Sparco E-Kart league: Giovinazzi “ruba” la scena ai piloti IndyCar

Sparco E-Kart league: Giovinazzi “ruba” la scena ai piloti IndyCar

Ecco i risultati del campionato virtuale

Marco Cortesi

13 luglio 2021

Sparco e McLaren continuano a festeggiare i 25 anni di collaborazione, un accordo nato nel 1996 con Ron Dennis e portato avanti nell'ottica del miglioramento qualitativo del prodotto e dell'eccellenza tecnologica italiana. Oltre alla produzione di tute celebrative per Lando Norris e Daniel Ricciardo, oltre che per Pato O'Ward e Felix Rosenqvist in IndyCar, l'azienda di Volpiano, in provincia di Torino, ha voluto con sé alcuni dei suoi più significativi rappresentanti, a partire dai componenti della squadra che, al di là dell'oceano, si sta giocando il titolo, e da Antonio Giovinazzi, brand ambassador del marchio e fruitore dei prodotti ormai da molte stagioni.

Giovinazzi... ruba la scena ai piloti McLaren

L'occasione, una sfida in una competizione virtuale con simulatori. Un settore in grande sviluppo che sta assumendo sempre più importanza anche per Sparco, con la divisione gaming che propone sedili, postazioni e abbigliamento dedicati. La competizione, svolta con kart 125 sul tracciato di Vallelunga, ha visto Giovinazzi prevalere al meglio delle tre manche, riuscendo a battere un  Felix Rosenqvist imbattibile nelle prime fasi ma "sprecone" nella terza manche. Lo svedese è comunque apparso in forma smagliante dopo il brutto incidente di Detroit. 

Impressionano Nucita e Vottero

Tra i protagonisti più competitivi anche il rallista Andrea Nucita. Il campione siciliano, alfiere Peugeot nell'italiano 2 ruote motrici, ha dimostrato particolare dimestichezza, giocandosela anche con colleghi del mondo reale e non come Alex Vottero, rappresentante della Jean Alesi esports Academy, riuscito a salire anche sul podio virtuale.

Si sono messi in luce anche altri protagonisti come Simone Campedelli e Davide Valsecchi così come i due piloti del team Jota nell'endurance, l'indonesiano Sean Gelael, ed il malese Jazeman Jafaar, rientrato alle gare dopo un anno di stop. Ma c’è stato anche chi, con i simulatori, non ha mostrato un buon rapporto "Tra i piloti credo di essere il peggiore al mondo coi simulatori" ha spiegato Pato O'Ward tra un testacoda e l'altro. "Anche quando guido su quelli professionali, non riesco mai ad adattarmi. Per fortuna, sul reale vado molto meglio…”

Un marchio in espansione

A corredo dell'evento, la presenza di tre vetture che rappresentano la crescita del marchio da produttore di attrezzature di sicurezza (rappresentato da una Delta Integrale), a partner di riferimento nella produzione degli interni e componenti in carbonio come sulla Ford GT e sulla nuova Dallara Stradale EXP. Tra gli altri, Sparco produce anche i sedili presenti sulle Bugatti. Il tutto ha portato al raggiungimento di risultati commerciali degni di nota, come spiegato dal patron Aldino Bellazzini, ma anche alla conferma della dedizione verso la ricerca della superiorità tecnologica. "La collaborazione con McLaren è nata perché si trattava di una squadra la cui principale fonte di guadagno era la Formula 1, e per questo aveva bisogno del punto più alto della tecnologia per trovare un vantaggio competitivo. Questo ancora oggi è il nostro DNA. Altrimenti non potremmo competere, dal punto di vista puramente finanziario, con delle grandi multinazionali dell'abbigliamento."

"Quest'anno supereremo i cento milioni di fatturato, di cui oltre venti milioni negli USA, e siamo in fase di espansione. Il motorsport per noi ha funzione di ambasciatore. La passione genera valore, e le persone che fanno parte delle corse contribuiscono a creare quest’atmosfera di passione. Ma più che la componente economica in senso stretto, è importante che l'azienda cresca e trasferisca valore alla comunità e lo sforzo è quello di mantenerci al vertice della tecnologia. Abbiamo la tuta più leggera al mondo, che pesa 460 grammi, le cinture più leggere al mondo, e vogliamo continuare perseguire la leadership dal punto di vista tecnologico."

Proprio i piloti IndyCar hanno sottolineato la particolare importanza, nella loro categoria, dell'abbigliamento di qualità in quanto con l'avvento dell'aeroscreen, le temperature all'interno dell'abitacolo possono superare i 50 gradi, con poco ricambio d'aria. "Nella situazione attuale, così estrema anche dal punto di vista della competitività - ha spiegato Rosenqvist - ogni piccola differenza ti rende migliore, e abbiamo bisogno della massima performance. Quando un abbigliamento è più leggero e più traspirante fa una grande differenza...”


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