Hamilton e l'amore per Mercedes: Non invidio la Ferrari a Vettel

Il mito del Cavallino è affascinante, Lewis però vuole restare legato alla casa di Stoccarda anche dopo il ritiro

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20.05.2016 09:57

E' un Hamilton che, nonostante le difficoltà incontrate quest'anno, esprime tutto il suo amore per la Mercedes. La forza del mito Ferrari? Il fascino lo attrae, ma non al punto di sognarne, oggi, il sedile. Quella che per la maggior parte dei piloti rappresenta una delle mete da raggiungere in tutta una carriera, non è vista allo stesso modo dal campione inglese.

«Non c'è dubbio che quando guardavo, da ragazzo, la Formula 1 e vedevo una macchina rossa era imponente. Una Ferrari, che sia una stradale o una monoposto di Formula 1 è sempre eccezionale. C'è qualcosa di davvero speciale nella passione degli italiani per la squadra. Ma faccio parte della Mercedes da quando avevo 13 anni, da più tempo della gran parte dei piloti alla mia età», commenta.

«In tutta onestà, al momento non guardo a Sebastian in Ferrari e penso: "Dannazione, vorrei il suo sedile"». C'è il mito, la storia, il prestigio, dall'altra parte, in Mercedes, ha trovato uno scenario tecnico che ha assicurato il dominio di due stagioni e continua a essere il riferimento per tutta la griglia. Se proprio non si vuole parlare di "garanzia del risultato", il concetto è molto vicino. 

Un Hamilton che immagina un futuro, anche dopo le corse,  da uomo della casa di Stoccarda, lui che ha sempre sottolineato come, terminata la parentesi in Formula 1, farà altro, non resterà nel giro: «Quel che amo della Mercedes è osservare Sir Stirling Moss, tutti i piloti oggi anziani, sono ancora con Mercedes, resti a vita con il marchio. Ti prendono sotto la loro ala, ti coccolano e ne fai parte per sempre. Non potrei immaginare me stesso senza far parte di tutto ciò», dice a Sky Sports

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E' il pilota che ha portato il titolo mondiale alla casa di Stoccarda nell'era moderna, ha contribuito al mondiale Costruttori, a una sequenza di successi che resterà negli annali. Una buona fetta della storia l'ha scritta anche lui: «Guardo alla mia squadra, le Frecce d'argento, e penso di esser parte di questa storia, che resterà a lungo anche quando sarà passato il mio tempo, e voglio continuare a farne parte, anche quando smetterò di correre».

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