La Red Bull è sì imprendibile, ma solo nelle mani di un Verstappen che raggiunge quota 40 vittorie; delude la Aston Martin, sorprende la Mercedes, mentre la situazione Ferrari sembra senza via d'uscita
Chissà se alla fine non possano essere loro, la squadra giusta per restituire alla F1 un duello. Dopo anni e anni di dominio la Mercedes si è persa ma sta facendo di tutto per ritrovarsi, e quello del GP di Spagna è uno dei segnali migliori. Non ci credevano nemmeno loro, a fine gara, di essere andati così bene. Hamilton era raggiante, Russell sorpreso, Toto Wolff soddisfatto ma, da grande capo qual è, ammoniva “Sorrisi? Beh, mica abbiamo vinto...”.
Lewis Hamilton ha detto di doversi togliere il cappello di fronte al suo team. Era il gesto che gli faceva Niki Lauda quando faceva qualcosa di straordinario in macchina, rendendo omaggio ad un pilota che forse l'austriaco ha plasmato più di quanto si possa pensare. Hammer ha parlato di un briciolo di luce in fondo al tunnel, giustamente non si vuole sbilanciare perché la memoria del recente passato è fresca: anche nel 2022 a Barcellona Mercedes dette l'impressione di aver imboccato la strada giusta, e invece poi sappiamo come è andata a finire con la W13. Questo perché l'asfalto liscio della Catalogna permette di abbassare di più le vetture, e ciò facilita la vita alle monoposto che più sono sensibili alle altezze da terra, proprio come era la Mercedes del 2022. Va detto che per Mercedes e Ferrari la tappa di Barcellona era vitale non tanto per il risultato fine a sé stesso (tanto il mondiale non arriverà comunque), quanto per le indicazioni future: dalla Spagna si riparte con tanti dati che saranno utili per impostare il lavoro dei prossimi mesi, per portare gli sviluppi futuri e soprattutto indirizzare il progetto 2024.
Mediamente Hamilton in gara ha accusato un ritardo di tre decimi e mezzo al giro da Verstappen, un margine ancora inequivocabile per quanto riguarda le forze in campo. Eppure, il ritardo è stato grande sì ma solo nei confronti di Verstappen: Russell partiva una casella dietro a Perez eppure gli è arrivato davanti in una corsa priva di safety car, VSC e interruzioni, dunque puramente indicativa dei valori in gara. Quella di George sì che è una grande notizia: Max sarà pure imprendibile, ma quando la differenza la fa un pilota solo vuol dire che qualcosa di positivo, per chi insegue, c'è.
La W14 a Barcellona ha mostrato tanto carico, figlio soprattutto del nuovo fondo portato dal team, forse la novità più importante, anche più delle forme della carrozzeria. La squadra ha lavorato molto sugli assetti, compiendo anche una certa marcia indietro tra venerdì e sabato (nelle FP2 Lewis ha girato con un'ala posteriore a cucchiaio, dunque con meno carico assoluto, prima di ricambiare l'alettone nelle libere 3), per poi ritoccare ulteriormente il set-up prima delle qualifiche: non sappiamo in che direzione, ma guardando i risultati del sabato e poi quelli della domenica viene da pensare a cambiamenti mirati per favorire il passo gara. Domenica la Mercedes è stata molto solida, ed è stata l'unico team a scartare la gomma dura: considerando il passo tenuto, significa che la W14 con le gomme è riuscita ad essere molto gentile e che al tempo stesso la squadra non ha avuto esitazioni in tema gomme. Era una loro forza fino a qualche anno fa, quando vincevano mondiali a ripetizione: ed anche da aspetti così, sorge il dubbio che se questa F1 desidera un confronto al vertice, non possa sperare che in loro.
Russell: "Risultato al di là delle aspettative"
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