Formula 1 Giappone: luci e ombre di un controverso sabato Ferrari

Formula 1 Giappone: luci e ombre di un controverso sabato Ferrari©  sutton-images.com

Hamilton dominatore delle qualifiche di Suzuka, Bottas cede la seconda posizione solo a causa della penalità. La Mercedes superiore sul giro secco ma per Ferrari le cose potrebbero cambiare in assetto-gara

Alberto Sabbatini

07.10.2017 10:50

Ma dov’è finita la Ferrari che doveva essere diventata in questo scorcio di stagione la macchina più veloce della F1, più veloce pure della Mercedes, come dicono tutti e come ammette persino Niki Lauda? La qualifica di Suzuka dice tristemente che Hamilton è ancora il più veloce in pista. 71° pole position, la decima stagionale. E che Vettel è lontano quasi mezzo secondo. Ma il tedesco della Ferrari godrà del vantaggio di una prima fila al fianco di Hamilton. Prima fila acchiappata non “sul campo”, ma per il rotto della cuffia grazie alla penalità di 5 posizioni subita da Bottas per la sostituzione del cambio tra venerdì e sabato. 

Vettel però ha preso quasi mezzo secondo da Hamilton (0”472 il divario) e non soltanto da lui, perché anche l’altra Mercedes, quella di Bottas, lo precede di 15 centesimi. Tuttavia sulla prestazione della Ferrari c’è da fare un distinguo: Vettel ha recuperato la prima fila con cattiveria e  determinazione. Tenendosi sempre nella scia della seconda Mercedes, quella di Bottas, e lottando con lui (Hamilton era sovrumano qui a Suzuka e fuori portata di tutti). Gli era davanti di due decimi nel primo giro della Q3, gli è finito dietro di poco nel finale. Però la Rossa di Vettel è stata l’unica Ferrari a lottare con le Mercedes. Basta vedere dove sta Raikkonen, lontano un secondo e mezzo dai primi e mai in gara per le prime posizioni. Anche senza la penalità (sostituzione del cambio) che lo retrocede in quinta fila in griglia, Kimi sarebbe stato soltanto sesto, ultimo dei top. Frenato dall’incidente in FP3 che ha costretto i meccanici a ricostruirgli in una sola ora, con affanno, la macchina, e sempre lento e impacciato; tanto che nel giro di qualifica è di nuovo finito nella terra proprio lì dove era andato a sbattere in mattinata.

Come mai la Ferrari che sembrava una spanna sopra alle vetture anglo-tedesche, è affondata di nuovo? L’impressione di questo week end giapponese è che sia ancora presto per tirare le somme in via definitiva. La Mercedes è tornata superiore soltanto sul giro secco. Con gomme supersoft (ma volava anche con le gialle), in assetto da qualifica e con il motore sovralimentato dal solito bottone magico che concede extra cavalli (meglio dire kilowatt a dire la verità, perché si tratta di cavalli “elettrici”). Sul giro singolo la Mercedes è ancora inarrestabile, Hamilton ci mette del suo e quindi la macchina conquista facile la pole position. Ma in assetto-gara le cose cambiano. Nella simulazione sulla distanza fatta in prove libere, la Mercedes non è apparsa così superiore. Hamilton lo ha anche ammesso a denti stretti in conferenza stampa: “Nelle libere 3 la simulazione sul passo gara non è andata tanto bene. E poi ci sono tutte quelle esse a Suzuka che ci mangiano le gomme”. 

Insomma, la buona notizia (per la Ferrari) è che il passo lungo, l’assetto estremo e le modifiche aerodinamiche della Mercedes hanno fatto diventare la W08 di nuovo una mangia-gomme che non andrà molto lontano durante la corsa con le supersoft e il peso di 100 kg di benzina a bordo. Hamilton difficilmente riuscirà a tenere nei primi giri di gara un ritmo molto elevato e il mezzo secondo di vantaggio al giro che aveva in qualifica dovrebbe vanificarsi in corsa. 

L’altra buona notizia per Vettel è che le Red Bull, che nelle ultime gare si erano messe di mezzo nel duello Ferrari-Mercedes, a Suzuka sembrano tagliate fuori. Staccate di un secondo da Hamilton e di oltre mezzo da Vettel. Però potrebbe essere anche uno svantaggio perché una Red Bull più veloce di come è sembrata in qualifica e con Hamilton in corsa davvero in difficoltà, avrebbe potuto portar via punti preziosi all’inglese e avvantaggiare Vettel. Ma così non pare proprio che abbiano il passo per mettersi davanti alle Mercedes. 

Però c’è anche una cattiva notizia per Vettel. Ovvero che Bottas pare rinato. Superati i problemi di adattamento al nuovo assetto Mercedes, il finlandese è tornato a fare da ottima spalla a Hamilton. Appena 3 decimi di ritardo da Lewis sul giro secco sono “fisiologici”, non sono una enormità. Vuol dire che Bottas può mettersi in mezzo nel duello Hamilton-Vettel. anche perché Bottas, pur se scatterà solo dalla terza fila, intelligentemente, ha scelto di qualificarsi con le gomme soft. Quelle con cui la Mercedes funziona meglio. Quindi potrà impostare una strategia diversa da tutti, alla distanza, e venire fuori nel finale di gara con gomme supersoft risultando una variabile molto pericolosa per la Ferrari. 

Cosa che Raikkonen, anche se ha scelto le gomme gialle pure lui, non potrà fare perché partirà solo in quinta fila e dovrà destreggiarsi fra Vandoorne, Ocon, Perez e Massa che sono ossi duri da superare nei primi giri con le gomme più morbide. Quindi Kimi, a meno che non azzecchi uno scatto-lampo al via come quello di Singapore (ma senza crash...) perderà molto tempo nei primi giri. E quando troverà il passo per risalire, avrà davanti le Red Bull, ancora più ostiche da superare...

La situazione migliore per Vettel sarebbe quella di scattare in testa e dettare lui il ritmo. Perché se lascia andare in fuga Hamilton, la Mercedes dei primi giri in situazione di “aria pulita”, cioé senza avversari davanti che fanno alzare le temperature di esercizio (la W08 soffre il caldo), può prendere un vantaggio che Vettel poi faticherà a azzerare. Purtroppo Vettel partirà sì in prima fila, ma dalla parte “sporca” della pista. Da quella piazzola nella griglia a ridosso del muretto box, là dove non transita mai nessuno, dove l'asfalto perciò è senza grip e non fa aderire bene le gomme. Proprio la posizione da dove l’anno scorso Hamilton partì a rilento. La stessa posizione in prima fila interna dove un certo Senna, nel 1990, maturò l’idea di andare addosso a Prost alla prima curva perché tanto sapeva che da quella piazzola in griglia non sarebbe mai riuscito a lanciarsi bene per via dell'asflato scivoloso. 


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