono dare una mano alla Red Bull, che tra Austin e Città del Messico ha dimostrato di andare meglio (non era una sorpresa) nelle curve più veloci: questa RB20 è diventata ormai molto enigmatica e poco prevedibile, ma potrebbe trarre qualche giovamento dalla trasferta di Interlagos. Altro grande problema per la RB20 è la mancanza di grip: ad Interlagos, dove il livello di carico avvertito sarà maggiore, potrebbe risolvere una parte dei suoi problemi, anche se è tutta da verificare la resa del nuovo asfalto di Interlagos. Di sicuro la Red Bull non è da mettere sullo stesso piano di Ferrari e McLaren, ma potrebbe comunque vivere una trasferta meno critica rispetto al Messico.
Sì, perché dopo Baku è stato poco utile alla causa, sia per la corsa al titolo Piloti che a quello Costruttori. Un pilota appena alla sua seconda stagione in carriera è pure normale che abbia alti e bassi, ma se lui è stato il primo ad alzare l’asticella parlando di mondiale dopo Monza, deve essere anche il primo a comprendere che Austin e Città del Messico sono state due tappe insufficienti nel rendimento.
Tante volte Piastri ha lottato con Norris, ma ora che la classifica ha una fisionomia chiara, McLaren sarebbe lieta di mettere Oscar al servizio di Lando, oltre ad aver bisogno di punti in più per un Costruttori tutt’altro che chiuso: la Ferrari ha recuperato 27 punti ad Austin e 19 in Messico, per un totale di 46 punti guadagnati: ora è a -29, e considerando che dopo Singapore di punti da recuperare ne aveva 75, significa che il ritardo è stato ridotto di poco meno di due terzi in appena due gare.
McLaren non può certo permettersi un altro svarione come quello nella qualifica sprint di Austin oppure quello in Q1 a Città del Messico, perché contro questa Ferrari meglio non regalare niente. Oscar, proprio come l’anno scorso, pare stia soffrendo le trasferte americane su piste sulle quali ha poca esperienza, e se venisse confermata la tendenza del 2023 pure ad Interlagos potrebbe non presentarsi nella sua forma migliore. Sta alla McLaren trovare gli strumenti giusti per risvegliare Piastri dall’intorpidimento autunnale, perché serve come non mai al team per condurre in porto la lotta iridata. Tutto questo in attesa di scoprire se anche l’australiano potrà montare in macchina la versione di fondo aggiornata che ha debuttato sulla sola vettura di Norris a Città del Messico. Lando ha detto di non aver avvertito troppe differenze, ma è anche vero che ad oltre 2200 d'altura gli effetti del carico aerodinamico si sentono meno: pure Interlagos si trova a 780 metri sul livello del mare, ma sicuramente non si avvertono gli stessi effetti del tracciato messicano.
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