Viva l'esercito dei commissari di Imola!

Viva l'esercito dei commissari di Imola!
Nel GP dell'Emilia Romagna sono ben 350 i marshal coinvolti. Qui diamo voce a due di loro, uno dei quali grande amico di Kimi Antonelli...

12.05.2025 18:23

Per una volta, niente orange papaya e nessun arancione olandese, ma preferisco parlare dell’Orange Army di casa nostra, ovvero l’esercito dei marshal che ogni anno rende possibile lo show a Imola, tra F.1, Wec e quant’altro.

Pietro Benvenuti, Direttore del circuito, è orgoglioso dei suoi ragazzi: «In tutto sono ben trecentocinquanta, promossi a un esame di abilitazione che io stesso ho sostenuto, perché, se vuoi dirigere ed essere responsabile, devi conoscere tutte le problematiche dei tuoi sottoposti. E i nostri sono tutti speciali, perché lo fanno per volontariato, però con spirito stupendamente professionale. E hanno forti responsabilità, perché, tanto per fare un esempio-limite, metti che sbaglino a dare una bandiera, cambia la corsa e la storia della F.1. No, problem comunque - prosegue Pietro -, perché sono freddi, razionali, attenti: di amatoriale hanno solo un immensa passione, il resto è super-specializzato. Posso dirlo? In Italia abbiamo i  migliori; all’estero, mediamente non sono mica così. Gi italiani sono i più bravi al mondo e girano, crescono, fanno esperienza altrove, tanto che in cinque o sei saranno anche a Le Mans e a Spa, in una specie di Erasmus Orange! Sono orgoglioso di loro, visto che rappresentano anche un punto di forza nella trattativa per un eventuale rinnovo. L’esercito Orange è un asset favoloso per Imola».

L'amico di Kimi

Massimo Messina vive vicino al circuito, ha 54 anni e fa il marshal da otto per un motivo semplicissmo: «Sono un fan di Motorsport e passati i quaranta ho pensato fosse tempo di dedicare più tempo a questa mia grande passione, freqentando il corso di commissario di percorso e passando il relativo esame, che è scritto a quiz e, se fai tot sbagli passi all’orale, un po’ come quello della patente e lì te la giochi. Nel mio caso, mi è bastato lo scritto».

Il tuo ruolino di marcia? «Ormai in tutto otto Gp di F.1, due WEC, due gare DMT, due 1000 Miglia e otto weekend ACi, più due Finali mondiali Ferrari e tanti monomarca. In tutto, già una bella esperienza, che mi rende contento di questa mia scelta».

Come spiegheresti il senso del tuo ruolo? «Abbiamo una funzione di servizio e non possiamo né dobbiamo sbagliare. Mai dare le spalle alla pista, mai fare una cosa di testa propria o perdere tempo a scattare una foto di soppiatto, guai. Sempre attenti, concentratissimi e pronti a seguire le istruzioni del Direttore di Corsa. E poi c’è anche da svilippare il senso di percezione del pericolo, affinando l’istinto per capire quando sta succedendo qualcosa di potenzialmente grave».

Un esempio? «Sto alla Postazione 1, quella d’ingresso al Tamburello, e lo scorso anno ho capito subito che in F.2 stava per succedere una megacollisione e ho avuto il tempo e il modo di mettermi al riparo con i miei colleghi, salvo intervenire quando tutto era finito, rimettendo le cose a posto, seguendo alla radio le istruzioni».

Il tuo fiore all’occhiello è il gran rapporto di amicizia che hai con Kimi Antonelli... «L’ho conosciuto da quanto strabiliava in kart, quasi da bambino, e da allora l’ho seguito passo passo, dalla F.4 alla Regional passando per la F.2 e sino alla F.1. È la mia grande gioia, adoro come guida, come ragiona, come corre e, anche e soprattutto, la maturità che ha. È stato sempre avanti alla sua età, sfoggiando sempre una precocità di educazione e intelligenza notevole. La più bella soddisfazione l’ho avuta di recente, quando in un normale weekend di gara mi è venuto a salutare in postazione, a dimostrazione del fatto che è restato il ragazzo d’oro dei bei tempi. Per lui nel prossimo Gp sogno un podio!».

Partecipi anche a trasmissioni video nei social, vero? «Sì e permettimi di salutare gli amici di “Un Caffé nel paddock”».

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