Morte Wilson, Chilton: sì al cockpit chiuso

Morte Wilson, Chilton: sì al cockpit chiuso
Charlie Whiting e Max Chilton invocano soluzioni per proteggere i piloti dopo la morte di Justin Wilson a Pocono
Presente in

26.08.2015 ( Aggiornata il 26.08.2015 09:07 )

L’incidente di Massa a Budapest nel 2009, l’ultimo tragico impatto di Wilson con un pezzo di musetto staccatosi da un’altra monoposto. Eventi che riportano d’attualità il tema degli abitacoli aperti e i rischi conseguenti; dopo il cordoglio del motorsport alla famiglia del pilota inglese morto in seguito al trauma riportato nel botto di Pocono, sono Charlie Whiting e Max Chilton a rilanciare l’esigenza di soluzioni che proteggano la testa del pilota. «Ci stiamo lavorando da un paio di anni con una serie di soluzioni sottoposte a dei test, alcune più convincenti di altre. L’approccio in stile cockpit di un caccia ha degli aspetti negativi che superano quelli positivi. Sul tavolo ci sono altre due idee, la prima in linea con quanto suggerito da Mercedes», spiega. Si tratta di una struttura a V con un pilone centrale, interamente aperta, riproposta su Autosprint del 4 agosto tra gli interventi che potrebbero caratterizzare le monoposto del 2017. «E’ una soluzione che non copre il pilota, può essere estratto dalla monoposto – una delle cose più importanti -. Stiamo valutando anche un altro dispositivo, con profili ad altezze differenziate, da collocare nella pare superiore del telaio, davanti al pilota, con angolature che li rendano quasi invisibili al pilota», aggiunge ad Autosport. Si dice sicuro che prima o poi arriverà il giorno di una protezione per la testa che diminuisca i rischi di impattare contro oggetti volanti: «Dobbiamo perseverare, fare qualcosa, anche se non garantirà al 100% la protezione del pilota in tutte le circostanze». Max Chilton, impegnato quest’anno nella Indy Lights Series, aggiunge: «L’area del cockpit, le nostre teste, restano una zona vulnerabile della monoposto. Il resto è incredibilmente sicuro, servirà spingere per un nuovo disegno di cockpit chiusi. Di recente è capitato troppo spesso, so che si è trattato di un incidente spaventoso, ma c’è molto di più che possiamo fare», dice a Sky Sports UK. Caldeggia l’adozione di una cupola chiusa, da migliorare nel design per agevolare l’uscita del pilota, spiegando che, nel caso della struttura aperta di “scuola Mercedes”, «ci sono diversi incidenti, specialmente come quello di Jules, nel quale non credo sosterrebbe l’impatto; penso che sia da seguire la strada della cupola, garantendo una soluzione per poter uscire, magari con un’apertura forzata da qualcosa». Fabiano Polimeni

  • Link copiato

Commenti

Leggi autosprint su tutti i tuoi dispositivi