WEC: Bonanomi e la forza Audi nell'aerodinamica

WEC: Bonanomi e la forza Audi nell'aerodinamica
Dopo la 6 Ore di Spa, Marco spiega i motivi per cui la R18 è così competitiva e perché guarda a Le Mans con fiducia

04.05.2015 ( Aggiornata il 04.05.2015 16:49 )

La gara di Marco Bonanomi a Spa, in occasione della 6 Ore WEC corsa sull'Audi n.9 con Filipe Albuquerque e René Rast, è una di quelle utili a dimostrare che nelle gare motoristiche, anche quando prevedi tutto il prevedibile, si presentano nuovi problemi inediti da "mai successo prima d'ora" a rovinarti tutto. Infatti a Marco è addirittura "esploso" il finestrino sinistro: un inconveniente che prima ha rovinato l'aerodinamica della R18, e poi ha fatto perdere un minuto circa ai box quando in occasione della sosta programmata è stata sostituita la portiera. Ma come mai è successo? «Mah, niente, non ne ho idea, è semplicemente saltato… - dice Bonanomi parlando del finestrino - Non ne ho conferma, ma può essere stato causato anche dalle sollecitazioni che aveva la nostra macchina, che ha saltellato parecchio per tutta la gara. Non so se si vedeva…». Si vedeva, si vedeva, con oscillazioni impressionanti anche a guardare dall'esterno. «E a sentirle da dentro è ovviamente pure peggio. Le botte su sedile e casco erano forti, ogni tanto mi saltavano anche i piedi sulla pedaliera. Per me che ho fatto subito tre stint è stata davvero dura: ora ne parlo scherzandoci su, ma quando sono sceso dalla macchina ero distrutto, non riuscivo a muovermi, per le sollecitazioni subite da collo e schiena». Ma a parte questo "piccolo inconveniente", Marco è contento di come sia andata a Spa. «Se tiriamo le somme - commenta - alla fine è andata abbastanza bene per noi. E non tanto o non solo per il quarto posto mio e dei miei compagni, appena fuori dal podio, quanto per la gara complessiva, anche per l'intero team. Il "pacchetto Le Mans" con poco drag ha funzionato davvero bene». Bonanomi si riferisce al set-up aerodinamico con minor deportanza ma anche minor resistenza che l'Audi ha adottato sulle vetture numero 7 e 8, in prospettiva sperimentale in vista di Le Mans, mentre sulla numero 9 di Marco è stata mantenuta quella con più downforce già utilizzata per Silverstone. Ciò in modo da fare un raffronto diretto in pista fra le due configurazioni. C'è stata qualche disquisizione su quale delle due soluzioni fosse la migliore sulla pista di Spa, ma Bonanomi non ha dubbi in proposito: «Avevamo già visto nelle simulazioni che il nostro "pacchetto Silverstone" non era il più efficiente, e in gara si è confermato. Perdevamo tantissimo nel primo e nel terzo settore, qualcosa come 1 secondo per ciascun tratto rispetto alla configurazione per Le Mans». In effetti era facile vedere come anche con minor deportanza non fosse assolutamente un problema, per i piloti delle R18 numero 7 e 8, affrontare completamente in pieno sia l'Eau Rouge che Blanchimont, sfruttando quindi al 100% la maggior scorrevolezza negli allunghi. «Considera inoltre - aggiunge Bonanomi - che in queste due sezioni vi sono la chicane del Bus Stop e il tornante della Source, che però sono talmente lenti per cui non si sente differenza di carico aerodinamico. Poi guadagnavamo qualcosa nel secondo tratto, quello fra Les Combes e Stavelot, ma assolutamente non abbastanza da recuperare». In più non sempre è filato tutto liscio. «Qui a Spa abbiamo lavorato poco in prova: per la pioggia delle prime due sessioni e problemini nella terza, abbiamo praticamente fatto giusto un paio di giri a testa e abbiamo iniziato solo in corsa a capire la macchina. Però anche i miei compagni hanno fatto una bella gara e René si è trovato bene (Rast era alla prima gara dopo i test; ndr) anche se non ne avevo dubbi, per uno con la sua esperienza nelle gare di 24 ore con le GT, e dopo quanto già fatto vedere nei test». In ogni caso la prova a Spa di Bonanomi-Albuquerque-Rast è stata utile ai tecnici Audi per avere dei riscontri e giustifica un certo entusiasmo pure per loro: «Dopotutto a Le Mans avremo anche noi la stessa configurazione degli altri, e posso assicurare che rispetto all'anno scorso non c'è proprio paragone. Gli ingegneri del reparto aerodinamico hanno fatto un ottimo lavoro, per cui l'efficienza aerodinamica ha avuto un'evoluzione esponenziale riuscendo a garantire un ottimo livello di grip. Probabilmente a Le Mans arriveranno ulteriori aggiornamenti, dopotutto c'è ancora un mese di studi e sviluppi, ma già a Spa i nostri tecnici hanno lavorato benissimo. Per cui anche noi della "numero 9" siamo davvero carichi!». E stavolta Marco non parla di aerodinamica… Sembra dunque di capire che sia stato lo sviluppo aerodinamico ad aver reso così competitiva l'Audi R18 e-tron quattro, tanto da vincere entrambe le prime due gare di campionato endurance. «Hanno fatto uno studio molto accurato da questo punto di vista - conferma Bonanomi - direi partendo già da metà dell'anno scorso ad occuparsene. Più di tanto dal sistema ibrido con 4 MegaJoule non si poteva ottenere, e sebbene siamo riusciti ad essere più competitivi in uscita di curva, siamo lontani da Porsche come velocità massima. Il settore dove c'era più margine era quello aerodinamico, e lì il salto di qualità è stato enorme. Fra l'altro, tutto questo ha inciso positivamente anche sul degrado delle gomme». Già sentendo l'entusiasmo di Bonanomi nel parlare di come la sua macchina sia migliorata dal 2014, si comprende come mai quest'anno le LMP1 vadano sui 3-4 secondi al giro più veloci, a confermare un campionato di alto livello e molto competitivo come il WEC. «Il campionato in generale è davvero competitivo, le macchine sono belle e vanno fortissimo, e a parte 4-5 gentlemen sono tutti piloti professionisti. Le gare sono sempre al limite e c'è spettacolo. E concludo dicendo che personalmente, per tutti i motivi che ho spiegato, sono molto ottimista per Le Mans». Maurizio Voltini WEC 6 Hours of Spa-Francorchamps 2015 WEC 6 Hours of Spa 2015

  • Link copiato

Commenti

Leggi autosprint su tutti i tuoi dispositivi