GP Francia: i 5 temi del fine settimana

GP Francia: i 5 temi del fine settimana© Getty Images

Una Ferrari superlativa nelle prestazioni vive una domenica amara per l'errore di Leclerc che spalanca a Verstappen le porte del settimo centro stagionale, il tutto mentre la Mercedes torna sul podio con due macchine

25.07.2022 ( Aggiornata il 25.07.2022 11:48 )

Settebello

L'anno scorso Max Verstappen per arrivare a quota sette centri stagionali aveva dovuto aspettare settembre, per l'attesissimo (più dai suoi tifosi che da lui, a dire la verità) GP di casa a Zandvoort, in Olanda. Ci aveva messo 13 gare, insomma, mentre quest'anno ce ne ha messa una in meno, 12. Detto così sembrerebbe un cammino simile, ma in realtà non lo è: perché tante cose sono cambiate, e diversa è pure la situazione nella classifica iridata. Sono cambiati gli avversari, sono cambiate le macchine, è cambiato lui: ma in meglio, forte di una consapevolezza diversa, di un modo di fare in cui c'è traccia non solo dell'esperienza aggiuntiva di un duello iridato ma anche di una serie di errori analizzati e metabolizzati. Guardatelo, Max Verstappen: è meno irascibile, ha perso quell'aria da sbruffoncello che ogni tanto aveva da ragazzino, ha imparato soprattutto ad aspettare. E lo ha detto lui stesso: ogni tanto devi saper attendere, mica puoi sempre andare a tutta. Ecco, il Max Verstappen versione 2022 è un pilota ulteriormente evoluto rispetto a quello che dodici mesi fa se la giocava punto su punto con Lewis Hamilton. Fu una battaglia intensa, ma soprattutto formativa: se oggi Max è quello che è, lo deve anche e soprattutto a quel duello che ad oggi appare come uno spartiacque decisivo per una carriera pronta a spiccare il volo. Max Verstappen non ha certo i numeri di quello che sembra nato per vincere un titolo “soltanto”: è nato per mettere insieme numeri da capogiro, per firmare più volte l'albo d'oro.

Qualche settimana fa, su queste righe, avevamo parlato di “variabile Verstappen”: quella, cioè, che quest'anno sta facendo la differenza in un equilibrio spesso sottile tra Red Bull e Ferrari. Ma oggi sta facendo la differenza anche quando l'equilibrio non c'è, anche quando il pendolo delle prestazioni finisce dalla parte delle Rosse. Nei 63 punti che lo separano da Charles in classifica, non ci sono solo errori Ferrari; c'è anche la classe di un pilota che quest'anno non ha sbagliato mai, salvo un lungo in curva 4 a Barcellona. Con Leclerc ha duellato, provando a spingere una Ferrari che sulla distanza avrebbe fatto la differenza, visto il calo di gomme che lui, rispetto al monegasco, ha avvertito alla fine del primo stint; ha mollato l'osso quando lo doveva mollare, ha atteso la sosta e poi ci ha pensato l'altro a facilitargli la vita. Sbagliando, contrariamente a Max, che ha tenuto i nervi saldi pure in un weekend in cui, con un sottosterzo cronico, per la Red Bull sembrava già tanto potersela giocare, questa vittoria.

La differenza la si vede anche nei confronti di Perez, l'uomo che dopo Monaco pensava di avere chanches iridate. Sono passati due mesi da Montecarlo e oggi, quel messicano, fa la conta dei danni: crisi d'identità e 70 punti di ritardo. La RB18 sta vivendo un percorso accidentato nello sviluppo, nel senso che non tutto sta andando bene, non tutti i pezzi stanno dando i risultati sperati; ne è uscita una macchina più difficile da interpretare e da portare al limite, ed in questo percorso di sviluppo Checo si è perso. Era successo anche a Gasly ed Albon: una macchina potenzialmente fortissima ma complicata da portare al limite, da qui divari spesso ampi con l'altro pilota. Max invece ce la porta eccome al limite, questa RB18. La quale, in questo momento, qualche difetto lo ha, ma di sicuro ha un gran vantaggio: la guida Max Verstappen.

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