Caschi d'Oro 2021, Gabriele Tarquini: "Dietro a un volante non mi sono mai sentito vecchio"

Caschi d'Oro 2021, Gabriele Tarquini: "Dietro a un volante non mi sono mai sentito vecchio"

Il pilota abruzzere si ritira senza rimpianti dopo una lunghissima carriera vissuta sempre all'attacco

20.12.2021 ( Aggiornata il 20.12.2021 15:03 )

Come sarà il WTCR senza Gabriele Tarquini? Come si mette la parola fine a una carriera durata quasi 40 anni? Finisce sicuramente un'era per il Mondiale Turismo ora che il Cinghiale ha dato l'addio alle corse. Una scelta sofferta, annunciata nella tappa di Adria, lo scorso novembre, proprio nell'ultimo appuntamento della Coppa del Mondo di Tursimo, davanti al suo pubblico tricoore che l'ha accompagnato anche in questo capitolo finale della sua lunga storia da corsa.

Dall'inizio coi kart, diventando due volte campione italiano e vincendo anche il titolo europeo e mondiale tra il 1983 e 1984, alla Formula 3000, trampolino di lancio alle 5 stagioni in Formula 1; fino alla consacrazione nel turismo, dove vince il BTCC nel 1994 con Alfa Corse nel 1994, nel 2003, sempre su Alfa Romeo l’ETCC. Il suo stile caparbio, la sua grinta e l'aggressività in corsa ha reso e renderà indimenticabile il pilota abbruzzese campione mondiale turismo nel 2009 con SEAT e vincitore della Coppa del mondo turismo nel 2018 con Hyundai a 56 anni. 

Una leggenda del motorsport che non poteva non essere premiato con uno dei 4 Caschi Legend Autosprint!

Le parole di Tarquini

"Mi ritiro dalle corse in maniera serena, senza rimpianti. Magari avrei voluto avere un'opportunità vera in F1, ma posso dire di aer vissuto un'epoca fantastica con Senna, Prost e tanti altri campioni. Anche e soprattutto italiani ed è un peccato che quest'anno abbiamo perso Giovinazzi, i nostri giovani così hanno perso un faro. Personalmente non potevo chiedere di più, ho deciso di smettere mentre ero ancora competitivo vincendo la mia ultima gara ad Aragon. Era arrivato il momento di dire basta, non ho rimpianti perché non ho smesso di correre troppo presto. Dietro a un volante non mi sono mai sentito vecchio, ho lottato contro ragazzi che potevano essere miei figli o nipoti... Andado anche più forte di loro. Ho sempre corso all’attacco".


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